Ischia quae olim Aenaria

Riferimento: S46115
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Ischia
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 485 x 370 mm
Non Disponibile

Riferimento: S46115
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Ischia
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 485 x 370 mm
Non Disponibile

Descrizione

Titolo nel cartiglio: ISCHIA, | "quæ olim" | ÆNARIA. | "Ab Æneæ claße hic appulsa | sic nominata". | 1590. Nel carttiglio in basso a sinistra: "Ne mireris lector; si Septentrionalem | plagam non superiorem (ut moris est) | sed contra,inferiorem regionem spectare | videas: Id namque data opera fecimus, | Quo utilior, magis necessaria, atque | amœnior Insulæ pars, verusque eius | Situs in conspectu Caietæ, Cumarum, | Prochytæ, Baiarum, Puteolorum, et | Neapolis obviam iret". In quello in basso a destra: "Omnia autem hæc constant | ratione Circini semper indubi:|tata, exceptis Mediterraneis | locis, circumvicinis Insulis, & | Montium aliquot, atque cre:|matorum lapidum quantita:|tibus; Quæ tum situs, tum | ornatus, & perspectivæ | gratia ponuntur". | IVLIVS IASOLI:|NVS DESCRIB.

Una magnifica carta dell'Isola d'Ischia, basata sul rilievo di Giulio Iasolino (1537 ca. - 1622 ca.) che nel 1588 scrisse un libro su Ischia e i suoi bagni benefici che includeva una carta dell'isola, incisa da Mario Cartario, che qui è stata fedelmente seguita (S. Bifolco/F. Ronca tav. 1043).

“Giulio Iasolino è medico e scienziato calabrese, originario di Monteleone Calabro, e autore di diversi trattati di anatomia. Il De rimedi costituisce il suo lavoro più importante, al quale è legata la sua fama. L’opera tratta dell’antichità d’Ischia e, mediante le testimonianze di numerosi antichi scrittori greci e latini, dimostra come in epoca antica i bagni di quest’isola fossero d’uso comune e celebratissimi. L’opera fu pubblicata per la prima volta a Napoli nel 1588 da Giuseppe Cacchi. In realtà, Iasolino aveva completato un manoscritto in latino sull’isola e le sue sorgenti già nel 1582, ma le sue nobili pazienti lo persuasero a pubblicarlo in italiano, per cui passarono altri sei anni prima che l’opera vedesse la luce, dopo essere stata privata delle questioni estremamente tecniche ed integrata con nuovi capitoli riguardanti la descrizione topografica dell’isola e questioni di carattere generale. Nel 1586, Mario Cartaro delineò la carta dell’isola, sulle precise indicazioni fornitegli da Iasolino. La carta, tuttavia, è presente in pochissimi esemplari del libro, probabilmente poiché stampata separatamente a Roma due anni prima della pubblicazione del volume. Il lavoro del Cartaro, prototipo della cartografia dell’isola, venne subito ripreso da Abraham Ortelius per la tavola che pubblica nel Theatrum Orbis Terrarum del 1590” (cfr. S. Bifolco/F. Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 2064).

Esemplare del primo stato di due secondo Van den Broecke, con la data 1590; dopo il 1612 la data fu rimossa. Dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e poi nel 1612.

Il Theatrum Orbis Terrarum è considerato il primo vero “atlante” moderno. L’opera fu pubblicata in 7 lingue e 36 edizioni, per il quale – nel 1570 - Ortelius ottenne il privilegio, ovvero una sorta di diritto d'autore che impediva ad altri cartografi di pubblicare i propri lavori. Il Theatrum rappresentava il lavoro più avanzato del lavoro della descrizione cartografica. L’Ortelius vi raccolse il sapere geografico e cartografico del suo tempo, proponendo in 147 spettacolari tavole incise l’immagine più fedele del mondo allora conosciuto e, in alcune straordinarie “carte storiche”, regioni e itinerari tratti dalla letteratura, dalla mitologia, dalla tradizione. Ortelius fu anche il primo a citare le fonti, menzionando i nomi dei cartografi nel “catalogus auctorum”. Dal 1598 al 1612 le edizioni postume del Theatrum furono realizzate dal suo collaboratore Johannes Baptiste Vrients.

Acquaforte, finemente colorata in epoca, minime ossidazioni, per il resto in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Van der Krogt 3 - 7550:31; Van den Broecke - #142; Karrow - 1/171

 

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.