Sito particolare del contado di Sebenico parte di Dalmatia
Riferimento: | S39349 |
Autore | Natale BONIFACIO |
Anno: | 1570 |
Zona: | Sebenico |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 430 x 290 mm |
Riferimento: | S39349 |
Autore | Natale BONIFACIO |
Anno: | 1570 |
Zona: | Sebenico |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 430 x 290 mm |
Descrizione
In alto a sinistra, in una targa dai bordi ornati, è impresso il titolo: SITO PARTICOLARE DIL CONTADO DI SEBENICO. Parte di DALMATIA IN SEBENICO MDLXX. In basso a sinistra, appena leggibile. Troviamo l’imprint editoriale: Ad sign: Colunt .V.
Carta priva di scala grafica, orientazione e graduazione ai margini.
Acquaforte e bulino, dimensioni mm 290x430.
Esemplare di primo stato con l’imprint Ad sign: Colunt .V. chiaramente visibile e non abraso. Di tale tiratura si conosce il solo esemplare dell’atlante descritto da Meurer (cfr. The Strabo Illustratus Atlas, 2002, nn. 73-74) ora alla Bayerische Staatsbibliothek.
“Carta anonima della regione di Sebenico e della Dalmazia centrale, che Meurer attribuisce al sebenicense Martino Rota, forse basandosi su quanto affermato in precedenza da Roberto Almagià: “sebbene negli esemplari da me visti non porti la firma del Rota, risale pur certamente a lui”. Dissociandoci da Meurer, per ragioni stilistiche assegniamo l’opera alla mano dell’incisore Natale Bonifacio, anch’egli originario della città dalmata. La carta ricorda infatti, in maniera molto evidente, altri prodotti cartografici del Bonifacio, in particolare, la tipologia del cartiglio.
La peculiarità della carta è l’indirizzo in basso a sinistra Ad sign: Colunt. identificativo della tipografia di Paolo Forlani, che in questo caso potrebbe aver partecipato all’opera in qualità di editore. Il luogo di stampa indicato nel cartiglio – in Sebenico MDLXX – ci induce a credere che il Bonifacio abbia preparato la lastra nella sua città natale, o quantomeno vi avesse l’intenzione di stamparla. Sebbene non si possa escludere che esistano tirature della carta stampate a Sebenico, probabile che Bonifacio, rinunciando al suo progetto, si sia affidato poi a Forlani per la stampa.
Secondo Meurer, l’opera ha una sua prova di stampa, priva dell’indirizzo del Forlani; tuttavia, sembra evidente che si tratti, in realtà, di una prova successiva, con l’indirizzo abraso e le cui tracce sono ancora visibili nella stampa” (cfr. S. Bifolco, F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, 2018: Tav. 641).
Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “scudo con scala e stella a sei punte” (Woodward nn. 244-250), con margini, in eccellente stato di conservazione.
Foglio di estrema rarità, conosciuto in un solo esemplare di questa tiratura e in soli 9 esemplari istituzionali per la prova del secondo stato, con l’indirizzo abraso o parzialmente abraso: Chicago, Newberry Library; Milano, Raccolta Bertarelli; Modena, Biblioteca Estense; Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek; Parigi, Bibliothèque Nationale; Roma, Alessandrina; Salisburgo, Universitätsbibliothek; Torino, Archivio di Stato; Venezia, Museo Correr (fonte, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 1392).
Natale Bonifacio (1538 – 1592) nacque a Sebenico, all’epoca del dominio della Repubblica di Venezia, da nobile famiglia. Poco si conosce dei primi anni della sua vita, ma intorno al 1570 lavorò a Venezia e a questo periodo appartengono numerose carte, datate tra il 1568 e il 1570, in seguito inserite nel Civitatum aliquot insignorum et locorum magis monitorum exacta delineation cum additione aliquot Insularum principalium edito da Ferrando Bertelli nel 1568, e da Donato Bertelli nel 1574. Dal 1575 fu a Roma, dove è autore di numerose incisioni. Tra queste citiamo il Cristo Benedicente, noto in tre stati (Lafreri, Duchetti e Orlandi); il Toro Farnese, dedicato ad Alessandro Farnese e edito dal Duchetti e inserito nello Speculum Romanae Magnificentiae. Le opere da lui incise recano spesso solo la sigla N.B.f(ecit); in altre, come la carta della Calabria di Prospero Parisio (1589), si firma invece Natalis Bonifacius Sabenice incidebat Romae.
