I Pellegrini
Riferimento: | S42681 |
Autore | Marcantonio RAIMONDI |
Anno: | 1508 ca. |
Misure: | 120 x 150 mm |
Riferimento: | S42681 |
Autore | Marcantonio RAIMONDI |
Anno: | 1508 ca. |
Misure: | 120 x 150 mm |
Descrizione
Bulino, circa 1508/1509, privo di firma. Esemplare nel secondo stato di due, con l’indirizzo di Antonio Salamanca in basso a sinistra. Da un soggetto di Lucas van Leyden.
Buona prova, impressa su carta vergata, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.
Copia in controparte dell'incisione di Lucas van Leyden (Bartsch VII.418.149), l'unica composizione intera di Lucas copiata da Marcantonio Raimondi. Secondo Shoemaker, Marcantonio non aveva ancora compreso appieno la fine delicatezza del lavoro a bulino di Lucas e fece contrasti troppo forti. Bartsch ha descritto solo questo stato, tuttavia, esiste uno stato precedente senza l'indirizzo dell'editore Salamanca.
"Tra il 1508 e il 1517 circa, Marcantonio prese in prestito numerosi motivi e porzioni di sfondo dalle incisioni dello stampatore olandese Lucas van Leyden. I Pellegrini è l'unica composizione intera di Lucas che Marcantonio abbia mai copiato. Fece la copia al contrario, e anche se seguì tutte le forme principali, facendo solo alcune piccole alterazioni, non seguì precisamente il lavoro a bulino di Lucas. Marcantonio lasciò fuori il monogramma di Lucas in basso a sinistra della sua stampa, e non aggiunse il suo alla copia. L'incisione di Lucas dei Pellegrini (B.VII, n. 149) è stata datata al 1505-08 circa. Probabilmente la copia di Marcantonio è datata intorno al 1508-09 (Passavant data l'incisione intorno al 1509, durante il soggiorno di Marcantonio a Venezia; Delaborde la data intorno al 1508); certamente è stata fatta prima del 1510, quando ha usato lo sfondo del Maometto e il monaco di Lucas negli Arrimpicatori, un lavoro che mostra una comprensione più sofisticata dello stile e della tecnica di Lucas. Ne I Pellegrini, Marcantonio non ha ancora compreso appieno la fine delicatezza del lavoro del bulino di Lucas e le sue tonalità argentee. Piuttosto che emulare le sottili modulazioni di tono e il convincente senso del volume di Lucas, Marcantonio crea forti contrasti di luce e buio e usa tratti più grossolani e variegati che spezzano la continuità dei volumi. Marcantonio enfatizza e addirittura delinea le zone di ombra profonda, come l'ombra sotto il piede della donna e le pieghe del suo panneggio. Nel 1510, quando Marcantonio copiò lo sfondo del Maometto e il Monaco di Lucas nella sua incisione degli Arrimpicatori, sembrò emulare meglio la finezza del lavoro a bulino di Lucas, anche se non riuscì mai a riprodurre pienamente le sottili qualità tonali delle incisioni di Lucas" (cfr. H. Shoemaker, The engravings of Marcantonio Raimondi, p. 80).
Un'opera molto rara.
Bibliografia
Bartsch, Le Peintre graveur (Raimondi, n. 462); Passavant VI.40.253; Delaborde 1888, n. 309; Shoemaker 1981, n. 14; Gramaccini and Meier 2009, n. 52
Marcantonio RAIMONDI (Sant'Andrea in Argine 1480 circa - Bologna 1534)
Marcantonio Raimondi, il più grande incisore del primo Rinascimento interprete e divulgatore di Raffaello, nasce a Sant’Andrea in Argine vicino a Bologna. La prima educazione artistica del Raimondi ha luogo a Bologna nella Bottega del pittore e orafo Francesco Francia intorno al 1504. La sua prima incisione datata reca l’anno 1505; nel 1506 il Raimondi parte per Venezia ed è in quest’anno che si stacca definitivamente dalla scuola franciana ed inizia il nuovo stile dove emergono influenze mantegnesche e più ancora dureriane. Secondo il racconto del Vasari, il Raimondi entra in diverbio con il Durer, che soggiorna a Venezia, per aver contraffatto, riproducendole in rame, le 17 xilografie della Vita della Vergine. Dopo il 1507 Marcantonio si volge alla produzione di modelli fiorentini e romani. A Roma nel 1509, prima dell’incontro fondamentale con Raffaello e con la scultura romana, Marcantonio entra nella cerchia degli artisti quattrocenteschi operanti nella città tra i quali spicca Jacopo Rimanda, il pittore bolognese impegnato nella decorazione delle sale capitoline. Subito dopo, nel 1510, il Raimondi si afferma come interprete e disegnatore di Raffaello che ha conosciuto alla bottega del Baviera. La Lucrezia sigla l’inizio del rapporto con l’urbinate e inaugura il nuovo stile pittorico di Marcantonio ispirato da Luca di Leida. Tuttavia, accanto alle incisioni che riproducono i disegni dell’urbinate, il Raimondi continua a produrre stampe di propria invenzione e dall’antico, la cui influenza è determinante su tutta la grafica futura sempre tesa alla semplicità classica.(cfr.Dubois-Reymond 1978).
