Venere sul delfino

Riferimento: S46558
Autore Marco DENTE detto "Marco da Ravenna"
Anno: 1516 ca.
Misure: 170 x 265 mm
1.800,00 €

Riferimento: S46558
Autore Marco DENTE detto "Marco da Ravenna"
Anno: 1516 ca.
Misure: 170 x 265 mm
1.800,00 €

Descrizione

Venere e Cupido a cavallo di due creature marine; Cupido tiene nella mano destra una freccia sopra la testa come se volesse colpire la creatura; due personificazioni di venti che soffiano tra le nuvole.

Bulino, 1516 circa, firmato in basso a destra con i dati editoriali dello stampatore “Ant. Sal. exc.”.

Deriva da un disegno di Raffaello, oggi perduto, per l'affresco di Giulio Romano sulla parete sud della Stufetta Bibbiena in Vaticano. L'affresco e l'incisione presentano alcune differenze, in particolare l'aggiunta di un paesaggio urbano sullo sfondo della stampa e i due venti sovrastanti, che potrebbero essere stati inclusi nel disegno preparatorio originale dell'affresco.

Esemplare del secondo stato di tre, con l'imprint di Antonio Salamanca e prima dell'indirizzo di Guidetti.

Magnifica impressione, su carta vergata coeva, rifilata al rame, restauri perfettamente eseguiti agli angoli, per il resto in ottimo stato di conservazione.

“L'incisione deriva da un disegno disperso di Raffaello che fece da modello per l'affresco dipinto nella parete sud della Stufetta del Cardinal Bibbiena, dal quale differisce per la presenza sullo sfondo di una città portuale e di due Eoli fra le nubi, intenti a soffiare.

La raffigurazione di Venere e Amore che solcano le onde cavalcando i delfini presenta una struttura compositiva che richiama la Venere Anadiomene, anch'essa derivata da Dente da un disegno preparatorio per un altro affresco della Stufetta del Cardinal Bibbiena, e di cui questa stampa può essere considerata il pendant. I singoli motivi presenti nell'incisione derivano probabilmente da antichi bassorilievi presenti nei sarcofagi romani. L'incisore infatti attinge dal repertorio classico derivando dagli eroti presenti nei rilievi antichi la figura di Amore che cerca di affrettare il viaggio a dorso di delfino agitando una freccia in aria. I mostri marini sembrano invece derivare dalla Lotta degli Dei marini di Mantegna (Bartsch, XII, 17-18). Anche la figura di Venere, pur colta di schiena e nella precarietà della sua posizione, si ispira a modelli classici. Il corpo è reso con accuratezza e rivela, nonostante l'arditezza dello scorcio e della posizione obliqua rispetto alla superficie dell'acqua, una perfetta organicità e una grande naturalezza dei movimenti nello spazio. Il modellato del corpo di Venere, più ancora che con la Galatea della Farnesina, incisa sia da Marcantonio che da Dente (Bartsch, XIV, 350 e 351), può essere confrontato con i disegni di Raffaello Ebe e Proserpina di Haarlem e con le Tre grazie di Windsor. In base a questi argomenti è possibile supporre che il disegno preparatorio di questa incisione fosse opera di Raffaello e che la stampa sia contemporanea alle altre raffigurazioni della serie relativa agli affreschi della Stufetta, databile intorno al 1516” (cfr, A. Imolesi Pozzi, Marco Dente un incisore ravennate nel segno di Raffaello. Le stampe della raccolta Piancastelli, p. 72).

Bibliografia

Passavant, 1860, II, p. 230, 210; Bianchi, 1968, p. 685, nota 219; Becatti, 1968, p. 546, fig. 106; Oberhuber, 1978, vol. 27, p. 16; Raphael invenit, 1985, pp. 61, n. II.1 (testo di S. Massari); Raffaello in Vaticano, 1984, p. 205, n. 75 (testo di R. Harpath); Oberhuber, Gnann, 1999, p. 105, fig. 44 (testo di A. Gnann); A. Imolesi Pozzi, Marco Dente un incisore ravennate nel segno di Raffaello. Le stampe della raccolta Piancastelli, p. 72, n. 10.

Marco DENTE detto "Marco da Ravenna" (Ravenna 1496 - Roma 1527)

Marco di Ravenna, e non Silvestro di Ravenna come da taluni erroneamente indicato in base al monogramma RS, che va interpretato come "Ravenates sculpsit o sculptor", appartiene ad un’antica famiglia patrizia. Marco nasce a Ravenna nel 1493 ca. ed viene ucciso durante Sacco di Roma del 1527, come documentato dallo Zani. Nella città pontificia, Marco era giunto forse nel 1510, per lavorare nella bottega del Baviera, ovvero Bavero de' Carrocci, accanto a Marcantonio e Agostino Veneziano. A Roma, il ravennate oltre a tradurre i grandi esempi della statuaria classica si dedica essenzialmente all riproduzione dei disegni del Sanzio, sull’esempio di quanto andava facendo il Raimondi. Singolare incisore, Marco è il vero innovatore della scuola di Marcantonio con le sue stampe “pittoricamente complete” a volte realizzate in epoca antecedente a quella di Marcantonio. Al Dente il Bartsch assegna sessantadue soggetti aumentati dal Passavant a sessantaquattro.

Marco DENTE detto "Marco da Ravenna" (Ravenna 1496 - Roma 1527)

Marco di Ravenna, e non Silvestro di Ravenna come da taluni erroneamente indicato in base al monogramma RS, che va interpretato come "Ravenates sculpsit o sculptor", appartiene ad un’antica famiglia patrizia. Marco nasce a Ravenna nel 1493 ca. ed viene ucciso durante Sacco di Roma del 1527, come documentato dallo Zani. Nella città pontificia, Marco era giunto forse nel 1510, per lavorare nella bottega del Baviera, ovvero Bavero de' Carrocci, accanto a Marcantonio e Agostino Veneziano. A Roma, il ravennate oltre a tradurre i grandi esempi della statuaria classica si dedica essenzialmente all riproduzione dei disegni del Sanzio, sull’esempio di quanto andava facendo il Raimondi. Singolare incisore, Marco è il vero innovatore della scuola di Marcantonio con le sue stampe “pittoricamente complete” a volte realizzate in epoca antecedente a quella di Marcantonio. Al Dente il Bartsch assegna sessantadue soggetti aumentati dal Passavant a sessantaquattro.