Isola di Mayen, Scoperta l'anno 1614. Dedicata All'Illustrissimo, et. Eccell.mo Sig. Andrea Soranzo...
Riferimento: | S42873 |
Autore | Vincenzo CORONELLI |
Anno: | 1690 |
Zona: | Jan Mayen |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 314 x 235 mm |
Riferimento: | S42873 |
Autore | Vincenzo CORONELLI |
Anno: | 1690 |
Zona: | Jan Mayen |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 314 x 235 mm |
Descrizione
Carta geografica di Jan Mayen tratta dal "Corso Geografico Universale"; la mappa di Coronelli celebra la sua scoperta nel 1614.
L'isola di Jan Mayen è un territorio appartenente alla Norvegia, costituito da un'isola situata al limite tra l'Oceano Atlantico e il Mar Glaciale Artico e sotto l'amministrazione della Contea di Nordland.
La prima scoperta dell'isola fu nel 1614. Ci sono rivendicazioni di scoperte precedenti: alcuni storici credono che un monaco irlandese, Brendan, che era conosciuto come un buon marinaio, era vicino a Jan Mayen all'inizio del sesto secolo. Tornò da uno dei suoi viaggi e riferì di essere stato vicino a un'isola nera, che era in fiamme, e c'era un rumore terribile nella zona. Pensò che avrebbe potuto trovare l'entrata dell'inferno.
Jan Mayen fu scoperto nell'estate del 1614 da tre spedizioni separate. L'olandese Fopp Gerritsz, mentre era al comando di una spedizione di caccia alla balena inviata dall'inglese John Clarke, di Dunkerque, dichiarò (nel 1631) di aver scoperto l'isola il 28 giugno e la chiamò "Isabella".
A gennaio la Noordsche Compagnie (società nordica), modellata sulla compagnia olandese delle Indie orientali, era stata creata per sostenere la caccia alle balene olandesi nell'Artico. Due delle sue navi, finanziate dai mercanti di Amsterdam e Enkhuizen, raggiunsero Jan Mayen nel luglio 1614. I capitani di queste navi: Jan Jacobszoon May van Schellinkhout sul Gouden Cath (Golden Cat) e Jacob de Gouwenaer sull'Orangienboom (Orange Tree) - lo chiamò Mr. Joris Eylant dopo il cartografo olandese Joris Carolus che era a bordo e mappò l'isola.I capitani hanno riconosciuto che una terza nave olandese, la Cleyn Swaentgen (Little Swan) capitanata da Jan Jansz Kerckhoff e finanziata da azionisti della compagnia Noordsche Compagnie di Delft, era già stata sull'isola quando sono arrivati. Avevano ipotizzato che quest'ultimo, che chiamò l'isola Maurits Eylandt (o Mauritius) dopo che Maurice di Nassau, Principe d'Orange, avrebbe riferito la loro scoperta agli Stati Generali. Tuttavia, i mercanti di Delft avevano deciso di mantenere la scoperta segreta e tornarono nel 1615 per cercare il proprio profitto. La controversia che ne seguì fu risolta solo nel 1617, anche se nel frattempo a entrambe le compagnie fu permesso di balene a Jan Mayen.
Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione.
Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)
Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].
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Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)
Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].
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