Topografia e Fabbriche scoperte nella Città di Pompei
Riferimento: | S44851 |
Autore | Francesco PIRANESI |
Anno: | 1792 |
Zona: | Pompei |
Misure: | 825 x 450 mm |
Riferimento: | S44851 |
Autore | Francesco PIRANESI |
Anno: | 1792 |
Zona: | Pompei |
Misure: | 825 x 450 mm |
Descrizione
Topografia delle Fabbriche scoperte nella Città di Pompei : Alla Maestá di Gustavo Adolfo Ré di Svezia de Goti e de Vandali ... Erede di Danimarca e Norvegia duca di Slesuig-Holstein ... Amatore munificentissimo delle belle arti / Francesco Piranesi umilla e consacra.
Pianta degli scavi di Pompei incisa da Francesco Piranesi - probabilmente su disegno e progetto del padre Giovan Battista (m. 1778) - e pubblicata nel 1785, come si evince dall'iscrizione in basso nel grande cartiglio di sinistra che contiene 39 rimandi: Questa pianta indica quanto fù discoperto sino all'anno 1780 e pubblicata l'anno 1785. La tavola nasce in contemporanea con gli scavi di Pompei e Piranesi prevede che dovrà essere aggiornata con le nuove scoperte.
La seconda edizione della pianta vede aggiunta, nel cartiglio in basso al centro, la dicitura: Nuovi Edifizi scoperti posteriormente fino a tutto Giugno 1788 che se ne darà l'indice.
La successiva edizione del 1792 infatti, che al posto del titolo in alto contiene la dedica al Re di Svezia Adolfo Gustavo, mostra l'aggiunta di nuovi rimandi (nn. 40-47) nel cartiglio in basso al centro, dove si legge: Topografia delle Fabbriche scoperte nella città di Pompei. I numeri seguenti indicano quanto si è discoperto in seguito sino al 1792.
Gli scavi di Pompei ebbero inizio - esplorativo - nel 1748 sotto Carlo di Borbone ma solo nel 1763 iniziarono realmente con la scoperta dell'iscrizione di Suedio Clemente.
Francesco Piranesi (Roma, 1758 ca. – Parigi, gennaio 1810) fu disegnatore, incisore ed acquafortista italiano. Figlio e allievo di Giovan Battista Piranesi, lavora molto al fianco del padre, con il quale nel 1770 visita Pompei. Nel 1799 si trasferisce con il fratello a Parigi in fuga dalle vicende politiche legate alla caduta della prima Repubblica Romana; qui la Calcografia Piranesi stampa numerose tavole realizzate da Giovan Battista Piranesi e rimaste inedite al momento della morte, tra le quali: Antiquitès de la Grande Grèce… (1804 –1807); Raccolta de’ tempi antichi (1780); Il Teatro di Ercolano… (1783); Monumenti degli Scipioni (1785) e un’antologia delle principali staute classiche di Roma.
Esemplare della terza edizione dell’opera, stampata nel 1792, con gli aggiornamenti sugli scavi e le nuove scoperte.
Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata settecentesca, con margini, in perfetto stato di conservazione. Rara.
Bibliografia
C.A. Petrucci, Catalogo Generale Delle Stampe Tratte Dai Rami Incisi Posseduti Dalla Calcografia Nazionale, 1021, p. 300 tav. 10, 1953; Focillon H., Giovanni Battista Piranesi, tav. 255, 1967; E. Benezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessignateurs et Graveurs de tous les temps et de tous les Pays... nouvelle edition entiérement refondue sous la direction de Jacques Busse, Gründ 1999; L. Garcia y Garcia, Nova Bibliotheca Pompeiana, Roma 1998.
Francesco PIRANESI (Roma 1758 - Parigi 1810)
Figlio di G. B. Piranesi, fu allievo di J. Ph. e J. G. Hackert e di G. Volpato. A Roma collaborò con il padre alla decorazione del Caffè degli Inglesi; dopo la caduta della Repubblica romana si rifugiò a Parigi, dove impiantò con i fratelli Pietro e Laura , anch'essi incisori, la Chalcographie des Piranesi frères e una fabbrica di terrecotte su modelli antichi. L’opera di Francesco Piranesi è inseparabile da quella del padre Giovanni Battista, nella quale si inserisce completandola. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1778, egli ripubblicò le vecchie raccolte con l’aggiunta di nuove tavole, eseguite completando gli
schizzi e gli appunti del padre. Tra le opere tratte dai rami incisi dal padre, notevole Les antiquités de la Grande Grèce (1804-07). Una delle opere più rappresentative di Francesco è la
Raccolta de’ Tempi Antichi che vede, accanto alle vedute propriamente dette, alcune
tavole di particolari a carattere documentario “…al fine di formare un corpo di studio
completo per gli architetti”.
Alcune opere di questa serie sono conservate presso lo Smith College Museum of Art di
Notrhampton, Massachussetts.
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Francesco PIRANESI (Roma 1758 - Parigi 1810)
Figlio di G. B. Piranesi, fu allievo di J. Ph. e J. G. Hackert e di G. Volpato. A Roma collaborò con il padre alla decorazione del Caffè degli Inglesi; dopo la caduta della Repubblica romana si rifugiò a Parigi, dove impiantò con i fratelli Pietro e Laura , anch'essi incisori, la Chalcographie des Piranesi frères e una fabbrica di terrecotte su modelli antichi. L’opera di Francesco Piranesi è inseparabile da quella del padre Giovanni Battista, nella quale si inserisce completandola. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1778, egli ripubblicò le vecchie raccolte con l’aggiunta di nuove tavole, eseguite completando gli
schizzi e gli appunti del padre. Tra le opere tratte dai rami incisi dal padre, notevole Les antiquités de la Grande Grèce (1804-07). Una delle opere più rappresentative di Francesco è la
Raccolta de’ Tempi Antichi che vede, accanto alle vedute propriamente dette, alcune
tavole di particolari a carattere documentario “…al fine di formare un corpo di studio
completo per gli architetti”.
Alcune opere di questa serie sono conservate presso lo Smith College Museum of Art di
Notrhampton, Massachussetts.
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