URBIS ROMAE DESCRIPTIO

Riferimento: S38009
Autore Giacomo FRANCO
Anno: 1580
Zona: Roma
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 540 x 390 mm
Non Disponibile

Riferimento: S38009
Autore Giacomo FRANCO
Anno: 1580
Zona: Roma
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 540 x 390 mm
Non Disponibile

Descrizione

Magnifico esemplare di questa straordinariamente rara pianta di Roma, incisa da Giacomo Franco per l'editore Luca Bertelli.

In alto, in un cartiglio oblungo a forma di nastro posto sotto il bordo superiore, troviamo il titolo: URBIS ROMAE DESCRIPTIO. Lungo il margine inferiore è incisa una legenda numerica di 69 rimandi, distribuita su nove colonne. Seguono, nell’ultimo riquadro di destra, l’imprint editoriale, Luca Bertelli for. e la firma Jacobus fra[n]chus fec. 1580.

Nella tavola sono fornite indicazioni toponomastiche. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali: SEPTENTRIO, MERIDIES, ORIENS, OCIDENS, il nord è a sinistra. Opera priva di scala grafica. Acquaforte e bulino, dimensioni mm 390x540.

Pianta prospettica della città presa dal Gianicolo, incisa da Giacomo Franco per l’editore Luca Bertelli. Si tratta di una fedele replica veneziana della pianta piccola del Cartaro (1575), pertanto, non ha un particolare valore storico, ma un incredibile valore antiquario, in quanto la carta è conosciuta solo in 3 esemplari (cfr. B/R p. 2402, che descrive gli esemplari a Londra, British Library e a Roma, Istituto Centrale per la Grafica e quello della collezione privata pubblicato in Marigliani).

Probabilmente, a giudicare della sua estrema rarità, non ebbe nemmeno grande fortuna editoriale. La legenda numerica anche qui è composta da 69 rimandi. La data in lastra non è particolarmente chiara ed ha generato confusione nella letteratura relativa. Rocchi (1902) la data al 1584, corretto da Hülsen (1915) che propende per il 1589. Nel più recente catalogo della mostra Roma Veduta (2000) la data è riportata al 1584 fino alla esatta datazione al 1580 che viene fornita in Marigliani (2007).

Nei tre esemplari da noi esaminati, uno appartenente a collezione privata, la data sebbene confusa, appare essere 1580.

L'editore della pianta è Luca Bertelli (attivo 1563 – 1582 circa). Secondo la Saraceni Fantini, Luca ebbe una bottega di libraio a Padova tra il 1564 ed il 1594. Già però attorno al 1560, ma solo fino al 1582, fu attivo a Venezia nel mondo della calcografia come editore, incisore e mercante e in una copia dell'incisione di Cornelis Cort, L'Annunciazione, appare nella sottoscrizione l'indicazione della bottega veneziana in aede Salvatoris. Talora nelle sue stampe comparve anche la data di Roma, segno per la Borroni “di un inserimento nel mercato più che di un soggiorno”. Il Bertelli condivise con dei soci la pubblicazione delle due edizioni del De morbo gallico del professore dello Studio di Padova Gabriele Falloppio (Padova 1563¬1564; Padova 1564). Uno di essi fu sicuramente Cristoforo Griffio che sottoscrisse il secondo volume della prima edizione. Un altro socio potrebbe essere stato Giovanni Griffio che in società con Cristoforo operò a Padova in quegli anni. Il Bertelli negli anni '80 produsse alcune incisioni firmate L.B. et socius: in questo caso la Borroni ipotizza una partecipazione di Orazio Bertelli, che forse fu suo fratello. L'ultimo libro che fece stampare fu In Hippocratis librum de vulneribus capitis (Venezia 1566) sempre del Falloppio, la cui stampa secondo il Rhodes fu opera di Vincenzo Valgrisi, e per il quale il Bertelli ottenne un privilegio per la vendita da parte del Senato di Venezia. Come si è visto il nome del Bertelli appare in sole quattro edizioni, tutte di Gabriele Falloppio. È maggiormente plausibile per lui un ruolo di distributore piuttosto che di finanziatore, dato anche il genere di pubblicazioni di interesse esclusivamente universitario.


Bibliografia
Bifolco - Ronca, Cartografia e Topografia italiana del XVI secolo (2018), pp. 2402-2403, tav. 1236; cfr. Frutaz (1962): n. CXLI e tav. 281; Hülsen (1915): XIIA, p. 62, n. 61; Hülsen (1933): p. 107, XIIa; Marigliani (2005): p. 124; Marigliani (2007): n. 55; Rocchi (1902): cfr. p. 75 e tav. XIV; Roma Veduta (2000): n. 17; Scaccia Scarafoni (1939): pp. 90-91, n. 163; Tooley (1939): n. 496.

Bibliografia

Bifolco - Ronca, Cartografia e Topografia italiana del XVI secolo (2018), pp. 2402-2403, tav. 1236.

