La presentazione al tempio

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Riferimento: S46893
Autore Albrecht DURER
Anno: 1505 ca.
Misure: 210 x 295 mm
12.000,00 €

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Riferimento: S46893
Autore Albrecht DURER
Anno: 1505 ca.
Misure: 210 x 295 mm
12.000,00 €

Descrizione

Presentazione di Cristo nel tempio, con il Cristo bambino tenuto in braccio da Simeone dietro l'altare a destra; una donna inginocchiata davanti all'altare che offre in sacrificio una colomba in una gabbia, dietro di lei la Vergine e San Giuseppe.

Xilografia, circa 1503-1504, monogrammata nella tavoletta in basso al centro.

Tavola della serie La Vita della Vergine, una raccolta di venti xilografie pubblicata tra il 1502 e il 1511.

Prova di stampa, avanti il testo.

Magnifica prova, impressa con incredibile tono su carta vergata coeva con filigrana “Alta Corona” (Meder 21, Briquet 4896 la data al 1499 circa), completo della linea del margine, in ottimo stato di conservazione.

“Quasi sopraffatti dall'architettura monumentale Giuseppe e Maria presentano il Cristo bambino nel Tempio di Gerusalemme. Il bambino è tenuto in braccio da Simeone, mentre la profetessa Hannah punta il dito. La Vergine offre in sacrificio una colomba. Ancor più che ne “La circoncisione”, Dürer riesce ad attirare l'osservatore nella composizione. Ciò risulta particolarmente evidente se si confronta questa costruzione architettonica con una sua “copia” nel De arte perspectiva di Jean Pelerin, Toul 1509. Pelerin, noto anche come Viator, la aggiunse all'edizione del 1509 del suo libro, che era stato pubblicato per la prima volta nel 1505, ma, non comprendendo l'intenzione di Dürer, aggiunse la colonna a destra che Dürer aveva volutamente escluso. Il modello di Dürer per l'architettura potrebbe essere un'opera simile all'affresco di Piero della Francesca “Incontro di Salomone con la regina di Saba” ad Arezzo. L'artista ha omesso qualsiasi elemento gotico e ha utilizzato un tratteggio parallelo in tutto il dipinto. L'ornamento a vite delle colonne è un riferimento all'Eucaristia” (cfr. Strauss, p. 325).

Le stampe della “Vita della Vergine” sono concepite su una scala leggermente più piccola e intima rispetto alle altre due grandi serie xilografiche di Dürer, L’Apocalisse e La Grande Passione. Esse rivelano un particolare interesse nell'uso di vari tipi di architettura e di sfondi paesaggistici per i soggetti familiari. La fitta foresta della “Fuga in Egitto”, con alberi tropicali e lucertole, è debitrice dell'incisione di Schongauer dello stesso soggetto (Lehrs 7), anche se Dürer ha ampliato la scala della composizione. È una delle diciassette stampe che Dürer realizzò tra il 1503 e il 1505 per la serie della “Vita della Vergine”, prima di partire per l'Italia nel 1505. Altre due stampe furono realizzate nel 1510 e la serie fu pubblicata con frontespizio e testo latino nel 1511, contemporaneamente alle serie dell'“Apocalisse” e della “Grande Passione”. A causa del tempo che Dürer impiegò per completare la serie, sono sopravvissute diverse impressioni senza testo (divise da Meder in tirature distinte).

Magnifico esemplare.

Bibliografia

Meder 1932 / Dürer Katalog (200); Bartsch / Le Peintre graveur (VII.132.88); Schoch 2001-04 / Albrecht Dürer, das druckgraphische Werk. 3 vols I Intaglio, II Woodcuts, III Book illustrations (II.178); Bartrum 1995 / German Renaissance Prints 1490-1550 (200); Panofsky, 308; Strauss, The Wooducts and Woodblocks of Albrecht Durer, p. 307, n. 99.

