(Pozzuoli)

Riferimento: 40107
Autore Anonimo
Anno: 1595 ca.
Zona: Campi Flegrei
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 216 x 124 mm
1.500,00 €

Riferimento: 40107
Autore Anonimo
Anno: 1595 ca.
Zona: Campi Flegrei
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 216 x 124 mm
1.500,00 €

Descrizione

Anonima incisione raffigurane i Campi Flegrei, stampata probabilmente nelle Fiandre, alla fine secolo XVI.

La prima rappresentazione del solo sito di Pozzuoli a stampa risulta essere quella di Mario Cartaro, incisa a Roma nel 1584, sebbene una mappa precedente, che tuttavia include anche la città di Napoli, è la celebre tavola del cosidetto “Maestro del trabocchetto”, stampata sempre a Roma nel 1540 circa.

La lastra di Cartaro rimane però come il vero prototipo delle mappe della zona, dalla quale derivano tutte le successive opere a stampa, a partire da quella incisa da Ambrogio Brambilla per gli eredi Duchetti nel 1586 e da quella di Bertelli del 1599.

Sebbene databile tra la fine del ‘500 e gli inizi del secolo successivo, questa sconosciuta carta geografica dell’area differisce totalmente dalla pianta di Cartaro e da quella di Brambilla, tuttavia alcuni elementi dimostrano come l’autore non possa averle ignorate.

Identica è la rosa dei venti nel mare. La mappa fornisce pochissime informazioni toponomastiche, mostrando dei richiami alfabetici che lasciano pensare ad una legenda a stampa esterna.

Raffigurate Procida e Vivara con le coste orientali di Ischia. Supponiamo che l’opera sia di origine fiamminga solamente per il fatto che era inclusa nella stessa raccolta della veduta della solfatara.

Incisione in rame, rifilata ai margini e applicata su antico supporto cartaceo, in perfette condizioni.

Sconosciuta ai repertori.

Bibliografia

Cfr. R. Almagià, Studi storici di cartografia napoletana, 104/106; Tooley 460; V. Valerio, E. Bellucci, Piante e vedute di Napoli dal 1486 al 1599, pp.62/63.

Anonimo

Bibliografia

Cfr. R. Almagià, Studi storici di cartografia napoletana, 104/106; Tooley 460; V. Valerio, E. Bellucci, Piante e vedute di Napoli dal 1486 al 1599, pp.62/63.

Anonimo