Caprarola in Capenis Collibus Arx Illustrissimae Farnesianae Familiae
Riferimento: | CO-023 |
Autore | Pietro BERTELLI |
Anno: | 1598 ca. |
Zona: | Caprarola |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 355 x 245 mm |
Riferimento: | CO-023 |
Autore | Pietro BERTELLI |
Anno: | 1598 ca. |
Zona: | Caprarola |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 355 x 245 mm |
Descrizione
In basso a destra, in un riquadro, è inciso il titolo: CAPRAROLA In Capenis collibus Arx Illustrissimae Farnesianae Familiae. Pietro Bertelli for.
Tavola priva di orientazione e scala grafica.
Veduta prospettica del palazzo Farnese di Caprarola, priva di data, firmata da Pietro Bertelli, uno degli ultimi esponenti della tipografia. Il palazzo fu una delle numerose dimore signorili costruite dai Farnese nei propri domini. Il progetto di una residenza fortificata venne inizialmente affidato ad Antonio Sangallo dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio. I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo. Ripresero nel 1559, affidati a Giacomo Barozzi da Vignola, che modificò radicalmente il progetto originale: la costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, ultimato solo nel 1575, due anni dopo la scomparsa del Vignola. Il palazzo fu ritratto nell’incisione che appare nel quinto volume (Colonia, 1598) del Civitates Orbis Terrarum di Georg Braun e Fransz Hogenberg. Questa lastra firmata da Pietro Bertelli è del tutto simile alla tavola inserita nel Civitates Orbis Terrarum, sebbene più incentrata sul palazzo e trascura i giardini adiacenti. In luogo delle due figure della tavola di Colonia, qui in primo piano ve ne sono tre, ben delineate sulla scia della prima importante opera di Pietro Bertelli, il Diversarum nationum habitus (Padova 1589-91).
Difficile la datazione, in quanto non sappiamo se l’opera del Bertelli preceda o derivi dalla tavola di Hogenberg; sicuramente si può affermare che non sia stata realizzata in occasione della fine dei lavori del palazzo la cui data (1575) non coincide con il periodo di attività di Pietro, figlio di Ferrando Bertelli, nato nel 1571 circa. Nella sua più importante opera topografica, il Theatrum urbium italicarum collectore Petro Bertellio patavino (Padova 1599) non è inclusa la veduta del palazzo Farnese di Caprarola.
Pietro Bertelli (1571 circa - 1621) era editore, incisore e tipografo, figlio di Ferrando Bertelli, lavorò a Padova, nella Libreria all’insegna dell’Angelo, a Venezia e a Vicenza. Come incisore, nel 1589 collaborò ad alcune tavole dell’opera Diversarum nationum habitus… composta da 106 stampe, edita in collaborazione con Alciato Alciati. Per le Vite degli imperatori de’ Turchi con le loro effigie intagliate in rame per i tipi di Giorgio Greco, edita a Vicenza nel 1599, Bertelli incise quindici ritratti. Nello stesso anno uscì il Theatrum Urbium Italicarum, serie di 59 tavole con vedute e piante accompagnate da descrizione latina, eseguite da più incisori, poi ristampata, accresciuta, anche con il titolo italiano Teatro delle città d’Italia, per i tipi di Domenico Amadio. Alla sua morte, l’attività proseguì con suo figlio Francesco, anch’egli tipografo, incisore e editore. La sua marca tipografica era un angelo in piedi con le ali spiegate, l’avambraccio destro puntato verso l’alto con l’indice al cielo e un giglio nella mano sinistra. Il Teatro delle città d’Italia venne più volte ristampato e implementato da Francesco nel corso del secolo successivo.
La stampa è di incredibile rarità; sono noti solo 2 esemplari istituzionali [Milano, Raccolta Bertarelli; Wolfenbuttel, Herzog August Bibliothek].
Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame ed applicata su contemporaneo supporto cartaceo, in perfetto stato di conservazione.
Bibliografia
S. Bifolco/F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2135, tav. 1084; Arrigoni Bertarelli (1939): n. 4980.
Pietro BERTELLI (Padova 1571 - 1621)
La famiglia Bertelli rappresenta il gruppo più folto di editori, incisori, cartografi e mercanti di stampe del XVI secolo. Il più produttivo fu Ferrando Bertelli, attivo tra il 1560e il 1570, ma le mappe dell’ultimo quarto del secolo sono conosciute con le firme di Andrea, Donato, Lucca, Nicolò e Pietro. Quest’ultimo fu attivo principalmente a Padova, dove condusse un'officina tipografica e di incisioni. Le prime notizie certe lo indicano attivo alla data del 1589 in qualità di incisore di alcune tavole per una edizione dal titolo Diversarum nationum habitus che fu edita in collaborazione con Alciato Alciati. Pietro Bertelli aveva a Padova una libreria "all'insegna dell'Angelo". Alla sua morte l'attività fu ereditata dal figlio Francesco. Forse figlio di Ferrando Bertelli. Fu attivo principalmente a Padova, dove, condusse un'officina tipografica e di incisioni. Le prime notizie certe lo indicano attivo alla data del 1589 in qualità di incisore di alcune tavole per una edizione dal titolo Diversarum nationum habitus che fu edita in collaborazione con Alciato Alciati. Pietro Bertelli aveva a Padova una libreria "all'insegna dell'Angelo". Alla sua morte l'attività fu ereditata dal figlio Francesco. Bibliografia: Valerio, Cartografi Veneti, p. 149.
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Pietro BERTELLI (Padova 1571 - 1621)
La famiglia Bertelli rappresenta il gruppo più folto di editori, incisori, cartografi e mercanti di stampe del XVI secolo. Il più produttivo fu Ferrando Bertelli, attivo tra il 1560e il 1570, ma le mappe dell’ultimo quarto del secolo sono conosciute con le firme di Andrea, Donato, Lucca, Nicolò e Pietro. Quest’ultimo fu attivo principalmente a Padova, dove condusse un'officina tipografica e di incisioni. Le prime notizie certe lo indicano attivo alla data del 1589 in qualità di incisore di alcune tavole per una edizione dal titolo Diversarum nationum habitus che fu edita in collaborazione con Alciato Alciati. Pietro Bertelli aveva a Padova una libreria "all'insegna dell'Angelo". Alla sua morte l'attività fu ereditata dal figlio Francesco. Forse figlio di Ferrando Bertelli. Fu attivo principalmente a Padova, dove, condusse un'officina tipografica e di incisioni. Le prime notizie certe lo indicano attivo alla data del 1589 in qualità di incisore di alcune tavole per una edizione dal titolo Diversarum nationum habitus che fu edita in collaborazione con Alciato Alciati. Pietro Bertelli aveva a Padova una libreria "all'insegna dell'Angelo". Alla sua morte l'attività fu ereditata dal figlio Francesco. Bibliografia: Valerio, Cartografi Veneti, p. 149.
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