Veduta Pittorica di un Gran Fabbricato in Tindari detto volgarmente il Ginnasio
Riferimento: | S43097 |
Autore | Domenico Lo Faso Pietrasanta, Duca di Serradifalco |
Anno: | 1843 |
Zona: | Tindari - Messina |
Misure: | 500 x 375 mm |
Riferimento: | S43097 |
Autore | Domenico Lo Faso Pietrasanta, Duca di Serradifalco |
Anno: | 1843 |
Zona: | Tindari - Messina |
Misure: | 500 x 375 mm |
Descrizione
Magnifica e rara veduta litografica tratta dalle Vedute Pittoriche degli Antichi Monumenti della Sicilia su' Disegni del Duca di Serradifalco, importante raccolta sui principali siti archeologici siciliani stampata a Palermo dalla Tipografia di B. Virzi nel 1843.
Le grandi vedute, su disegni di Domenico lo Faso Pietrasanta, Duca di Serradifalco, sono litografate su pietra da Wenzel e impresse dalla Litografia Militare di Napoli.
Domenico Lo Faso Pietrasanta, ultimo Duca di Serradifalco (Palermo, 1783 – Firenze, 1863), si trasferì ben presto a Milano dove studiò architettura, letteratura ed archeologia. Una formazione che non fu solo culturale ma anche politica in quanto a Milano frequentò i circoli liberali e giacobini. Ritornato in Sicilia si dedicò ad una intensa attività di ricerca archeologica nei principali siti archeologici siciliani: Taormina, Selinunte, Agrigento, Segesta. Numerosi studi e i disegni da lui fatti nel corso delle campagne di scavo testimoniano il suo impegno di studioso e di architetto.
Dal 1828, e fino all’anno del suo esilio, Lo Faso fu componente della Commissione centrale preposta alla tutela delle antichità del Regno di Sicilia. Insieme agli altri commissari (Giuseppe Lanza, Rosario Torregrossa, Valerio Villareale e Giuseppe Patania), garantì sistematicità alle campagne di scavi e ai restauri effettuati nei principali siti archeologici. Attento alla scientificità dei rilievi, ne affidò le misurazioni a Domenico e Francesco Saverio Cavallari, entrambi spesso impegnati anche nella stesura dei progetti «inventati» dallo stesso Lo Faso e raccolti per un volume di architettura rimasto inedito e incompleto.
Il volume Vedute pittoriche degli antichi monumenti della Sicilia su disegni del Duca di Serradifalco, edito a Palermo nel 1843 mostra non solo la sua preparazione tecnica ma, anche, l’influenza su di lui esercitata dalla cultura romantica e dai modelli di rappresentazione delle antichità classiche elaborati e utilizzati nelle coeve rappresentazioni dei viaggiatori stranieri in Sicilia.
Domenico Lo Faso Pietrasanta, Duca di Serradifalco (Palermo 1783 - Firenze 1863)
Letterato, architetto, studioso dell'archeologia e dell'architettura siciliana, scrisse diverse opere sui monumenti antichi e medievali della Sicilia. Studiò architettura e archeologia a Milano. Allievo di Luigi Cagnola, da lui sviluppa un profondo interesse per l’architettura palladiana e per le antichità. Tutto ciò caratterizzerà la sua ricerca e il suo operato anche verso stili neoclassici. Alla morte del padre nel 1809 ricevette l'investitura dei titoli e tutti i possedimenti, tra cui il palazzo di famiglia in piazza Pretoria a Palermo, di cui curò il restauro, oggi Palazzo Bonocore, dove è ancora visibile, nella facciata, lo stemma del Ducato di Serradifalco. Come architetto realizzerà poche opere a Palermo, tra queste, il Teatrino della Musica al Foro Borbonico (oggi Foro Italico) in collaborazione con Carlo Giachery e il parco dell’Olivuzza con i due edifici.
Fu nominato presidente della Commissione di antichità e belle arti e fu chiamato dai Savoia al Senato del Regno d'Italia. Eseguirà scavi e restauri nei principali siti archeologici siciliani: Segesta, Selinunte, Agrigento, Siracusa, Taormina e di tutti pubblicò ampie relazioni corredate di tavole con rilievi e raffigurazioni di alto livello tuttora utilissime. Diresse l'opera "Le antichità della Sicilia esposte e illustrate", in più volumi, pubblicati e stampati a Palermo tra il 1834 e il 1842.
Dopo il ritorno dei Borbone in Sicilia, dovette andare in esilio a Firenze quale esule politico antiborbonico e indipendentista. Morì a Firenze il 15 febbraio 1863. Le sue ceneri riposano nel monumento a lui dedicato nella Chiesa di San Domenico a Palermo (Pantheon dei siciliani illustri). Lasciò come erede la figlia Giulietta, che fu Marchesa di Torrearsa in quanto sposa di Vincenzo Fardella di Torrearsa.
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Domenico Lo Faso Pietrasanta, Duca di Serradifalco (Palermo 1783 - Firenze 1863)
Letterato, architetto, studioso dell'archeologia e dell'architettura siciliana, scrisse diverse opere sui monumenti antichi e medievali della Sicilia. Studiò architettura e archeologia a Milano. Allievo di Luigi Cagnola, da lui sviluppa un profondo interesse per l’architettura palladiana e per le antichità. Tutto ciò caratterizzerà la sua ricerca e il suo operato anche verso stili neoclassici. Alla morte del padre nel 1809 ricevette l'investitura dei titoli e tutti i possedimenti, tra cui il palazzo di famiglia in piazza Pretoria a Palermo, di cui curò il restauro, oggi Palazzo Bonocore, dove è ancora visibile, nella facciata, lo stemma del Ducato di Serradifalco. Come architetto realizzerà poche opere a Palermo, tra queste, il Teatrino della Musica al Foro Borbonico (oggi Foro Italico) in collaborazione con Carlo Giachery e il parco dell’Olivuzza con i due edifici.
Fu nominato presidente della Commissione di antichità e belle arti e fu chiamato dai Savoia al Senato del Regno d'Italia. Eseguirà scavi e restauri nei principali siti archeologici siciliani: Segesta, Selinunte, Agrigento, Siracusa, Taormina e di tutti pubblicò ampie relazioni corredate di tavole con rilievi e raffigurazioni di alto livello tuttora utilissime. Diresse l'opera "Le antichità della Sicilia esposte e illustrate", in più volumi, pubblicati e stampati a Palermo tra il 1834 e il 1842.
Dopo il ritorno dei Borbone in Sicilia, dovette andare in esilio a Firenze quale esule politico antiborbonico e indipendentista. Morì a Firenze il 15 febbraio 1863. Le sue ceneri riposano nel monumento a lui dedicato nella Chiesa di San Domenico a Palermo (Pantheon dei siciliani illustri). Lasciò come erede la figlia Giulietta, che fu Marchesa di Torrearsa in quanto sposa di Vincenzo Fardella di Torrearsa.
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