 

Albrecht DURER (Norimberga 1471 - 1528)

Pittore, disegnatore, incisore e teorico dell'arte tedesco (Norimberga 1471-1528). Figlio dell'orafo magiaro Albrecht il Vecchio, fu apprendista nella bottega paterna dal 1483 al 1486; poi studiò presso Michael Wolgemut, il maggior pittore e xilografo di Norimberga. Nel 1490 Dürer iniziò un lungo viaggio nelle terre tedesche; nel 1492 soggiornò a Colmar, poi fu a Basilea e a Strasburgo (1493). Lavorando di volta in volta nei luoghi dove soggiornava, Dürer si fece un nome anche come xilografo. Nel 1494 tornò a Norimberga (dove sposò Agnes Frey), e ripartì subito dopo per Venezia. Stabilitosi in patria nel 1495, vi aprì una bottega fiorentissima e un anno dopo ebbe inizio il lungo sodalizio con il grande elettore di Sassonia Federico il Saggio. Negli anni 1505-07 fu ancora a Venezia: già celebre, soprattutto per le sue incisioni, fu al centro della raffinata società di nobili, artisti e umanisti della Serenissima. Tornato a Norimberga ebbe la protezione di Massimiliano I, lavorando specialmente come xilografo, fino al 1519, anno della morte dell'imperatore. A Norimberga continuò la sua attività, sebbene a ritmo meno serrato per il fisico indebolito da una grave malattia, occupandosi inoltre fino alla morte della pubblicazione delle sue opere teoriche. Nelle primissime opere sono già realizzati pienamente quei caratteri di acuta penetrazione psicologica e di trasfigurato realismo che saranno costanti nella sua opera. Il primo viaggio a Venezia (1494-95), con puntate anche a Padova e a Mantova, fu fondamentale per il completamento della sua formazione, che si arricchì del plastico monumentalismo di Mantegna e delle armonie classiche del Pollaiolo e di Giovanni Bellini. Nel 1498 Dürer illustrò l'Apocalisse con 15 xilografie che rappresentano uno dei massimi capolavori dell'arte tedesca. Tra queste tavole: S. Giovanni davanti a Dio e ai vegliardi, i Quattro Cavalieri, il S. Michele. La popolarità e la larga diffusione che ebbe l'Apocalisse toccò anche alle xilografie eseguite per altri cicli religiosi: la Grande Passione (iniziata 1500, edita 1511, di cui si ricorda l'Ecce Homo), la Piccola Passione (1509-11), la Vita della Vergine (1500-11, comprendente la famosa tavola con il Riposo durante la fuga in Egitto), nei quali è evidente il proposito di una nuova interpretazione del Vangelo. In questi stessi anni Dürer eseguì numerose pale d'altare (spesso con aiuti di bottega), creando capolavori in cui lo spazio prospettico, i colori di smalto, il senso della quotidianità del divino sono le caratteristiche essenziali.Il secondo viaggio a Venezia gli pose problemi più specificamente coloristici, stimolati dal contatto con Giorgione e Tiziano. Rivolse inoltre la sua attenzione al nudo classico vitruviano (incisione con Adamo ed Eva, 1504), ma si sciolse dalle rigidezze canoniche, per un ideale di bellezza tutta umana, con le tavole a olio a grandezza naturale dell'Adamo ed Eva del Prado (1507). Ben presto tornò però a esprimersi con l'incisione, realizzando le sue 3 opere più note: Cavaliere, la Morte e il Diavolo (1513), S. Girolamo nello studio (1514), Melencolia I (1514). Nell'ultimo periodo di vita si occupò principalmente della pubblicazione dei suoi scritti teorici, arricchiti da disegni scientifici: il trattato di geometria (1525); il trattato sulle fortificazioni (1527); il trattato sulle proporzioni (1528). Con essi, oltre alla divulgazione dei principi matematici che erano alla base dell'arte rinascimentale italiana, Dürer si proponeva di trasmettere le conclusioni cui era giunto in merito alla creazione artistica: in un vero artista, al Brauch, l'abilità tecnica, doveva accompagnarsi la Kunst, la capacità intellettuale di teorizzare e realizzare i principi generali dell'arte, concetto strettamente connesso alla figura dell'artista umanista e gentiluomo.