Giacomo FRANCO (Venezia o Urbino 1550 - Venezia 1620)

Figlio naturale del pittore e incisore Battista Franco, esercitò, operando sempre a Venezia, il mestiere di incisore, calcografo, editore benché nel suo testamento, rogato il 16 giugno 1620 egli si definisca "desegnador". Il suo nome non ricorre mai negli atti dell'arte dei "libreri, stampatori e ligadori", mentre si trova negli elenchi della corporazione dei pittori, alle date 1606 e 1619, termini che indicano probabilmente l'anno di iscrizione all'arte, e quello di cessazione dell'attività. L'attività del Franco si esplicò, in un primo tempo, nel campo dell'incisione di tavole, a bulino o acquaforte, seguendo forse le orme paterne: Battista Franco aveva infatti realizzato, soprattutto nel soggiorno giovanile a Roma, stampe di traduzione dagli affreschi della cappella Sistina e dalle stanze di Raffaello. Il 16 Nov 1591 ottenne un privilegio per un "Libro delli Habiti alla Venetiana"; un secondo privilegio, il 20 luglio, 1596, per la scrittura di un libro di modelli di cucitura (mostre da cucir), con 16 xilografie e 8 incisioni (Nuova inventione de diverse mostre, Venezia 1596). Infine, un altro privilegio, 15 novembre 1597, per il volume di Giuseppe Rosaccio "Il viaggio da Venezia a Costantinopoli". Come editore,pubblicò, tra le altre, opere di Enea Vico; P. Bertelli; O. Fialetti e Jacopo Palma il Giovane. Si specilalizzò in stampe sui costumi e la vita veneziana (Habiti d'huomeni et donne venetiane con la processione della Ser.ma Signoria ed altri particolari…;La città di Venezia con l'origine e governo di quella e gli Habiti delle donne venetiane). Nel 1611 uscì l'ultima opera stampata per i tipi del F., il De excellentia et nobilitate delineationis libri duo. Il trattato comprende studi anatomici ad acquaforte e a bulino incisi da Jacopo Palma il Giovane, o derivati da suoi disegni e, nel secondo libro, studi di cammei, rilievi, decorazione "all'antica", incisi dal padre del Franco e probabilmente ritoccati dal figlio. Nel suo testamento lasciava i suoi risparmi a F. Bertelli stampatore, e a Tiziano pittore, da identificarsi con Tizianello, figlio di Marco Vecellio; mentre uno stampatore di nome Pietro avrebbe dovuto entrare in possesso di tutti gli altri suoi beni, comprese le stampe.

Bibliografia

Bifolco - Ronca, Cartografia e Topografia italiana del XVI secolo (2018), pp. 2402-2403, tav. 1236.

Giacomo FRANCO (Venezia o Urbino 1550 - Venezia 1620)

Figlio naturale del pittore e incisore Battista Franco, esercitò, operando sempre a Venezia, il mestiere di incisore, calcografo, editore benché nel suo testamento, rogato il 16 giugno 1620 egli si definisca "desegnador". Il suo nome non ricorre mai negli atti dell'arte dei "libreri, stampatori e ligadori", mentre si trova negli elenchi della corporazione dei pittori, alle date 1606 e 1619, termini che indicano probabilmente l'anno di iscrizione all'arte, e quello di cessazione dell'attività. L'attività del Franco si esplicò, in un primo tempo, nel campo dell'incisione di tavole, a bulino o acquaforte, seguendo forse le orme paterne: Battista Franco aveva infatti realizzato, soprattutto nel soggiorno giovanile a Roma, stampe di traduzione dagli affreschi della cappella Sistina e dalle stanze di Raffaello. Il 16 Nov 1591 ottenne un privilegio per un "Libro delli Habiti alla Venetiana"; un secondo privilegio, il 20 luglio, 1596, per la scrittura di un libro di modelli di cucitura (mostre da cucir), con 16 xilografie e 8 incisioni (Nuova inventione de diverse mostre, Venezia 1596). Infine, un altro privilegio, 15 novembre 1597, per il volume di Giuseppe Rosaccio "Il viaggio da Venezia a Costantinopoli". Come editore,pubblicò, tra le altre, opere di Enea Vico; P. Bertelli; O. Fialetti e Jacopo Palma il Giovane. Si specilalizzò in stampe sui costumi e la vita veneziana (Habiti d'huomeni et donne venetiane con la processione della Ser.ma Signoria ed altri particolari…;La città di Venezia con l'origine e governo di quella e gli Habiti delle donne venetiane). Nel 1611 uscì l'ultima opera stampata per i tipi del F., il De excellentia et nobilitate delineationis libri duo. Il trattato comprende studi anatomici ad acquaforte e a bulino incisi da Jacopo Palma il Giovane, o derivati da suoi disegni e, nel secondo libro, studi di cammei, rilievi, decorazione "all'antica", incisi dal padre del Franco e probabilmente ritoccati dal figlio. Nel suo testamento lasciava i suoi risparmi a F. Bertelli stampatore, e a Tiziano pittore, da identificarsi con Tizianello, figlio di Marco Vecellio; mentre uno stampatore di nome Pietro avrebbe dovuto entrare in possesso di tutti gli altri suoi beni, comprese le stampe.