Messina Palazzo Reale / Rovina Speciosa d'una Casa particolare nella strada dell'anime del Purgatorio in Messina...
Riferimento: | S47266 |
Autore | Michele Sarcone |
Anno: | 1784 |
Zona: | Messina |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | - x - mm |
Riferimento: | S47266 |
Autore | Michele Sarcone |
Anno: | 1784 |
Zona: | Messina |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | - x - mm |
Descrizione
Suite di 7 vedute e prospetti architettonici tratta dal celebre Istoria de' fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone nell'anno 1783. Posta in luce dalla Reale Accademia delle Scienze, e delle Belle Lettere di Napoli. Napoli, Giuseppe Campo, 1784.
Le incisioni dell'Istoria de' fenomeni illustrano il rovinoso terremoto calabrese del 1783 e furono commissionate dalla Regia Accademia Napoletana a un gruppo di scienziati, tra cui Michele Sarconi, Angiolo Fasano, Nicolò Pacifico, Padre Eliseo della Concezione e Antonio Minasi, oltre agli architetti e disegnatori Pompeo Schiantarelli, Ignazio Stile e Bernardino Rulli. La spedizione partì da Napoli il 5 aprile 1783 e nel 1784 il resoconto delle sue scoperte fu pubblicato da Campo, rendendola la prima spedizione scientifica sulle conseguenze di un terremoto mai organizzata in Italia. Il terremoto scosse la Calabria e la parte orientale della Sicilia per più di tre anni con diverse scosse, tra cui 5 che registrarono il grado XI della scala Mercalli. Morirono più di 30.000 persone, centinaia di villaggi furono distrutti, le montagne crollarono, i fiumi cambiarono il loro corso creando nuovi laghi e anche le coste furono rimodellate.
L'autore dell'Istoria è il segretario dell'Accademia, Michele Sarconi. L’Atlante consiste in una raccolta di 68 tavole eseguite dagli architetti Pompeo Schiantarelli ed Ignazio Stile, tutti incisi da Antonio Zaballi, di una grande Carta corografica della Calabria ulteriore, ripiegata più volte, opera di P. Eliseo, e di un disegno raffigurante una «macchina equatoriale». Il progetto di tale opera, unica del suo genere, nasce in seno all’Accademia Napoletana, che istituisce ‘una peregrinazione letteraria nei luoghi della Calabria Ultra e del Valdemone, i quali erano stati i più potentemente della natura ne’ fatal’istanti del suo furore oltraggiati’.
La partenza della spedizione degli Accademici Napoletani avviene via mare da Napoli il 5 aprile 1783, un paio di mesi dopo la prima scossa. Il drappello abbastanza nutrito è composto dal segretario dell’Accademia Michele Sarconi, dagli accademici pensionari Angiolo Fasano, Nicolò Pacifico, P. Eliseo della Concezione Teresiano e P. Antonio Minasi Domenicano, dai soci D. Giulio Candida, D. Giuseppe Stefanelli, D. Luigi Sebastiani, dagli architetti addetti ai disegni, Pompeo Schiantarelli con l’incarico di direttore, D. Ignazio Stile e D. Bernardino Rulli. Nella suddivisione dei compiti, il segretario Sarconi prende con sé il disegnatore D. Pompeo Schiantarelli, mentre Pacifico, Fasano e Sebastiani si fanno seguire da D. Ignazio Stile. D. Bernardino Rulli viene aggregato a P. Eliseo e a P. Minasi.
Incisioni in rame, stampate su carta vergata coeva, minimi aloni di umidità e ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione.
7 fogli da 435x330, 210x330, 210x330, 435x330, 440x330, 435x330, 435,330 mm.
Michele Sarcone (Terlizzi 1731 - Napoli 1797)
Nacque a Terlizzi alla fine del 1731 con il nome di Michele Piacenza da genitori ignoti. Successivamente, tra il 1747 e il 1753, mutò il suo cognome in Sarcone, benché frequentemente si firmasse anche Sarconi.
Trasferitosi a Napoli per studiare medicina, divenne allievo di Michele Visone, importante esponente della corrente neoippocratica guidata da Francesco Serao. Nel 1753 era iscritto al Collegio dei dottori di medicina di Barletta. Negli anni successivi esercitò a Napoli e in altri centri minori della Campania, in particolare a Sessa.