Albrecht DURER (Norimberga 1471 - 1528)

Pittore, disegnatore, incisore e teorico dell'arte tedesco (Norimberga 1471-1528). Figlio dell'orafo magiaro Albrecht il Vecchio, fu apprendista nella bottega paterna dal 1483 al 1486; poi studiò presso Michael Wolgemut, il maggior pittore e xilografo di Norimberga. Nel 1490 Dürer iniziò un lungo viaggio nelle terre tedesche; nel 1492 soggiornò a Colmar, poi fu a Basilea e a Strasburgo (1493). Lavorando di volta in volta nei luoghi dove soggiornava, Dürer si fece un nome anche come xilografo. Nel 1494 tornò a Norimberga (dove sposò Agnes Frey), e ripartì subito dopo per Venezia. Stabilitosi in patria nel 1495, vi aprì una bottega fiorentissima e un anno dopo ebbe inizio il lungo sodalizio con il grande elettore di Sassonia Federico il Saggio. Negli anni 1505-07 fu ancora a Venezia: già celebre, soprattutto per le sue incisioni, fu al centro della raffinata società di nobili, artisti e umanisti della Serenissima. Tornato a Norimberga ebbe la protezione di Massimiliano I, lavorando specialmente come xilografo, fino al 1519, anno della morte dell'imperatore. A Norimberga continuò la sua attività, sebbene a ritmo meno serrato per il fisico indebolito da una grave malattia, occupandosi inoltre fino alla morte della pubblicazione delle sue opere teoriche. Nelle primissime opere sono già realizzati pienamente quei caratteri di acuta penetrazione psicologica e di trasfigurato realismo che saranno costanti nella sua opera. Il primo viaggio a Venezia (1494-95), con puntate anche a Padova e a Mantova, fu fondamentale per il completamento della sua formazione, che si arricchì del plastico monumentalismo di Mantegna e delle armonie classiche del Pollaiolo e di Giovanni Bellini. Nel 1498 Dürer illustrò l'Apocalisse con 15 xilografie che rappresentano uno dei massimi capolavori dell'arte tedesca. Tra queste tavole: S. Giovanni davanti a Dio e ai vegliardi, i Quattro Cavalieri, il S. Michele. La popolarità e la larga diffusione che ebbe l'Apocalisse toccò anche alle xilografie eseguite per altri cicli religiosi: la Grande Passione (iniziata 1500, edita 1511, di cui si ricorda l'Ecce Homo), la Piccola Passione (1509-11), la Vita della Vergine (1500-11, comprendente la famosa tavola con il Riposo durante la fuga in Egitto), nei quali è evidente il proposito di una nuova interpretazione del Vangelo. In questi stessi anni Dürer eseguì numerose pale d'altare (spesso con aiuti di bottega), creando capolavori in cui lo spazio prospettico, i colori di smalto, il senso della quotidianità del divino sono le caratteristiche essenziali.Il secondo viaggio a Venezia gli pose problemi più specificamente coloristici, stimolati dal contatto con Giorgione e Tiziano. Rivolse inoltre la sua attenzione al nudo classico vitruviano (incisione con Adamo ed Eva, 1504), ma si sciolse dalle rigidezze canoniche, per un ideale di bellezza tutta umana, con le tavole a olio a grandezza naturale dell'Adamo ed Eva del Prado (1507). Ben presto tornò però a esprimersi con l'incisione, realizzando le sue 3 opere più note: Cavaliere, la Morte e il Diavolo (1513), S. Girolamo nello studio (1514), Melencolia I (1514). Nell'ultimo periodo di vita si occupò principalmente della pubblicazione dei suoi scritti teorici, arricchiti da disegni scientifici: il trattato di geometria (1525); il trattato sulle fortificazioni (1527); il trattato sulle proporzioni (1528). Con essi, oltre alla divulgazione dei principi matematici che erano alla base dell'arte rinascimentale italiana, Dürer si proponeva di trasmettere le conclusioni cui era giunto in merito alla creazione artistica: in un vero artista, al Brauch, l'abilità tecnica, doveva accompagnarsi la Kunst, la capacità intellettuale di teorizzare e realizzare i principi generali dell'arte, concetto strettamente connesso alla figura dell'artista umanista e gentiluomo.