La Pentecoste
Riferimento: | S42503 |
Autore | Albrecht DURER |
Anno: | 1510 ca. |
Misure: | 95 x 125 mm |
Riferimento: | S42503 |
Autore | Albrecht DURER |
Anno: | 1510 ca. |
Misure: | 95 x 125 mm |
Descrizione
Xilografia, 1510 circa, firmata con il monogramma in basso al centro, nell’immagine.
Della serie “La Piccola Passione”.
Esemplare dalla prima edizione latina, edita nel 1511.
Magnifica prova, ricca di toni e ben contrastata, rifilata alla linea del margine, testo latino al verso, in ottimo stato di conservazione.
Nota Strauss che l'apostolo in primo piano ricorda "l’Altare Heller", mentre la Vergine ha una stretta somiglianza con quella di Schäufelein nel foglio corrispondente
Conformemente alla Scrittura, i seguaci di Cristo sono sormontati da "lingue di fuoco" (Atti 2:1-3) che simboleggiano "l'effusione dello Spirito Santo". Contrariamente a Schäufelein, l'evento si svolge all'aria aperta, e ci sono molti partecipanti in quanto non c'è evidenza che alla scena assistitano solo i discepoli. Uno studio dettagliato, condotto dalla Hass, rivela l’interpretazione personale dell'artista. L'aspetto più sorprendente della versione di Dürer della Penecoste è che l'effusione dello Spirito Santo non è limitata a Maria e ai discepoli: quindici fiamme escono dalle corone di Maria e dei vecchi e nuovi seguaci di Cristo, mentre sullo sfondo tre dei devoti ebrei menzionati negli Atti sono ancora seduti e, guardando, discuno gli eventi davanti a loro. Mentre l'ampliamento del numero – da dodici a quindici - esseri illuminati dallo Spirito può essere giustificata in termini di descrizione fornita negli Atti, rimane una licenza in termini pittorici. I precursori locali, tra cui il maestro di Dürer, Wolgemut, mostrano principalmente dodici figure benedette tra cui la Vergine. Inoltre, nel suo testo di accompagnamento per questa immagine Chelidonius commenta la discesa dello Spirito Santo solo in relazione ai discepoli; anche questo è in contrasto con l'evidenza visiva nell'immagine di Dürer.
Intorno al 1509, mentre stava ancora completando la Grande Passione, Dürer iniziò la sua serie più estesa delle passioni di Cristo, La Piccola Passione, che comprende trentasette xilografie. La serie fu pubblicata come libro; ogni tavola è accompagnata da un testo narrativo-descrittivo composto dall'amico di Dürer, il chierico umanista Benedictus Chelidonius, che aveva precedentemente collaborato con l'artista per i testi delle serie di xilografie della Vita della Vergine e della Grande Passione. Fu Friedrich Winkler che nel 1941 suggerì che a fornire il modello per la Piccola Passione fosse stato Hans Schäufelein, uno degli allievi di Dürer, ma questa proposta non è accettata all'unanimità dagli studiosi. Angela Hass nota che, dato ciò che sappiamo del carattere di Dürer e delle relative doti dei due artisti, il rapporto maestro/allievo da solo è in contraddizione. Così come il fatto che c'è un’alterazione sia nella scelta che nell'interpretazione dei soggetti. Dürer include nove temi che non appaiono nella serie di Schäufelein, il frontespizio e le quattro scene introduttive che precedono l'Entrata di Cristo a Gerusalemme, altre quattro scene leggendarie sono state aggiunte, includono i Santi Veronica, Pietro e Paolo; due scene che figurano nell'arco della serie di Schaufelein sono omesse da Dürer, la Spogliazione di Cristo e, più importante, l'Incoronazione della Vergine. Un'altra ragione per mettere in dubbio l'opinione di Winkler deriva dal fatto che una parte sostanziale dell'iconografia che Dürer impiega nella serie della Piccola Passione può essere ricondotta a opere d'arte contemporanee e precedenti che erano facilmente accessibili per entrambi gli artisti.
