Globi Coelestis in Tabulas planas redacti pars VI

Riferimento: S10734
Autore Gabriel DOPPELMAIER
Anno: 1742
Zona: Carta Celeste
Luogo di Stampa: Norimberga
Misure: 585 x 500 mm
1.100,00 €

Riferimento: S10734
Autore Gabriel DOPPELMAIER
Anno: 1742
Zona: Carta Celeste
Luogo di Stampa: Norimberga
Misure: 585 x 500 mm
1.100,00 €

Descrizione

Carta celeste raffigurante le costellazioni zodiacali, rappresentate nella classica forma di animali mitologici.

Si tratta della carta numero 25 dell’Atlas Coelestis (1742) di Johann Gabriel Doppelmaier che il professore di matematica all’Aegidien Gymnasium di Norimberga, rifacendosi in parte al lavoro di Pardies, redasse intorno al 1720 per conto dell’officina tipografica fondata nella stessa città nel 1702 dal cartografo Johann Baptist Homann.

La mappa, la sesta di sei che unitamente riproducono l’intera volta stellata, è quadrata di 43,4 centimetri di lato, rappresenta le costellazioni contenute nell’emisfero meridionale fino a 45° di declinazione sud. La proiezione gnomonica è concava, cioè geocentrica, e le stelle, suddivise in classi graduate di sei magnitudini, sono posizionate calcolando la precessione degli equinozi per l’anno 1730,  vengono identificate da lettere dell’alfabeto latino, la successione ricomincia per ogni costellazione e corrisponde all’elenco  posizionato a destra e sinistra della carta dove, per ogni stella, troviamo le coordinate in latitudine e longitudine, la magnitudine e la descrizione della posizione anatomica nel personaggio mitologico . In tre riquadri vengono riportate le correzioni da apportare alle longitudini per tener conto del fenomeno della precessione degli equinozi tra il 1700 ed il 1760. Un ultimo riquadro dà le indicazioni per utilizzare le tre tabelle precedenti. I reticoli di riferimento permettono di calcolare la posizione delle stelle in riferimento alla loro ascensione retta e declinazione (tacche di un grado) ma anche alla loro latitudine e longitudine (linee ogni 10 gradi). Sono evidenziate le linee dei coluri degli equinozi e dei solstizi, il circolo polare meridionale, il polo antartico e quello eclittico australe.

  Oltre alle costellazioni tolemaiche di pertinenza della zona vengono descritte o disegnate le seguenti costellazioni non tolemaiche: Crux, le cui stelle sono elencate insieme a quelle del Centauro, Robur Caroli e Phoenix, Grus, Indus, Pavo, Toucan, Dorado, Hydrus, Piscis Volans, Chamaleon, Apis Indica, Triangulum Australe , Apis, le dodici costellazioni osservate negli ultimi anni del sedicesimo secolo dai navigatori P. D. Keyser e F. de Houtman durante un loro viaggio nell'Oceano Indiano e che le avevano ideate per ripartirvi le 135 stelle osservate e catalogate con la precisione di circa due gradi.

Nella tavola sono disegnate anche la Piccola e la Grande Nube di Magellano e con precisione la Via Lattea Meridionale.

Incisione in rame, coloritura coeva con alcuni ritocchi posteriori, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Whitfield, Mapping of the Heavens, pp. 93, 96-97. Tooley, R.V., Maps and Map-Makers. p. 27; Kanas, Nick. 2009. Star Maps: History, Artistry, and Cartography. Springer/Praxis.

Gabriel DOPPELMAIER (1677-1750)

