El Vero et Nuovo Disegno di Tutta la Isola di Candia
Riferimento: | S38500 |
Autore | Anonimo |
Anno: | 1600 ca. |
Zona: | Creta |
Misure: | 395 x 290 mm |
Riferimento: | S38500 |
Autore | Anonimo |
Anno: | 1600 ca. |
Zona: | Creta |
Misure: | 395 x 290 mm |
Descrizione
Rarissima mappa dell’isola di Creta, priva di data ed indicazioni editoriali.
Si tratta di un’anonima carta italiana databile ai primissimi anni del XVII secolo derivante dal modello di Giovanni Domenico Zorzi del 1538, e come questa mostra il famoso labirinto di Cnosso.
Nel cartiglio in basso a destra di legge: Creta Isola, volgarmente chiamata Cand[i]a da Candia Citta insigne: anticamente fu chiamata Cidone overo Cidonia. Quest’Isola è dotata quasi di tutti li beni per l’uso humano et è abondantissima, pretiosissimi vini. È situata in mezzo del mar pontico; La cui lunghezza è di 270 miglia; la laghezza di 50; et il circuito di 589; come si legge appresso Strabone Cosmografo, di cui questa fu la Patria.
La mappa viene descritta da Zacharakis come “Italian C type, loose leaf map, measuring 38x28 cm, almost identical to the corresponding ones of Camocio and D. Bertelli, but under a different title and with the decorative addition of many sailing ships around the island” (cfr. Zacharakis, De Situ Insulae Cretae, Four centuries of printed cartography of Crete, 1477-1800 (2004), p. 171).
Per “tipo C” Zacharakis identifica il terzo modello – in ordine cronologico - delle carte dell’isola di Creta, quello compilato da Giovanni Domenico Zorzi e stampato a Venezia da Matteo Pagano nel 1538 “La mappa di Creta pubblicata dalla tipografia di Matteo Pagano viene attribuita dalla letteratura al cartografo Giovanni Domenico Zorzi e rappresenta la più antica mappa stampata dall’editore. Dal punto di vista cartografico l’opera sembra essere una derivazione, seppure con distorsioni nella morfologia, della Tabula Neoterica Crete sive Candia Insula pubblicata a Strasburgo da Martin Waldsemuller nel 1513. Notevoli i dettagli rappresentati nella mappa, che conta oltre 250 toponimi. Si tratta della prima carta a rappresentare il famoso labirinto di Cnosso, raffigurato sotto forma di piccoli cerchi concentrici” (cfr. S. Bifolco-F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 1496-97, tav. 714).
Tuttavia, come fa giustamente notare Zacharakis, questa carta anonima sembra una fedele replica della carta incisa da Paolo Forlani per l’editore Giovanni Francesco Camocio nel 1564, che “costituisce, nella sua prima stesura, una delle mappe più diffuse nelle raccolte cartografiche cinquecentesche; ne abbiamo censiti ben 38 esemplari. La carta ebbe una seconda edizione nel 1584, curata da Donato Bertelli, con piccole differenze in alcuni toponimi e nella forma delle baie di Chania e Candia, ed una terza stesura, anonima, probabilmente databile alla fine del XVI secolo” (cfr. S. Bifolco-F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 1504-5, tav. 719).
Prima di oggi, ho avuto modo di incontrare questa rarissima opera, solo nella raccolta fattizia cinquecentesca del Fondo Corsini, conservato alla Biblioteca Corsiniana di Roma [29.K.1]; una raccolta contenuta in un volume del XIX secolo. Essendo applicata su supporto ottocentesco non ho, pertanto, potuto esaminare la carta in controluce per verificare la presenza di un’eventuale filigrana; l’impossibilità di datare la carta mi aveva, sebbene titubante, indotto a non inserire l’opera in Cartografia e topografia italiana del XVI secolo (2018), ritenendola prodotto dell’inizio del secolo successivo.
Il nostro esemplare – in precedenza nella celebre collezione di Fritz Hellwig – è stampato su una carta vergata che reca una filigrana “ancora nel cerchio”. Si tratta di una marca molto diffusa tra le carte italiane del XVI secolo. David Woodward, nel suo studio sulle filigrane riscontrate nella cartografia italiana del XVI secolo identifica ben 24 diverse varianti di questa filigrana, dove l’ancora nel cerchio è associata ad altri elementi quali una stella (di diverse dimensioni e fattura), un trifoglio, un quadrifoglio etc. Il riscontro più antico viene fatto su due carte datate 1538, una proprio di Creta, l’altra di Cipro, rispettivamente stampate da Giovanni Andrea Vavassore e Matteo Pagano a Venezia. Il riscontro più recente su una pianta di Tivoli stampata a Roma da Giovanni Antonio de Paoli nel 1622. (cfr. D. Woodward, Catalogue of watermarks in Italian printed maps ca. 1540-1600, Chicago, 1996, pp. 102-115, nn. 157-180).
Purtroppo, anche la filigrana non aiuta, quindi, a determinare la datazione dell’opera, che Zacharakis non prova nemmeno a datare (tuttavia viene inserita prima della carta di Nicolò Nelli del 1570), probabilmente per non incorrere in errore.
Resta, pertanto, affidarsi all’impressione iniziale, che si tratti di un prodotto al più presto realizzato alla fine del XVI secolo, più probabilmente all’inizio del XVII, da piccola topografia romana o veneziana, che non ebbe un grande successo.
Meraviglioso esemplare, a pieni margini, di questa rarissima carta di Creta.
Bibliografia
Zacharakis, De Situ Insulae Cretae, Four centuries of printed cartography of Crete, 1477-1800 (2004), p. 171, n. 21; Zacharakis, The Mapping of Greece, (2009): p. 307, n. 3479/2776.
Anonimo
Anonimo