Bibliografia
Hollstein, 160; Bartsch, 51; Panofsky, 271; Strauss, 135; TIB 1001.251; A. Hass, Two Devotional Manuals by Albrecht Dürer: The "Small Passion" and the "Engraved Passion." Iconography, Context and Spirituality, in Zeitschrift für Kunstgeschichte 63. Bd., H. 2 (2000), pp. 169-230 (62 pages)
Albrecht DURER (Norimberga 1471 - 1528)
Pittore, disegnatore, incisore e teorico dell'arte tedesco (Norimberga 1471-1528). Figlio dell'orafo magiaro Albrecht il Vecchio, fu apprendista nella bottega paterna dal 1483 al 1486; poi studiò presso Michael Wolgemut, il maggior pittore e xilografo di Norimberga. Nel 1490 Dürer iniziò un lungo viaggio nelle terre tedesche; nel 1492 soggiornò a Colmar, poi fu a Basilea e a Strasburgo (1493). Lavorando di volta in volta nei luoghi dove soggiornava, Dürer si fece un nome anche come xilografo. Nel 1494 tornò a Norimberga (dove sposò Agnes Frey), e ripartì subito dopo per Venezia. Stabilitosi in patria nel 1495, vi aprì una bottega fiorentissima e un anno dopo ebbe inizio il lungo sodalizio con il grande elettore di Sassonia Federico il Saggio. Negli anni 1505-07 fu ancora a Venezia: già celebre, soprattutto per le sue incisioni, fu al centro della raffinata società di nobili, artisti e umanisti della Serenissima. Tornato a Norimberga ebbe la protezione di Massimiliano I, lavorando specialmente come xilografo, fino al 1519, anno della morte dell'imperatore. A Norimberga continuò la sua attività, sebbene a ritmo meno serrato per il fisico indebolito da una grave malattia, occupandosi inoltre fino alla morte della pubblicazione delle sue opere teoriche. Nelle primissime opere sono già realizzati pienamente quei caratteri di acuta penetrazione psicologica e di trasfigurato realismo che saranno costanti nella sua opera. Il primo viaggio a Venezia (1494-95), con puntate anche a Padova e a Mantova, fu fondamentale per il completamento della sua formazione, che si arricchì del plastico monumentalismo di Mantegna e delle armonie classiche del Pollaiolo e di Giovanni Bellini. Nel 1498 Dürer illustrò l'Apocalisse con 15 xilografie che rappresentano uno dei massimi capolavori dell'arte tedesca. Tra queste tavole: S. Giovanni davanti a Dio e ai vegliardi, i Quattro Cavalieri, il S. Michele. La popolarità e la larga diffusione che ebbe l'Apocalisse toccò anche alle xilografie eseguite per altri cicli religiosi: la Grande Passione (iniziata 1500, edita 1511, di cui si ricorda l'Ecce Homo), la Piccola Passione (1509-11), la Vita della Vergine (1500-11, comprendente la famosa tavola con il Riposo durante la fuga in Egitto), nei quali è evidente il proposito di una nuova interpretazione del Vangelo. In questi stessi anni Dürer eseguì numerose pale d'altare (spesso con aiuti di bottega), creando capolavori in cui lo spazio prospettico, i colori di smalto, il senso della quotidianità del divino sono le caratteristiche essenziali.Il secondo viaggio a Venezia gli pose problemi più specificamente coloristici, stimolati dal contatto con Giorgione e Tiziano. Rivolse inoltre la sua attenzione al nudo classico vitruviano (incisione con Adamo ed Eva, 1504), ma si sciolse dalle rigidezze canoniche, per un ideale di bellezza tutta umana, con le tavole a olio a grandezza naturale dell'Adamo ed Eva del Prado (1507). Ben presto tornò però a esprimersi con l'incisione, realizzando le sue 3 opere più note: Cavaliere, la Morte e il Diavolo (1513), S. Girolamo nello studio (1514), Melencolia I (1514). Nell'ultimo periodo di vita si occupò principalmente della pubblicazione dei suoi scritti teorici, arricchiti da disegni scientifici: il trattato di geometria (1525); il trattato sulle fortificazioni (1527); il trattato sulle proporzioni (1528). Con essi, oltre alla divulgazione dei principi matematici che erano alla base dell'arte rinascimentale italiana, Dürer si proponeva di trasmettere le conclusioni cui era giunto in merito alla creazione artistica: in un vero artista, al Brauch, l'abilità tecnica, doveva accompagnarsi la Kunst, la capacità intellettuale di teorizzare e realizzare i principi generali dell'arte, concetto strettamente connesso alla figura dell'artista umanista e gentiluomo.