Paolo Forlani (attivo a Venezia tra il 1560 e il 1574), nasce a Verona, probabilmente nella terza decade del XVI secolo. Già da giovane mostra la sua predisposizione al disegno e alle materie artistiche, lasciando quindi Verona per trasferirsi a Venezia, dove apprende l’arte della stampa – in particolare dell’incisione – diventandone un abilissimo esecutore. Nella città lagunare, nel 1560 aprì una propria bottega, inizialmente registrata Al segno del pozzo, come risulta da alcune sue opere. Dal 1566 è attivo a Merzaria al segno della colonna e dal 1569 a Merzaria al segno della nave. Forlani ebbe rapporti commerciali con i maggiori editori di materiale cartografico del tempo, tra questi Antonio Lafreri, la famiglia Bertelli ed altri. Oltre ad essere un talentuoso incisore, era altresì rapido nell’esecuzione, qualità che gli consentì di lavorare contemporaneamente per editori diversi, e di eseguire una gran quantità di lavori. Woodward attribuisce a Forlani circa cento opere, di cui la maggior parte però non sono firmate. Tra il 1560 e il 1567, Forlani collaborò con Ferrando Bertelli, per cui incise una decina di rami, con il Camocio, con Bolognino Zaltieri e con il Duchetti, per il quale incise alcune mappe. Per la sua attività professionale fu però molto importante e preziosa la collaborazione con Giacomo Gastaldi – noto ed affermato cartografo piemontese – per il quale incise tredici carte. Nel 1567 Forlani pubblicava e commerciava la sua opera Il primo libro delle città et fortezze principali del mondo, i cui rami passarono poi a Bolognino Zaltieri. È probabile che il Forlani sia morto durante la peste che si diffuse a Venezia dal 1575.
In Cartografia e topografia italiana del XVI secolo abbiamo attribuito la carta al Bonifacio e a Paolo Forlani. Ulteriore ipotesi - visto che il Forlani è attivo al segno della colonna fino al 1569 e successivamente la sua insegna diviene al segno della nave in quell’anno – che Bonifacio abbia stampato di propria iniziativa la carta utilizzando la vecchia insegna di Paolo Forlani al segno della colonna.
Esemplare appartenuto alla collezione di Fritz Hellwig.
Bibliografia
Almagià (1929): p. 40, n. 2; S. Bifolco, F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, 2018: pp. 2068-2069, Tav. 1045; Meurer (2002): nn. 73, 74.
Natale BONIFACIO (Sebenico 1537- ? 1592)
Incisore, acquafortista, progettista, stampatore, editore e cosmografo originario di Sebenico. Attivo a Venezia all’incirca tra il 1570 e il 1574 e successivamente a Roma tra il 1575 e il 1591. Il 9 Febbraio 1578 venne candidato come membro della confraternita dei Virtuosi del Pantheon, segnalato come “intagliatore in rame” (Orbaan). Nel 1578 era però membro della Confraternita di San Girolamo degli Illirici. L’epitaffio sulla sua tomba ricorda la sua attività come incisore e cosmografo (“aeris caelator divinus ac optimus geographus”). A Venezia le sue opere vennero pubblicate da Camocio, Ferrando Bertelli, Luca e Donato Bertelli, Borgaruccio Borgarucci e Nelli. I suoi editori romani furono Lafrery, Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Nicolas van Aelst. Tra le sue opere ci sono mappe, antichità, soggetti didattici e devozionali. Lastre per Della trasportatione dell’obelisco Vaticano 1590 di Domenico Fontana.
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Natale BONIFACIO (Sebenico 1537- ? 1592)
Incisore, acquafortista, progettista, stampatore, editore e cosmografo originario di Sebenico. Attivo a Venezia all’incirca tra il 1570 e il 1574 e successivamente a Roma tra il 1575 e il 1591. Il 9 Febbraio 1578 venne candidato come membro della confraternita dei Virtuosi del Pantheon, segnalato come “intagliatore in rame” (Orbaan). Nel 1578 era però membro della Confraternita di San Girolamo degli Illirici. L’epitaffio sulla sua tomba ricorda la sua attività come incisore e cosmografo (“aeris caelator divinus ac optimus geographus”). A Venezia le sue opere vennero pubblicate da Camocio, Ferrando Bertelli, Luca e Donato Bertelli, Borgaruccio Borgarucci e Nelli. I suoi editori romani furono Lafrery, Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Nicolas van Aelst. Tra le sue opere ci sono mappe, antichità, soggetti didattici e devozionali. Lastre per Della trasportatione dell’obelisco Vaticano 1590 di Domenico Fontana.
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