Tartariae Sive Magni Chami Regni typus

Riferimento: S46125
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1570 ca.
Zona: Tartaria
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 470 x 350 mm
Non Disponibile

Riferimento: S46125
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1570 ca.
Zona: Tartaria
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 470 x 350 mm
Non Disponibile

Descrizione

Magnifico esemplare della carta di Abraham Ortelius della Tartaria, del Giappone e della costa occidentale del Nord America, tratta dal Theatrum Orbis Terarrum di Ortelius, il primo atlante moderno del mondo.

Questa mappa è la prima carta “ottenibile” a nominare la California ed è una delle prime a includere lo Stretto di Anian, che separa il Nord America dall'Asia. Fornisce una notevole rappresentazione di quello che allora era il Regno dei Tartari, che si estendeva dal Mar Caspio a ovest, fino alla Cina, al Giappone e alla Russia a est. È inclusa Taiwan, denominata come Isla Fermosa. La carta offre anche un'interessante rappresentazione della costa nord-occidentale dell'America, della California e di quello che oggi è il sud-ovest americano. Il Giappone è rappresentato orizzontalmente, una tipica rappresentazione dell'arcipelago dell'epoca. Tuttavia, la sua più grande innovazione è, come detto, la rappresentazione dello Stretto di Anian, oggi Stretto di Bering. La prima carta geografica a farlo fu il planisfero di Giacomo Gastaldi del 1562. Lo Stretto divenne quindi un'abbreviazione per indicare un passaggio verso la Cina, ovvero un Passaggio a Nord-Ovest. Appare sulle carte geografiche fino alla metà del XVIII secolo.

Esemplare del terzo stato di quattro secondo Van den Broecke: "dall’edizione francese del 1587in poi, tutte le linee di costa, le isole, ecc. hanno ricevuto un'ulteriore serie di linee orizzontali (ritocchi di lastra). Laddove nella prima versione era di 2-3 mm, e nella fase intermedia era di 5-6 mm, ora diventa di 7-9 mm. La nave al centro della mappa ha ora delle onde sotto di sé che si estendono per tutta la lunghezza sotto la nave". Dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e poi nel 1612.

A partire dal 1609, la nave al centro fu reincisa e gli oblò scomparvero nuovamente. A partire dal 1595, l'angolo inferiore sinistro cominciò a staccarsi. Nel 1609, il pezzo mancante misura 4 x 6 mm e la rigatura del mare è completamente svanita.

Questa carta si basa sulla carta murale del mondo dello stesso Ortelius (1564) e sulla carta murale dell'Asia del 1567, entrambe in 8 fogli. La carta dell'Asia si basa a sua volta sui 3 fogli di Giacomo Gastaldi del 1561 (Karrow p. 2-3, Meurer p. 38).

Il Theatrum Orbis Terrarum è considerato il primo vero “atlante” moderno. L’opera fu pubblicata in 7 lingue e 36 edizioni, per il quale – nel 1570 - Ortelius ottenne il privilegio, ovvero una sorta di diritto d'autore che impediva ad altri cartografi di pubblicare i propri lavori. Il Theatrum rappresentava il lavoro più avanzato del lavoro della descrizione cartografica. L’Ortelius vi raccolse il sapere geografico e cartografico del suo tempo, proponendo in 147 spettacolari tavole incise l’immagine più fedele del mondo allora conosciuto e, in alcune straordinarie “carte storiche”, regioni e itinerari tratti dalla letteratura, dalla mitologia, dalla tradizione. Ortelius fu anche il primo a citare le fonti, menzionando i nomi dei cartografi nel “catalogus auctorum”. Dal 1598 al 1612 le edizioni postume del Theatrum furono realizzate dal suo collaboratore Johannes Baptiste Vrients.

Acquaforte, finemente colorata in epoca, minime ossidazioni, per il resto in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Van den Broecke – Ortelius, n. 163; Wheat, C. I., Mapping of the Transmississippi West, 1540 – 1861, #16. Wagner, H. R., The Cartography of the Northwest Coast of America To the Year 1800, #81. Cortazzi, H., Isles of Gold: Antique Maps of Japan, plate 16. Walter, L., Japan: A Cartographic Vision: European Printed Maps from the early 16th to the 19th Century, #11E.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.