Veduta Laterale de' Tre Tempj dalla parte di Mezzo Giorno Segnati colle corrispondenti lettere della veduta generale

Riferimento: S40641
Autore Giovanni Elia MORGHEN
Anno: 1767
Zona: Paestum
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 390 x 275 mm
Non Disponibile

Riferimento: S40641
Autore Giovanni Elia MORGHEN
Anno: 1767
Zona: Paestum
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 390 x 275 mm
Non Disponibile

Descrizione

Veduta dei templi di Paestum tratta dal raro Antichità di Pesto, una serie di 6 tavole, tratte da disegni di Antonio Joli, intagliate da Giovanni Elia Morghen nel 1765/67 e pubblicate dal fratello Filippo.

Le 6 tavole si trovano spesso stampate insieme alla raccolta intitolata Le Antichita di Pozzuoli, Baja, e Cuma di Filippo Morghen, stampato nel 1769.

Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, pieni margini, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Maria Toscano - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 76 (2012).

Giovanni Elia MORGHEN (Firenze 1721 - ?)

Giovanni Elia è menbro di una famiglia di incisori di Firenze. Non se ne conosce con esattezza l’origine. Secondo la testimonianza di Raffaello, il membro più illustre, suo nonno era originario di Montpellier e, dopo avere sposato una donna genovese, si trasferì a Firenze, dove aprì un negozio di trine. Entrambi i loro figli, Giovanni Elia e Filippo, si specializzarono nell’arte calcografica; il primo fu prevalentemente disegnatore, Filippo al contrario si perfezionò nell’intaglio, arte in cui fu particolarmente dotato. Giovanni Elia nacque a Firenze intorno al 1721 e fu disegnatore, pittore e intagliatore. A Firenze fu allievo di Giovan Domenico Ferretti e molto probabilmente fece parte della bottega di Carlo Bartolomeo Gregori: eseguì infatti, con lui e altri artisti della sua scuola, 26 delle incisioni presenti nella seconda edizione fiorentina (1766) delle Pitture del salone Imperiale del palazzo di Firenze, in cui erano comprese anche le riproduzioni delle decorazioni pittoriche presenti nelle ville della Petraia e di Poggio a Caiano. Trasferitosi a Napoli con il fratello, sin dal 1756 partecipò alla realizzazione delle tavole delle Antichità di Ercolano, opera in più volumi edita a Napoli con varie interruzioni a partire dal 1752 fino a Ottocento inoltrato. Nel 1760 chiese al re di Napoli di tornare a Firenze per sposarsi. Nel 1767 pubblicò sei tavole con le rappresentazioni dei templi di Paestum, tratte da disegni di Antonio Joli. Prese parte inoltre all’impresa editoriale di Pietro Paolo Montagnani volta a riprodurre i dipinti degli ambienti vaticani in Roma, contribuendo al volume del 1789 insieme, tra gli altri, ad Alessandro Mochetti e a Luigi Cunego.

Bibliografia

Maria Toscano - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 76 (2012).

Giovanni Elia MORGHEN (Firenze 1721 - ?)

Giovanni Elia è menbro di una famiglia di incisori di Firenze. Non se ne conosce con esattezza l’origine. Secondo la testimonianza di Raffaello, il membro più illustre, suo nonno era originario di Montpellier e, dopo avere sposato una donna genovese, si trasferì a Firenze, dove aprì un negozio di trine. Entrambi i loro figli, Giovanni Elia e Filippo, si specializzarono nell’arte calcografica; il primo fu prevalentemente disegnatore, Filippo al contrario si perfezionò nell’intaglio, arte in cui fu particolarmente dotato. Giovanni Elia nacque a Firenze intorno al 1721 e fu disegnatore, pittore e intagliatore. A Firenze fu allievo di Giovan Domenico Ferretti e molto probabilmente fece parte della bottega di Carlo Bartolomeo Gregori: eseguì infatti, con lui e altri artisti della sua scuola, 26 delle incisioni presenti nella seconda edizione fiorentina (1766) delle Pitture del salone Imperiale del palazzo di Firenze, in cui erano comprese anche le riproduzioni delle decorazioni pittoriche presenti nelle ville della Petraia e di Poggio a Caiano. Trasferitosi a Napoli con il fratello, sin dal 1756 partecipò alla realizzazione delle tavole delle Antichità di Ercolano, opera in più volumi edita a Napoli con varie interruzioni a partire dal 1752 fino a Ottocento inoltrato. Nel 1760 chiese al re di Napoli di tornare a Firenze per sposarsi. Nel 1767 pubblicò sei tavole con le rappresentazioni dei templi di Paestum, tratte da disegni di Antonio Joli. Prese parte inoltre all’impresa editoriale di Pietro Paolo Montagnani volta a riprodurre i dipinti degli ambienti vaticani in Roma, contribuendo al volume del 1789 insieme, tra gli altri, ad Alessandro Mochetti e a Luigi Cunego.