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Albrecht DURER (Norimberga 1471 - 1528)
Pittore, disegnatore, incisore e teorico dell'arte tedesco (Norimberga 1471-1528). Figlio dell'orafo magiaro Albrecht il Vecchio, fu apprendista nella bottega paterna dal 1483 al 1486; poi studiò presso Michael Wolgemut, il maggior pittore e xilografo di Norimberga. Nel 1490 Dürer iniziò un lungo viaggio nelle terre tedesche; nel 1492 soggiornò a Colmar, poi fu a Basilea e a Strasburgo (1493). Lavorando di volta in volta nei luoghi dove soggiornava, Dürer si fece un nome anche come xilografo. Nel 1494 tornò a Norimberga (dove sposò Agnes Frey), e ripartì subito dopo per Venezia. Stabilitosi in patria nel 1495, vi aprì una bottega fiorentissima e un anno dopo ebbe inizio il lungo sodalizio con il grande elettore di Sassonia Federico il Saggio. Negli anni 1505-07 fu ancora a Venezia: già celebre, soprattutto per le sue incisioni, fu al centro della raffinata società di nobili, artisti e umanisti della Serenissima. Tornato a Norimberga ebbe la protezione di Massimiliano I, lavorando specialmente come xilografo, fino al 1519, anno della morte dell'imperatore. A Norimberga continuò la sua attività, sebbene a ritmo meno serrato per il fisico indebolito da una grave malattia, occupandosi inoltre fino alla morte della pubblicazione delle sue opere teoriche. Nelle primissime opere sono già realizzati pienamente quei caratteri di acuta penetrazione psicologica e di trasfigurato realismo che saranno costanti nella sua opera. Il primo viaggio a Venezia (1494-95), con puntate anche a Padova e a Mantova, fu fondamentale per il completamento della sua formazione, che si arricchì del plastico monumentalismo di Mantegna e delle armonie classiche del Pollaiolo e di Giovanni Bellini. Nel 1498 Dürer illustrò l'Apocalisse con 15 xilografie che rappresentano uno dei massimi capolavori dell'arte tedesca. Tra queste tavole: S. Giovanni davanti a Dio e ai vegliardi, i Quattro Cavalieri, il S. Michele. La popolarità e la larga diffusione che ebbe l'Apocalisse toccò anche alle xilografie eseguite per altri cicli religiosi: la Grande Passione (iniziata 1500, edita 1511, di cui si ricorda l'Ecce Homo), la Piccola Passione (1509-11), la Vita della Vergine (1500-11, comprendente la famosa tavola con il Riposo durante la fuga in Egitto), nei quali è evidente il proposito di una nuova interpretazione del Vangelo. In questi stessi anni Dürer eseguì numerose pale d'altare (spesso con aiuti di bottega), creando capolavori in cui lo spazio prospettico, i colori di smalto, il senso della quotidianità del divino sono le caratteristiche essenziali.Il secondo viaggio a Venezia gli pose problemi più specificamente coloristici, stimolati dal contatto con Giorgione e Tiziano. Rivolse inoltre la sua attenzione al nudo classico vitruviano (incisione con Adamo ed Eva, 1504), ma si sciolse dalle rigidezze canoniche, per un ideale di bellezza tutta umana, con le tavole a olio a grandezza naturale dell'Adamo ed Eva del Prado (1507). Ben presto tornò però a esprimersi con l'incisione, realizzando le sue 3 opere più note: Cavaliere, la Morte e il Diavolo (1513), S. Girolamo nello studio (1514), Melencolia I (1514). Nell'ultimo periodo di vita si occupò principalmente della pubblicazione dei suoi scritti teorici, arricchiti da disegni scientifici: il trattato di geometria (1525); il trattato sulle fortificazioni (1527); il trattato sulle proporzioni (1528). Con essi, oltre alla divulgazione dei principi matematici che erano alla base dell'arte rinascimentale italiana, Dürer si proponeva di trasmettere le conclusioni cui era giunto in merito alla creazione artistica: in un vero artista, al Brauch, l'abilità tecnica, doveva accompagnarsi la Kunst, la capacità intellettuale di teorizzare e realizzare i principi generali dell'arte, concetto strettamente connesso alla figura dell'artista umanista e gentiluomo.
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