Spoletum Umbriae Caput
Riferimento: | CO-298 |
Autore | Philippe THOMASSIN |
Anno: | 1600 ca. |
Zona: | Spoleto |
Misure: | 535 x 400 mm |
Riferimento: | CO-298 |
Autore | Philippe THOMASSIN |
Anno: | 1600 ca. |
Zona: | Spoleto |
Misure: | 535 x 400 mm |
Descrizione
Rarissima, prima, pianta prospettica di Spoleto.
Nell’angolo superiore sinistro è impresso lo stemma della città, accompagnato dal titolo: SPOLETUM UMBRIAE CAPUT. Nel grande cartiglio al centro, sormontato dal blasone della famiglia Orsini, è incisa la dedica: All’Ill.mo & Ecc.mo S.r P[at]ron[us] Col.mo Il S.r Paolo Giordano Orsino. Volendo io mandare in stampa la p[rese]nte pianta di Spoleto mia patria designata da Gio: mio f[rate]llo mentre era paggio del Ser.mo Gran Duca di Toscana mio S.r ho voluto mandarla sotto la protettione di V. Ecc.a parendomi cosi convenirsi, et alla devotione che ha sempre havuto questa Città verso l’Ecc.ma casa sua, et all’antica servitù, et oblighi che ci hanno havuto tuttii miei, et io in particolare con l’Ecc.mo S.r D. Verg.o suo Padre. Supplico per tanto V. Ecc.a a gradire questo picciol dono segno della devotione, e servitù mia con quel animo grande che è proprio di lei alla quale facendo humil.a riverenza prego dal S.r Dio ogni felicità. di Spoleto il p.o di Decembre 1613. Di V.S. Ill.ma Humilss.mo et devotiss.o S.re Francesco Parentij. Nel cartiglio in basso a sinistra troviamo una legenda numerica di 88 rimandi a luoghi e monumenti notabili, distribuita su quattro colonne. Seguono i dettagli editoriali: Rome Phls Thomassinus fe. et exc. cu[m] privil. Su[m]mi Pontificis, et Sup[er]ior[um] p[er]missu.
Nella parte destra della tavola, evidenziata da un compasso, è rappresentata la scala grafica di Passi geometrici communi tradotti da passi andanti (100 passi, pari a mm 37). Orientazione fornita da una rosa di otto venti, il nord-ovest è in basso.
Pianta di Spoleto disegnata da Giovanni o Francesco Parenzio e stampata a Roma da Philippe Thomassin nel 1613. Si tratta di una rappresentazione in proiezione obliqua, combinata con una veduta panoramica di Monte Luco. La pianta è dedicata a Paolo Giordano Orsini, il cui stemma di famiglia appare nel bellissimo cartiglio sulla sinistra. Sebbene sia firmata in lastra da Francesco Parenzio, architetto che progettò la chiesa della Trinità a Spoleto, la pianta sembra essere in realtà attribuita a Giovanni Parenzio “che disegnò una particolareggiata e innovativa pianta della città col titolo Spoletum Umbriae Caput, stampata nel 1613 a Roma”. Secondo altre fonti, sarebbe una “stampa ordinata da Francesco Parenzio, edita a Roma nel 1613, disegnata ed incisa da Filippo Tomassino”. Tooley (1983) descrive una prima stesura dell’opera datata 1600, della quale non abbiamo avuto alcun riscontro. Tuttavia, la data non è in contrasto con l’attività editoriale del Thomassin, che si stabilisce a Roma verso il 1585 dove incide soprattutto soggetti religiosi per la tipografia degli eredi di Duchetti, di Lorenzo Vaccari e Marcello Clodio. Divenne quindi editore, ottenendo nel 1599 il beneficio del privilegio da papa Clemente VIII. La stampa è menzionata nell’inventario della tipografia di Philippe Thomassin (Archivio di Stato di Roma) redatto da Giacomo Lauro e Matteo Greuter il 30 maggio del 1627, descritta al n. 27 come “la cità de spolettj”.
Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva, con sottili margini, minimi restauri nella parte inferiore perfettamente eseguiti, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Pianta rarissima, conosciuta solo per altri 6 esemplari istituzionali: [Chicago, Newberry Library; Londra, British Library; Malta, National Library (2); Perugia, Biblioteca Augusta; Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana] (cfr. Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2324).
Bibliografia
S. Bifolco/F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 2324-2325, tav. 1198, II/II; Cartografia Rara (1986): n. 129; Ganado (1994): II, n. 105, p. 213, n. 62; Shirley (2004): III, n. 67; Benevolo (1969): pp. 109-111, tav. XXVII; Pagani (2016): p. 261.
Philippe THOMASSIN (Troyes 1562 - Roma 1622)
Incisore e editore di Troyes, attivo a Roma dal 1585 .
Nel 1589 iniziò la collaborazione con Jean Turpin; la loro società venne descritta nell’atto di scioglimento del 19 Gennaio 1602 come devota alla ‘pratica della pittura e incisione, per l’acquisto e la vendita di incisioni stampate da loro o per loro ordine, per vendita all’estero al dettaglio e all’ingrosso...’ Nel 1590 fu arrestato e interrogato dal Santo Ufficio per un ritratto che abrebbe incisio di Enrico IV di Francia. Nei suoi primi anni a Roma lavorò per editori come Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Marcello Clodio. Nel 1588 iniziò a pubblicare le sue opere. Comprò vecchie lastre, anche un gruppo dagli eredi di Aliprando Caprioli nel 1599 per il quale richiese un privilegio di 10 anni a Papa Clemente VIII nello stesso anno. Nel1603 pubblicò due incisioni di Villamena . Baglione disse che amava concentrarsi di più su soggetti religiosi, ma non in maniera esclusiva, come mostra l’importante collezione Antiquarum Statuarum Urbis Romae.
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Philippe THOMASSIN (Troyes 1562 - Roma 1622)
Incisore e editore di Troyes, attivo a Roma dal 1585 .
Nel 1589 iniziò la collaborazione con Jean Turpin; la loro società venne descritta nell’atto di scioglimento del 19 Gennaio 1602 come devota alla ‘pratica della pittura e incisione, per l’acquisto e la vendita di incisioni stampate da loro o per loro ordine, per vendita all’estero al dettaglio e all’ingrosso...’ Nel 1590 fu arrestato e interrogato dal Santo Ufficio per un ritratto che abrebbe incisio di Enrico IV di Francia. Nei suoi primi anni a Roma lavorò per editori come Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Marcello Clodio. Nel 1588 iniziò a pubblicare le sue opere. Comprò vecchie lastre, anche un gruppo dagli eredi di Aliprando Caprioli nel 1599 per il quale richiese un privilegio di 10 anni a Papa Clemente VIII nello stesso anno. Nel1603 pubblicò due incisioni di Villamena . Baglione disse che amava concentrarsi di più su soggetti religiosi, ma non in maniera esclusiva, come mostra l’importante collezione Antiquarum Statuarum Urbis Romae.
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