Negli anni successivi, Sarcone tentò di ottenere una cattedra universitaria ma senza successo, e i suoi biografi insistono sui frequenti scontri avvenuti con i colleghi a tal proposito. Nel 1775 si trasferì a Roma, dove rimase per due anni esercitando la professione privatamente. Poco dopo il suo arrivo, egli diede alle stampe in forma anonima un componimento polemico intitolato Il caffè, dal quale emergono numerosi riferimenti alle rivalità professionali e alle presunte calunnie che ne avevano causato il trasferimento a Roma. Rientrò a Napoli nel 1777.
Sarcone si dedicò intensamente alle attività dell’accademia, accrescendo progressivamente la sua influenza. Per tale ragione entrò spesso in contrasto con il nuovo presidente Antonio Pignatelli, principe di Belmonte, succeduto nel 1782 a Imperiali.
Nel 1783, in occasione del terremoto che colpì la Calabria, Sarcone fu incaricato di guidare una spedizione di accademici con il compito di documentare il fenomeno sul piano scientifico, ma anche per le conseguenze politiche e socioeconomiche. Fu data così alle stampe la Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone nell’anno 1783 (Napoli 1784). Il frontespizio del componimento segnalava la pubblicazione a nome dei membri dell’accademia, tuttavia, l’intera opera era costituita dalle Osservazioni a firma di Sarcone. Redatta nella forma di un resoconto di viaggio, l’opera forniva un’analisi molto ampia del fenomeno, con un’attenzione particolare per le sue ricadute sulla popolazione.
L’apparizione del trattato nel modo voluto da Sarcone suscitò molte polemiche all’interno dell’accademia, causando infine la giubilazione del segretario il 10 novembre 1784. Si ritirò a vita privata provvisto di una pensione, ma continuando a esercitare occasionalmente la professione medica.
Morì a Napoli il 25 gennaio 1797 per le conseguenze di una febbre (cfr. Diego Carnevale - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 90 (2017)).
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Michele Sarcone (Terlizzi 1731 - Napoli 1797)
Nacque a Terlizzi alla fine del 1731 con il nome di Michele Piacenza da genitori ignoti. Successivamente, tra il 1747 e il 1753, mutò il suo cognome in Sarcone, benché frequentemente si firmasse anche Sarconi.
Trasferitosi a Napoli per studiare medicina, divenne allievo di Michele Visone, importante esponente della corrente neoippocratica guidata da Francesco Serao. Nel 1753 era iscritto al Collegio dei dottori di medicina di Barletta. Negli anni successivi esercitò a Napoli e in altri centri minori della Campania, in particolare a Sessa.
Negli anni successivi, Sarcone tentò di ottenere una cattedra universitaria ma senza successo, e i suoi biografi insistono sui frequenti scontri avvenuti con i colleghi a tal proposito. Nel 1775 si trasferì a Roma, dove rimase per due anni esercitando la professione privatamente. Poco dopo il suo arrivo, egli diede alle stampe in forma anonima un componimento polemico intitolato Il caffè, dal quale emergono numerosi riferimenti alle rivalità professionali e alle presunte calunnie che ne avevano causato il trasferimento a Roma. Rientrò a Napoli nel 1777.
Sarcone si dedicò intensamente alle attività dell’accademia, accrescendo progressivamente la sua influenza. Per tale ragione entrò spesso in contrasto con il nuovo presidente Antonio Pignatelli, principe di Belmonte, succeduto nel 1782 a Imperiali.
Nel 1783, in occasione del terremoto che colpì la Calabria, Sarcone fu incaricato di guidare una spedizione di accademici con il compito di documentare il fenomeno sul piano scientifico, ma anche per le conseguenze politiche e socioeconomiche. Fu data così alle stampe la Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone nell’anno 1783 (Napoli 1784). Il frontespizio del componimento segnalava la pubblicazione a nome dei membri dell’accademia, tuttavia, l’intera opera era costituita dalle Osservazioni a firma di Sarcone. Redatta nella forma di un resoconto di viaggio, l’opera forniva un’analisi molto ampia del fenomeno, con un’attenzione particolare per le sue ricadute sulla popolazione.
L’apparizione del trattato nel modo voluto da Sarcone suscitò molte polemiche all’interno dell’accademia, causando infine la giubilazione del segretario il 10 novembre 1784. Si ritirò a vita privata provvisto di una pensione, ma continuando a esercitare occasionalmente la professione medica.
Morì a Napoli il 25 gennaio 1797 per le conseguenze di una febbre (cfr. Diego Carnevale - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 90 (2017)).
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