Traiano incoronato dalla Vittoria
Riferimento: | S30412 |
Autore | Marcantonio RAIMONDI |
Anno: | 1518 ca. |
Misure: | 266 x 413 mm |
Riferimento: | S30412 |
Autore | Marcantonio RAIMONDI |
Anno: | 1518 ca. |
Misure: | 266 x 413 mm |
Descrizione
Bulino, 1518-1520 circa, monogrammato in basso a destra. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana “scudo con scala e fiore”, rifilata al rame, numerose pieghe di carta restaurate, per il resto in ottimo stato di conservazione.
L’incisione riproduce, con qualche variazione, un rilievo dell’arco di Costantino
Sulla sinistra del foglio, Traiano è accolto da Roma, personificata, e incoronato d’alloro dalla Vittoria, mentre sulla destra i soldati romani combattono contro i Daci.
Raimondi rinuncia ad ogni cornice, così da conferire maggiore ampiezza alla scena, mentre lo sfondo scuro dà risalto e rilievo alle figure, con un effetto scultoreo ottenuto anche grazie all’uso del bulino arrotondato, che accentua i volumi. L’artista ha aggiunto, invece, il muro sullo sfondo a destra, che ricorre anche nell’incisione di Marco Dente, della stessa epoca, raffigurante un altro rilievo di Costantino.
L’incisione di Raimondi si data generalmente all’inizio degli anni venti del XVI secolo, perché stilisticamente affine alle scene di Amore e Psiche e all’Incensiere di Francesco I.
Stegeimer e Shoemaker ritengono probabile che il disegno stesso dell’incisione sia opera del Raimondi, mentre non trova seguito l’ipotesi di Delaborde, secondo cui l’invenzione sarebbe da attribuire a Giulio Romano.
Bibliografia
Bartsch, XIV, pp. 275-276 n. 361; Delaborde (1888), p. 220 n. 192; Oberhuber (1978), vol. 27, p. 57; Oberhuber, 1999, p.206, n. 138; Shoemaker, p.182 n. 61. Dimensioni 266x413.
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Marcantonio RAIMONDI (Sant'Andrea in Argine 1480 circa - Bologna 1534)
Marcantonio Raimondi, il più grande incisore del primo Rinascimento interprete e divulgatore di Raffaello, nasce a Sant’Andrea in Argine vicino a Bologna. La prima educazione artistica del Raimondi ha luogo a Bologna nella Bottega del pittore e orafo Francesco Francia intorno al 1504. La sua prima incisione datata reca l’anno 1505; nel 1506 il Raimondi parte per Venezia ed è in quest’anno che si stacca definitivamente dalla scuola franciana ed inizia il nuovo stile dove emergono influenze mantegnesche e più ancora dureriane. Secondo il racconto del Vasari, il Raimondi entra in diverbio con il Durer, che soggiorna a Venezia, per aver contraffatto, riproducendole in rame, le 17 xilografie della Vita della Vergine. Dopo il 1507 Marcantonio si volge alla produzione di modelli fiorentini e romani. A Roma nel 1509, prima dell’incontro fondamentale con Raffaello e con la scultura romana, Marcantonio entra nella cerchia degli artisti quattrocenteschi operanti nella città tra i quali spicca Jacopo Rimanda, il pittore bolognese impegnato nella decorazione delle sale capitoline. Subito dopo, nel 1510, il Raimondi si afferma come interprete e disegnatore di Raffaello che ha conosciuto alla bottega del Baviera. La Lucrezia sigla l’inizio del rapporto con l’urbinate e inaugura il nuovo stile pittorico di Marcantonio ispirato da Luca di Leida. Tuttavia, accanto alle incisioni che riproducono i disegni dell’urbinate, il Raimondi continua a produrre stampe di propria invenzione e dall’antico, la cui influenza è determinante su tutta la grafica futura sempre tesa alla semplicità classica.(cfr.Dubois-Reymond 1978).
Verso il 1515-1516 Marcantonio dimostra un maggior interesse verso gli effetti chiaroscurali, forse suggestionato in questo dall’arrivo di Agostino Veneziano e Marco Dente alla bottega del Baviera.
Fino al 1520, anno della morte di Raffaello, il Raimondi ha vissuto nell’orbita del Sanzio continuando a incidere i suoi disegni e quelli dei principali scolari, da Giovan Francesco Penni a Giulio Romano.
La sua attività subisce il crollo con il Sacco di Roma del ’27 in cui è costretto a sborsare una grossa somma agli invasori per avere salva la vita; ridotto alla miseria si ritira a Mantova e poi a Bologna, dove muore poco meno che mendico prima del ’34.
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Bibliografia
Bartsch, XIV, pp. 275-276 n. 361; Delaborde (1888), p. 220 n. 192; Oberhuber (1978), vol. 27, p. 57; Oberhuber, 1999, p.206, n. 138; Shoemaker, p.182 n. 61. Dimensioni 266x413.
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Marcantonio RAIMONDI (Sant'Andrea in Argine 1480 circa - Bologna 1534)
Marcantonio Raimondi, il più grande incisore del primo Rinascimento interprete e divulgatore di Raffaello, nasce a Sant’Andrea in Argine vicino a Bologna. La prima educazione artistica del Raimondi ha luogo a Bologna nella Bottega del pittore e orafo Francesco Francia intorno al 1504. La sua prima incisione datata reca l’anno 1505; nel 1506 il Raimondi parte per Venezia ed è in quest’anno che si stacca definitivamente dalla scuola franciana ed inizia il nuovo stile dove emergono influenze mantegnesche e più ancora dureriane. Secondo il racconto del Vasari, il Raimondi entra in diverbio con il Durer, che soggiorna a Venezia, per aver contraffatto, riproducendole in rame, le 17 xilografie della Vita della Vergine. Dopo il 1507 Marcantonio si volge alla produzione di modelli fiorentini e romani. A Roma nel 1509, prima dell’incontro fondamentale con Raffaello e con la scultura romana, Marcantonio entra nella cerchia degli artisti quattrocenteschi operanti nella città tra i quali spicca Jacopo Rimanda, il pittore bolognese impegnato nella decorazione delle sale capitoline. Subito dopo, nel 1510, il Raimondi si afferma come interprete e disegnatore di Raffaello che ha conosciuto alla bottega del Baviera. La Lucrezia sigla l’inizio del rapporto con l’urbinate e inaugura il nuovo stile pittorico di Marcantonio ispirato da Luca di Leida. Tuttavia, accanto alle incisioni che riproducono i disegni dell’urbinate, il Raimondi continua a produrre stampe di propria invenzione e dall’antico, la cui influenza è determinante su tutta la grafica futura sempre tesa alla semplicità classica.(cfr.Dubois-Reymond 1978).
Verso il 1515-1516 Marcantonio dimostra un maggior interesse verso gli effetti chiaroscurali, forse suggestionato in questo dall’arrivo di Agostino Veneziano e Marco Dente alla bottega del Baviera.
Fino al 1520, anno della morte di Raffaello, il Raimondi ha vissuto nell’orbita del Sanzio continuando a incidere i suoi disegni e quelli dei principali scolari, da Giovan Francesco Penni a Giulio Romano.
La sua attività subisce il crollo con il Sacco di Roma del ’27 in cui è costretto a sborsare una grossa somma agli invasori per avere salva la vita; ridotto alla miseria si ritira a Mantova e poi a Bologna, dove muore poco meno che mendico prima del ’34.
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