Verso il 1515-1516 Marcantonio dimostra un maggior interesse verso gli effetti chiaroscurali, forse suggestionato in questo dall’arrivo di Agostino Veneziano e Marco Dente alla bottega del Baviera.
Fino al 1520, anno della morte di Raffaello, il Raimondi ha vissuto nell’orbita del Sanzio continuando a incidere i suoi disegni e quelli dei principali scolari, da Giovan Francesco Penni a Giulio Romano.
La sua attività subisce il crollo con il Sacco di Roma del ’27 in cui è costretto a sborsare una grossa somma agli invasori per avere salva la vita; ridotto alla miseria si ritira a Mantova e poi a Bologna, dove muore poco meno che mendico prima del ’34.
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Marcantonio RAIMONDI (Sant'Andrea in Argine 1480 circa - Bologna 1534)
Marcantonio Raimondi, il più grande incisore del primo Rinascimento interprete e divulgatore di Raffaello, nasce a Sant’Andrea in Argine vicino a Bologna. La prima educazione artistica del Raimondi ha luogo a Bologna nella Bottega del pittore e orafo Francesco Francia intorno al 1504. La sua prima incisione datata reca l’anno 1505; nel 1506 il Raimondi parte per Venezia ed è in quest’anno che si stacca definitivamente dalla scuola franciana ed inizia il nuovo stile dove emergono influenze mantegnesche e più ancora dureriane. Secondo il racconto del Vasari, il Raimondi entra in diverbio con il Durer, che soggiorna a Venezia, per aver contraffatto, riproducendole in rame, le 17 xilografie della Vita della Vergine. Dopo il 1507 Marcantonio si volge alla produzione di modelli fiorentini e romani. A Roma nel 1509, prima dell’incontro fondamentale con Raffaello e con la scultura romana, Marcantonio entra nella cerchia degli artisti quattrocenteschi operanti nella città tra i quali spicca Jacopo Rimanda, il pittore bolognese impegnato nella decorazione delle sale capitoline. Subito dopo, nel 1510, il Raimondi si afferma come interprete e disegnatore di Raffaello che ha conosciuto alla bottega del Baviera. La Lucrezia sigla l’inizio del rapporto con l’urbinate e inaugura il nuovo stile pittorico di Marcantonio ispirato da Luca di Leida. Tuttavia, accanto alle incisioni che riproducono i disegni dell’urbinate, il Raimondi continua a produrre stampe di propria invenzione e dall’antico, la cui influenza è determinante su tutta la grafica futura sempre tesa alla semplicità classica.(cfr.Dubois-Reymond 1978).
Verso il 1515-1516 Marcantonio dimostra un maggior interesse verso gli effetti chiaroscurali, forse suggestionato in questo dall’arrivo di Agostino Veneziano e Marco Dente alla bottega del Baviera.
Fino al 1520, anno della morte di Raffaello, il Raimondi ha vissuto nell’orbita del Sanzio continuando a incidere i suoi disegni e quelli dei principali scolari, da Giovan Francesco Penni a Giulio Romano.
La sua attività subisce il crollo con il Sacco di Roma del ’27 in cui è costretto a sborsare una grossa somma agli invasori per avere salva la vita; ridotto alla miseria si ritira a Mantova e poi a Bologna, dove muore poco meno che mendico prima del ’34.
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