Motus in Coelo Spirales Quos Planetae inferiores Venus et Mercurius secundum Tychonicorum Hypothesin exhibent, pro exemplo a
Riferimento: | S17119 |
Autore | Gabriel DOPPELMAIER |
Anno: | 1742 |
Zona: | Carta Celeste |
Luogo di Stampa: | Norimberga |
Misure: | 585 x 490 mm |
Riferimento: | S17119 |
Autore | Gabriel DOPPELMAIER |
Anno: | 1742 |
Zona: | Carta Celeste |
Luogo di Stampa: | Norimberga |
Misure: | 585 x 490 mm |
Descrizione
Previsione di Ticho Brahe per il moto geocentrico di Venere e Mercurio per gli anni 1712 e 1713.
Si tratta della carta numero IX dell’Atlas Coelestis (1742) di Johann Gabriel Doppelmaier che il professore di matematica all’Aegidien Gymnasium di Norimberga, rifacendosi in parte al lavoro di Pardies, redasse intorno al 1720 per conto dell’officina tipografica fondata nella stessa città nel 1702 dal cartografo Johann Baptist Homann.
Incisione in rame, finemente colorata in epoca, in ottime condizioni.
Bibliografia
Kanas #7.8.3; Whitfield, Mapping of the Heavens, pp. 93, 96-97. Tooley, R.V., Maps and Map-Makers. p. 27.
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Gabriel DOPPELMAIER (1677-1750)
Il Doppelmaier, astronomo di fama, pubblicò diversi saggi e studi di astronomia, ma il suo Atlas Coelestis del 1742, dal quale è tratta questa tavola, può essere considerato senza dubbio la sua opera più importante. In questo atlante sono raccolte la maggior parte delle lastre che Dopplemaier aveva preparato nel corso degli anni per la casa editrice di Homann e che erano apparse in alcuni dei loro atlanti. Questi atlanti precedenti ci permettono di stabilire date approssimative per i disegni e la preparazione di molte delle lastre astronomiche di Doppelmaier.
Le più antiche sono la lastra 2 e la 11, poiché sono già incluse nel primo atlante di Homann, il Neuer Atlas (Norimberga, 1707). La numero 3 e quelle dalla 7 alla 10 sono state stampate per la prima volta in Atlas von hundert Charten (Norimberga, 1712), sempre di Homann, mentre la lastra 1, la 4 e quelle dalla 15 alla 25 possono essere datate tra il 1716 e il 1724, dal momento che non comparivano nel Grossen Atlas (Norimberga, 1716), ma sono menzionate nella lista, redatta da Hager, delle lastre vendute da Homann alla sua morte, nel 1724. Le lastre raffiguranti le costellazioni (dalla 16 alla 25) vennero probabilmente preparate ed incise all’inizio degli anni ’20 del XVIII sec., poiché l’Atlas Portatilis Coelestis (1723) di Johann Leonard Rost fa riferimento ad un set di emisferi celesti disegnato da Dopplemaier. La scelta e lo stile delle costellazioni rappresentate si basano sul Firmamentum Sobiescianum sive Uranographia (Danzica, 1687) dell’astronomo polacco Johannes Hevelius, che aveva anche evitato l’uso delle lettere greche, alla stregua di Bayer, per identificare le stelle singole; inoltre, vennero chiaramente eseguite prima della pubblicazione del catalogo stellare di John Flamsteed (Londra, 1725) e l’atlante stellare (Londra, 1729). Secondo Sandler, le altre lastre (numero 6, dalla 12 alla 14 e dalla 26 alla 30) sono da collocare dopo il 1735. Le lastre delle comete (dalla 26 alla 28) risalgono all’incirca al 1740, o poco dopo.
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Bibliografia
Kanas #7.8.3; Whitfield, Mapping of the Heavens, pp. 93, 96-97. Tooley, R.V., Maps and Map-Makers. p. 27.
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Gabriel DOPPELMAIER (1677-1750)
Il Doppelmaier, astronomo di fama, pubblicò diversi saggi e studi di astronomia, ma il suo Atlas Coelestis del 1742, dal quale è tratta questa tavola, può essere considerato senza dubbio la sua opera più importante. In questo atlante sono raccolte la maggior parte delle lastre che Dopplemaier aveva preparato nel corso degli anni per la casa editrice di Homann e che erano apparse in alcuni dei loro atlanti. Questi atlanti precedenti ci permettono di stabilire date approssimative per i disegni e la preparazione di molte delle lastre astronomiche di Doppelmaier.
Le più antiche sono la lastra 2 e la 11, poiché sono già incluse nel primo atlante di Homann, il Neuer Atlas (Norimberga, 1707). La numero 3 e quelle dalla 7 alla 10 sono state stampate per la prima volta in Atlas von hundert Charten (Norimberga, 1712), sempre di Homann, mentre la lastra 1, la 4 e quelle dalla 15 alla 25 possono essere datate tra il 1716 e il 1724, dal momento che non comparivano nel Grossen Atlas (Norimberga, 1716), ma sono menzionate nella lista, redatta da Hager, delle lastre vendute da Homann alla sua morte, nel 1724. Le lastre raffiguranti le costellazioni (dalla 16 alla 25) vennero probabilmente preparate ed incise all’inizio degli anni ’20 del XVIII sec., poiché l’Atlas Portatilis Coelestis (1723) di Johann Leonard Rost fa riferimento ad un set di emisferi celesti disegnato da Dopplemaier. La scelta e lo stile delle costellazioni rappresentate si basano sul Firmamentum Sobiescianum sive Uranographia (Danzica, 1687) dell’astronomo polacco Johannes Hevelius, che aveva anche evitato l’uso delle lettere greche, alla stregua di Bayer, per identificare le stelle singole; inoltre, vennero chiaramente eseguite prima della pubblicazione del catalogo stellare di John Flamsteed (Londra, 1725) e l’atlante stellare (Londra, 1729). Secondo Sandler, le altre lastre (numero 6, dalla 12 alla 14 e dalla 26 alla 30) sono da collocare dopo il 1735. Le lastre delle comete (dalla 26 alla 28) risalgono all’incirca al 1740, o poco dopo.
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