Italiae Veteris Specimen
Riferimento: | S46090 |
Autore | Abraham ORTELIUS |
Anno: | 1595 ca. |
Zona: | Italia |
Luogo di Stampa: | Anversa |
Misure: | 490 x 350 mm |
Riferimento: | S46090 |
Autore | Abraham ORTELIUS |
Anno: | 1595 ca. |
Zona: | Italia |
Luogo di Stampa: | Anversa |
Misure: | 490 x 350 mm |
Descrizione
Carta dell’Italia antica tratta dal Parergon Theatri Orbis Terrarum, il primo atlante storico del mondo antico.
Dall’edizioni del Parergon successive al 1595 questa mappa sostituisce la precedente versione dell’Italiae Veteris Specimen con il nome “ITALIA” nel cartiglio in basso a sinistra.
Esemplare tratto dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612.
Nel cartiglio in basso a destra, la notizia del privilegio: Cum Priuilegio | Imp. Reg. et Cancellariæ Bra:|bantiæ decennali, evulgabat | Abrahamus Ortelius. Nel cartiglio in basso, al centro, a sinistra: VESPASIANI AVG. EX NVMMO ÆREO IMP. CÆS. | ROMA. Nel cartiglio in basso, al centro, a destra: ANTONINI PII AVG. EX NVMMO ÆREO IMP. CÆS. ITALIA.
Per realizzare questa carta dell’Italia Antica Ortelius si è basato sulla mappa di Giacomo Gastaldi del 1561 (Meurer p. 148-154, Karrow 30/90, p. 216-249) integrandola con fonti letterarie classiche: Virgilio, Plinio, Eliano, Aethicus, Strabone, Polibio e Varrone.
Stato unico. La lastra su cui è stata incisa è conservata presso il museo Plantin-Moretus di Anversa.
Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.
Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.
“Coloro, li quali soglion paragonar li siti delle regioni con la forma d'altre cose, assomigliano l'Italia alla foglia della quercia, come Plinio [III. 43], Solino fanno, & Rutilio; à quella dell'hedera, come Eustathio. Ma ad una gamba humana, come piace à piu moderni, & è molto piu somigliante. Alcuno è il quale ha dissegnato l'Europa tutta in forma d'una fanciulla, in cui è contenuta l'Italia nel braccio destro, assai leggiadramente le altri considera la natura della regione, & le imprese fatte in lei con diligentia. Percioche si come la forza di tutto il corpo, la piu parte, esercita la sua possanza mediante questo membro; cosi questa regione per antico dichiarò la potentia di tutta l'Europa al suo mondo con questo braccio di lei” (p. xx). La trattazione dell'Italia da parte di Plinio ha inizio con un elogio in cui viene definita "la terra di tutte le terre è a un tempo alunna e genitrice, scelta dalla potenza degli dèi per rendere più splendente il cielo stesso, per unificare imperi dispersi e addolcirne i costumi...per dare all'uomo umanità e, insomma, per divenire lei sola la patria di tutte le genti del mondo". (III. 39-40) La descrizione del territorio fatta da Plinio segue la suddivisione fatta da Augusto in undici regioni, le quali sono indicate da Ortelio nella sua carta e corrispondono pressappoco ai seguenti territori: I Lazio, II Puglia, III Calabria, IV Puglia - Abruzzo, V Marche, VI Romagna, VII Toscana, VIII Emilia, IX Lombardia, X Veneto - Friuli, XI Piemonte. La carta è stata realizzata sulla base delle informazioni tratte dall'Italia di Gastaldi ed arricchita da Ortelius con notizie storiche tratte da Virgilio, Plinio, Strabo etc. La presente carta rimpiazzerà in alcune edizioni del Parergon del 1592, poi completamente, a partire dal 1595, l'altra carta dell'Italia che presenta un ricco cartiglio lungo il margine inferiore con la sola figura allegorica di Roma sormontata dalla scritta "ITALIA". Molto ricca, anche se con notevoli imprecisioni, si presenta la rete fluviale della penisola, soprattutto nel versante tirrenico, con una confusione tra Latium e Tuscia, ma anche in quello adriatico. Notevole è la foce del Po, denominata Septem maria, a causa delle numerose bocche del delta. Misure: Lat. 37°50' a 46° N e 28°15' E. Nel ricco cartiglio posizionato sul margine inferiore della carta sono state incisi due medaglioni: a sinistra Ex Nummo Aereo Imp. Caes. Vespasiani Aug., a destra Ex Nummo Aereo Imp. Caes. Antonini Pii Aug., caratteristica della sua passione per la collezione di monete e medaglie. All'estrema destra si legge: Cum privilegio Imp. Reg: et Cancellariae Brabantiae decennali, evulgabat Abrahamus Ortelius. "La figura femminile con il capo sormontato da corona, inserita nel cartiglio centrale, costituisce forse la più antica rappresentazione allegorica dell'Italia in una carta geografica a stampa" (Borri 2010: 77)” (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 74-75, n. 14).
Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani, n. 9p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 205; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 7000H:31B; Borri, L'Italia nelle antiche carte, scheda 60.
Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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