Patrimonio di S. Pietro, Sabina et Ducato di Castro
Riferimento: | CO-121 |
Autore | Giovanni Antonio MAGINI |
Anno: | 1606 ca. |
Zona: | Lazio, Patrimonio di S. Pietro, Sabina |
Luogo di Stampa: | Bologna |
Misure: | 472 x 365 mm |
Riferimento: | CO-121 |
Autore | Giovanni Antonio MAGINI |
Anno: | 1606 ca. |
Zona: | Lazio, Patrimonio di S. Pietro, Sabina |
Luogo di Stampa: | Bologna |
Misure: | 472 x 365 mm |
Descrizione
Carta geografica tratta dal L’Italia a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre.
Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright.
Le carte del Lazio del Magini sono di complessa analisi. Egli divide per la prima volta la regione in due parti, usando come limite il corso del Tevere e dell’Aniene.
La carta in questione comprende i territori a nord dei due fiumi ed è il prodotto dell’esame di diverse carte. L’autore infatti delinea la costa fino a Civitavecchia seguendo al carta del senese del Buonsignori (1584), la parte della Tuscia è ispirata dal Bellarmato (1536), la parte del lago di Bolsena e della Sabina è tradotta dal Danti, mentre per la campagna a nord di Roma si vede l’influenza della mitica carta di Eufrosino della Volpaia del 1547.
In basso, nel cartiglio a sinistra, il titolo PATRIMONIO DI S.PIETRO, SABINA et Ducato di Castro. Al centro la scala grafica Miglia dieci (10 miglia pari a mm 50), nel cartiglio a destra la dedica All’ Ill.mo et Rev.mo mio Sig.r et P[at]ron[us] Col.mo il S.r Card:e Aldobrandini. Fabio di Gio. Ant.o Magini. Nel lato destro una vignetta raffigurante la lupa con Romolo e Remo. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, il nord in alto.
Graduazione ai margini di 1’ in 1’ da 41° 30’ a 42° 29’ di latitudine, e da 34° 51’ 10’’ a 36° 38’ 10’’ di longitudine.
Incisa da Benjamin Wright dopo il 1606. In ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Almagià (1960): pp. 24-25, tav. XLIII; Istituto di Studi Romani, a cura di A. Frutaz, "Le Carte del Lazio", XXII.1, tav. 53.
Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.
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Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.
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