Pitratto nel quale si rappresenta il vero sito dell'Horti et Fontane che con ingegnosissimi adornamenti et maraviglie si ved
Riferimento: | S5441 |
Autore | Francesco Corduba |
Anno: | 1623 ca. |
Zona: | Villa d'Este |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 350 x 240 mm |
Riferimento: | S5441 |
Autore | Francesco Corduba |
Anno: | 1623 ca. |
Zona: | Villa d'Este |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 350 x 240 mm |
Descrizione
La veduta è parte di una serie di otto incisioni sui giardini di Roma, incise da Mattheus Greuter e Francesco Corduba e pubblicate, per la prima volta, dallo stesso Greuter e dal genero, il fiammingo Goffredo de Scacchi (Gottfried van Schayck), intorno al 1623.
Le lastre furono poi acquistate da Giovanni Giacomo de’ Rossi, che le ristampa intorno al 1650.
La serie include:
Villa Borghesia / Gio. Iacomo Rossi formis Romae alla pace alla insegna di Parigi
Giardino del ill.mo Card. Montalto / M. Greuter fe[cit] co[n] privileggio [earlier imprint obscured]
Disegno et sito del sontuoso giardino et palazzo del ser.mo gran duca di Toscana in Roma / Giovan. Domenico Rossi, le stampa in Roma alla pace
Villa de l'ecc.mo s.re principe Panfilio fuora de la Porta di S. Pancratio / si stampano per Gio. Iacomo Rossi formis Romae all' insegna di Parigi all pace
[R]itratto nel quale si representa il vero sito dell'horti et fontane che con ingeniosissimi adornamenti et maraviglie si vedono nella villa in Tivoli ... D. Hippolito Da Este, Card. di Ferrara / Franciscus Corduba fecit
Il palazzo papale à Monte Cavallo incominciato da Sisto V et da N.S. Papa Paolo V, finito, amplificato et in meglior forma redotto con la sala reggia et cappella papale fatta di nuouo da fondamenti / [without imprint]
Giardino de gl' ill.mi sig.ri Mattei / Giovan. Domenico Rossi, stampa in Roma alla pace
Giardino di Belvedere col palazzo del papa in Vaticano / In Roma f. Gio. Domenico Rossi alla pace.
Incisione in rame, con margini, in ottimo stato di conservazione.
Rara.
Francesco Corduba (Bitonto 1594 circa - ?)
Figlio del pittore Alonso, documentato a Bitonto (Bari) tra il 1594 e il 1619, e della seconda moglie di questo, compì il suo primo apprendistato nella bottega paterna. Appare probabile un suo tirocinio a Roma o Napoli, dove poté condurlo la munifica previdenza di monsignor Fabrizio Carafa, grande mecenate e animatore culturale. Un atto notarile del 1638 lo dice residente a Bitonto, nella casa ereditata dal padre, sita nel recinto della parrocchia di S. Pietro in Vincolis. A Bitonto sposò tale Lucrezia Pietrolonardo dalla quale, nel 1641, gli nacque un figlio, Giovanni Antonio.
A questo periodo risale con tutta probabilità la pala, firmata "Francesco Corduba", di recente ritrovata (Castellano, 1974) nella chiesa di S. Andrea a Bitonto, raffigurante i SS. Andrea, Antonio e Lucia, erede del più trito tardomanierismo. Altri documenti ricordano il C. a Bitonto almeno sino al 6 marzo 1650, epoca in cui egli risolse le ultime questioni pendenti con gli eredi della prima moglie del padre Alonso. Nello stesso 1650 il C. era a Roma, dove portò a termine la più importante commissione, alcune incisioni inserite nella Nuova Racolta di fontane... di Roma, Tivoli e Frascati, edita a Roma da Giov. Giac. Rossi. Nelle iscrizioni poste in calce alle sue incisioni, il C., oltre a professarsi "Bituntinus", si titola "eques" e dichiara di aver realizzato le incisioni a Roma. Al periodo di attività romana seguì il suo ritorno in Puglia: nel 1654 il C., "pittore e architetto", insieme con Michele Costantino, "scultore e architetto della Regia Corte", eseguì una planimetria dei luoghi circostanti la cappella della Madonna delle Grazie in Bitonto. Pochi anni dopo (1660) il C. entrò nell'Arciconfraternita del SS. Rosario presso la chiesa di S. Domenico a Bitonto. A questo periodo risale la sua attività di intagliatore e di cesellatore di metalli. L'incisione ritrovata dal Gambacorta, posta come frontespizio ai Repentini Zampilli della Fonte de' Ravvivati d'Acquaviva... (Bari 1663), raffigurante Il cervo alla fonte, èl'ultima opera conosciuta dell'artista. Non si conoscono data e luogo di morte. [Clara Gelao - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 29 (1983)].
|
Francesco Corduba (Bitonto 1594 circa - ?)
Figlio del pittore Alonso, documentato a Bitonto (Bari) tra il 1594 e il 1619, e della seconda moglie di questo, compì il suo primo apprendistato nella bottega paterna. Appare probabile un suo tirocinio a Roma o Napoli, dove poté condurlo la munifica previdenza di monsignor Fabrizio Carafa, grande mecenate e animatore culturale. Un atto notarile del 1638 lo dice residente a Bitonto, nella casa ereditata dal padre, sita nel recinto della parrocchia di S. Pietro in Vincolis. A Bitonto sposò tale Lucrezia Pietrolonardo dalla quale, nel 1641, gli nacque un figlio, Giovanni Antonio.
A questo periodo risale con tutta probabilità la pala, firmata "Francesco Corduba", di recente ritrovata (Castellano, 1974) nella chiesa di S. Andrea a Bitonto, raffigurante i SS. Andrea, Antonio e Lucia, erede del più trito tardomanierismo. Altri documenti ricordano il C. a Bitonto almeno sino al 6 marzo 1650, epoca in cui egli risolse le ultime questioni pendenti con gli eredi della prima moglie del padre Alonso. Nello stesso 1650 il C. era a Roma, dove portò a termine la più importante commissione, alcune incisioni inserite nella Nuova Racolta di fontane... di Roma, Tivoli e Frascati, edita a Roma da Giov. Giac. Rossi. Nelle iscrizioni poste in calce alle sue incisioni, il C., oltre a professarsi "Bituntinus", si titola "eques" e dichiara di aver realizzato le incisioni a Roma. Al periodo di attività romana seguì il suo ritorno in Puglia: nel 1654 il C., "pittore e architetto", insieme con Michele Costantino, "scultore e architetto della Regia Corte", eseguì una planimetria dei luoghi circostanti la cappella della Madonna delle Grazie in Bitonto. Pochi anni dopo (1660) il C. entrò nell'Arciconfraternita del SS. Rosario presso la chiesa di S. Domenico a Bitonto. A questo periodo risale la sua attività di intagliatore e di cesellatore di metalli. L'incisione ritrovata dal Gambacorta, posta come frontespizio ai Repentini Zampilli della Fonte de' Ravvivati d'Acquaviva... (Bari 1663), raffigurante Il cervo alla fonte, èl'ultima opera conosciuta dell'artista. Non si conoscono data e luogo di morte. [Clara Gelao - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 29 (1983)].
|