Aeneae Troiani Navigatio Ad Virgilij fex priores Aeneidos
Riferimento: | S46083 |
Autore | Abraham ORTELIUS |
Anno: | 1594 ca. |
Zona: | Viaggio di Enea |
Luogo di Stampa: | Anversa |
Misure: | 500 x 348 mm |
Riferimento: | S46083 |
Autore | Abraham ORTELIUS |
Anno: | 1594 ca. |
Zona: | Viaggio di Enea |
Luogo di Stampa: | Anversa |
Misure: | 500 x 348 mm |
Descrizione
Splendida carta storico-geografica raffigurante il viaggio di Enea, che dopo la distruzione di Troia vagò nel Mediterraneo per 7 anni con una flotta di 20 navi. Opera pubblicata nel Parergon di Abraham Ortelius.
Esemplare dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612. Esemplare nel secondo stato di tre descritto da Van den Broecke: nel 1601 furono aggiunti i toponimi "Pallene" e "Aphrodisium" a sinistra di Lemnos, e "Nesos" nel Peloponneso.
Titolo: AENEAE TROIA:|NI NAVIGATIO | "Ad Virgilii sex priores Æneidos". Cartiglio in alto a destra: DOCTRINA ET HVMANITATE | CELEBRI DÑO BALTHASARO | ROBIANO, R.P. ANT, THE:|SAVRARIO, VIRO ANIMI | CORPORISQ DOTIBVS | ORNATISS. | Ab. Ortelius veteris amicitiæ memor | dedicabat. [In memoria della sua amicizia, Abraham Ortelius dedicò questa carta all'onorevole e famoso Balthasar Robianus della repubblica di Anversa, noto per la sua erudizione e le sue qualità spirituali e culturali, tesoriere e onorato per le sue doti fisiche e mentali]. Al centro a destra: "Cum priuilegio Imperatorio, Regio, | et Cancellariæ Brabantiæ, decennali. | 1594". In basso a sinistra: "Septima post Troiæ excidium iam vertitur æstas: | Cum freta, cum terras omnes, tot inhospita saxa, | Syderaque emensæ ferimur: dum per MARE MAGNVM | Italiam sequimur fugientem, & volvimur undis". [Nel settimo anno dopo la perdita di Troia l'estate è giunta al termine; tanti stretti abbiamo visto, tante terre, rocce così inospitali, che ora siamo impressionati dalle immense stelle. Seguiamo l'Italia in fuga attraverso il grande mare e siamo sballottati dalle onde].
Dopo la distruzione di Troia, Æneas avrebbe vagato per i mari per sette anni, come descritto tra l'altro negli scritti di Senofonte, Ovidio e Licofrone, ma soprattutto da Vergilio nella sua Æneas. Nel corso di queste peregrinazioni, delle venti navi originarie ne rimasero solo sette, come si può vedere in questa mappa nella parte inferiore sinistra del mare.
Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.
Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.
“La carta realizzata da Ortelius per descrivere i luoghi attraversati da Enea dopo la sua fuga dalla città di Troia ormai in fiamme, prende in considerazione il Mediterraneo orientale e quello centrale. Enea fuggi da Ilio portando con sé i Penati, il figlio Ascanio e, sulle spalle, il padre Anchise; con i Troiani superstiti salpò con venti navi da Antandro per approdare successivamente a Delo, in Tracia, poi sull'isola di Creta, da qui in Sicilia, dove Anchise troverà la morte, successivamente in Africa, presso la regina Didone, poi finalmente in Italia, a Cuma, dove discese negli inferi, per giungere infine nel Lazio dove venne accolto da Latino, re dei Laurenti, che gli promise in sposa la figlia Lavinia, già promessa a Turno re dei Rutuli. Cominciò così la guerra tra Enea, aiutato da Evandro, re di Pallanteo, contro Turno, soccorso dai principi italici, finché questi cadde ucciso in duello da Enea. La navigazione di Enea e dei suoi, narrata da Ortelio, in realtà è stata ottenuta mediante i lavori di storici e poeti come lui stesso evidenzia: & cosi facciamo noi con le autorità di Virgilio, Ovidio, & Licofrone Poeti, & di Livio, Halicarnasseo, Pausania, & Xenofonte historici. Plinio nella sua Naturalis Historia cita Enea parlando delle isole Pandateria: Procida, così chiamata non dal nome della nutrice di Enea, ma perché sarebbe stata originata da un terremoto avvenuto nell'isola di Enaria (Ischia), mentre quest'ultima deriva il suo nome dalla sosta che vi fecero le navi di Enea (III. 82)'. Nel cartiglio in alto a destra si legge la dedica rivolta a un amico di Ortelio che così viene definito: Doctrina et Humanitate/ Celebri DÑO Balthasaro/ Robiano, R.P. Ant, The/ saurario, viro animi/ corporisq dotibus/ ornatiss. / Ab. Ortelius veteris amicitiæ memor dedicabat. In basso a destra, così come nel centro della carta, si leggono due brani tratti dal I libro dell'Eneide: Sum pius Aeneas, raptos qui ex hoste Penates Classe veho mecum, fama super æthera notus. Bis denis Phrygium conscendi navibus æquor, Vix septem convulsæ undis, Euróque supersunt: Europa atque Asia pulsus. Septima post Troic excidium iam vertitur æstas:/ Cum freta, cum terras omnes, tot inhospita saxa,/ Sideraquæ emensæ ferimur: dun per MARE MAGNUM/ Italiam sequimur fugientem, et volvimur undis. Sempre dal I libro dell'Eneide si legge una parte dell'invocazione di Giunone contro Enea, diretta ad Eolo: Gens inimica mihi THYRRENUM navigat AEQUOR. Della carta esiste un secondo stato "after 1606E, the bottom cartouche with text from Vergil's Aenaeas was removed and re-engraved, now with six lines in cursive writing." (Van den Broecke 1996: 277) che sarà utilizzato per illustrare le successive edizioni sino al 1624” (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 104-105, n. 29).
Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani 32p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 223 II/III; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 0311H:31.
Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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