Il Doppelmaier, astronomo di fama, pubblicò diversi saggi e studi di astronomia, ma il suo Atlas Coelestis del 1742, dal quale è tratta questa tavola, può essere considerato senza dubbio la sua opera più importante. In questo atlante sono raccolte la maggior parte delle lastre che Dopplemaier aveva preparato nel corso degli anni per la casa editrice di Homann e che erano apparse in alcuni dei loro atlanti. Questi atlanti precedenti ci permettono di stabilire date approssimative per i disegni e la preparazione di molte delle lastre astronomiche di Doppelmaier. Le più antiche sono la lastra 2 e la 11, poiché sono già incluse nel primo atlante di Homann, il Neuer Atlas (Norimberga, 1707). La numero 3 e quelle dalla 7 alla 10 sono state stampate per la prima volta in Atlas von hundert Charten (Norimberga, 1712), sempre di Homann, mentre la lastra 1, la 4 e quelle dalla 15 alla 25 possono essere datate tra il 1716 e il 1724, dal momento che non comparivano nel Grossen Atlas (Norimberga, 1716), ma sono menzionate nella lista, redatta da Hager, delle lastre vendute da Homann alla sua morte, nel 1724. Le lastre raffiguranti le costellazioni (dalla 16 alla 25) vennero probabilmente preparate ed incise all’inizio degli anni ’20 del XVIII sec., poiché l’Atlas Portatilis Coelestis (1723) di Johann Leonard Rost fa riferimento ad un set di emisferi celesti disegnato da Dopplemaier. La scelta e lo stile delle costellazioni rappresentate si basano sul Firmamentum Sobiescianum sive Uranographia (Danzica, 1687) dell’astronomo polacco Johannes Hevelius, che aveva anche evitato l’uso delle lettere greche, alla stregua di Bayer, per identificare le stelle singole; inoltre, vennero chiaramente eseguite prima della pubblicazione del catalogo stellare di John Flamsteed (Londra, 1725) e l’atlante stellare (Londra, 1729). Secondo Sandler, le altre lastre (numero 6, dalla 12 alla 14 e dalla 26 alla 30) sono da collocare dopo il 1735. Le lastre delle comete (dalla 26 alla 28) risalgono all’incirca al 1740, o poco dopo.

Bibliografia

Whitfield, Mapping of the Heavens, pp. 93, 96-97. Tooley, R.V., Maps and Map-Makers. p. 27; Kanas, Nick. 2009. Star Maps: History, Artistry, and Cartography. Springer/Praxis.

Gabriel DOPPELMAIER (1677-1750)

Il Doppelmaier, astronomo di fama, pubblicò diversi saggi e studi di astronomia, ma il suo Atlas Coelestis del 1742, dal quale è tratta questa tavola, può essere considerato senza dubbio la sua opera più importante. In questo atlante sono raccolte la maggior parte delle lastre che Dopplemaier aveva preparato nel corso degli anni per la casa editrice di Homann e che erano apparse in alcuni dei loro atlanti. Questi atlanti precedenti ci permettono di stabilire date approssimative per i disegni e la preparazione di molte delle lastre astronomiche di Doppelmaier. Le più antiche sono la lastra 2 e la 11, poiché sono già incluse nel primo atlante di Homann, il Neuer Atlas (Norimberga, 1707). La numero 3 e quelle dalla 7 alla 10 sono state stampate per la prima volta in Atlas von hundert Charten (Norimberga, 1712), sempre di Homann, mentre la lastra 1, la 4 e quelle dalla 15 alla 25 possono essere datate tra il 1716 e il 1724, dal momento che non comparivano nel Grossen Atlas (Norimberga, 1716), ma sono menzionate nella lista, redatta da Hager, delle lastre vendute da Homann alla sua morte, nel 1724. Le lastre raffiguranti le costellazioni (dalla 16 alla 25) vennero probabilmente preparate ed incise all’inizio degli anni ’20 del XVIII sec., poiché l’Atlas Portatilis Coelestis (1723) di Johann Leonard Rost fa riferimento ad un set di emisferi celesti disegnato da Dopplemaier. La scelta e lo stile delle costellazioni rappresentate si basano sul Firmamentum Sobiescianum sive Uranographia (Danzica, 1687) dell’astronomo polacco Johannes Hevelius, che aveva anche evitato l’uso delle lettere greche, alla stregua di Bayer, per identificare le stelle singole; inoltre, vennero chiaramente eseguite prima della pubblicazione del catalogo stellare di John Flamsteed (Londra, 1725) e l’atlante stellare (Londra, 1729). Secondo Sandler, le altre lastre (numero 6, dalla 12 alla 14 e dalla 26 alla 30) sono da collocare dopo il 1735. Le lastre delle comete (dalla 26 alla 28) risalgono all’incirca al 1740, o poco dopo.