(Globo Terrestre)
Riferimento: | S40056 |
Autore | Vincenzo CORONELLI |
Anno: | 1689 ca. |
Zona: | Globo Terrestre |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 620 x 470 mm |
Riferimento: | S40056 |
Autore | Vincenzo CORONELLI |
Anno: | 1689 ca. |
Zona: | Globo Terrestre |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 620 x 470 mm |
Descrizione
Incisione che raffigura membri della nobiltà che studiano astronomia davanti a un enorme globo montato su un supporto barocco supportato da tre figure con turbarti simili ad Atlante. I dettagli della superficie reale del globo non sono raffigurati; il globo è invece rappresentato schematicamente con linee che indicano l'eclittica, l'equatore, i tropici e i cerchi polari che suggeriscono si tratti di un globo celeste o terrestre. Sul piedistallo sotto il globo, un'iscrizione in latino: Fictus, Aloysi, Tibi Sistitur Orbis Ab Art, Verus At Ante Pedes, Mars, Iubente, Cadet.
Il globo mostrato nell'incisione rappresenta apparentemente i celebri Globi Marnosi - una coppia di giganteschi ed elaborati globi terrestri e celesti commissionati da Coronelli per essere presentati al re Luigi XIV di Francia. In effetti, l'incisione ha due elaborati cartigli barocchi in francese sopra la scena contenente le dediche del Coronelli a Luigi XIV.
Uno si riferisce al globo celeste "dove sono collocate tutte le stelle del firmamento e dei pianeti, dove erano alla nascita di questo glorioso monarca". L'altro si riferisce al globo terrestre che avrebbe "reso un tributo continuo alla sua gloria e alle sue virtù eroiche, mostrando i paesi, o mille grandi azioni [che] sono state eseguite" da lui.
Un terzo elaborato cartiglio barocco - in italiano - ha dediche aggiuntive al mecenate di Coronelli Lorenzo Onofrio Colonna, viceré di Aragona e Napoli, con riferimento al cardinale César Duca d'Estrée, l'ambasciatore francese a Roma.
Esemplare tratto dall’ Atlante Veneto, Nel quale si contiene la Descrittione Geografica, Storica, Sacra, Profana e Politica degli Imperi, Regni, Provincie, e Santi dell’Universo […] In Venetia MDCXC.
Coronelli visse un periodo di straordinaria fecondità editoriale a partire dal 1689, quando ebbe la cattedra di geografia presso l'Università alle Procuratie, con la pubblicazione, nel 1690, del primo volume dell'Atlante Veneto. In effetti sotto il nome di Atlante Veneto va tutta la raccolta di tredici opere composte nell'arco del decennio successivo, dall'Isolario allo Specchio del mare.
L'opera era intesa come un'estensione dell'Atlas Maior di Blaeu. Non è una semplice raccolta di mappe, ma piuttosto "un compendio di informazioni geografiche, cosmografiche e scientifiche... sulla scienza e la geografia italiana contemporanea" (Scammell). Oltre alle mappe, il primo volume include molte delle celebri tavole navali di Coronelli, molte con i bordi "farnesiani" stampati separatamente e commissionati appositamente dal patrono di Coronelli, Ranuccio II Farnese, duca di Parma.
Incisione in rame, magnifica prova, con pieni margini, in perfetto stato di conservazione.
Bibliografia
Ermanno Armao, Vincenzo Coronelli (Firenze, 1944), nn.59-60, p.237.
Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)
Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].
|
Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)
Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].
|