Coppenhague - Coppenhague Ville Capitale du Royaume de Danemarck est située en Zeelande...
Riferimento: | S46676 |
Autore | Giuseppe REMONDINI |
Anno: | 1780 ca. |
Zona: | Copenhagen |
Luogo di Stampa: | Bassano del Grappa |
Misure: | 490 x 360 mm |
Riferimento: | S46676 |
Autore | Giuseppe REMONDINI |
Anno: | 1780 ca. |
Zona: | Copenhagen |
Luogo di Stampa: | Bassano del Grappa |
Misure: | 490 x 360 mm |
Descrizione
Titolo in alto in un cartiglio ornato; ai lati due stemmi araldici. In basso legenda numerica di 7 rimandi ai luoghi notabili presenti nella stampa.
Rarissima veduta prospettica della città incisa da Francesco Ambrosi (1751-1834) per la tipografia Remondini, sotto la direzione di Giuseppe Remondini (Bassano 1754-1811), che la pubblica a Bassano del Grappa intorno al 1780.
La veduta, intagliata seguendo il modello cartografico introdotto dal francese Pierre Aveline (1656-1722), è incisa seguendo il lezioso e “popolare” stile grafico che contraddistingue le opere della tipografia Remondini, per l’intaglio delle quali era stata creata una vera e propria «scuola di intaglio». Appartiene ad una serie di vedute delle più importanti città del mondo.
Sotto la guida di Giuseppe la tipografia Remondini incrementò notevolmente l’interesse per la cartografia. Oltre a questa importante serie di vedute incise da Federico Ambrosi, Giuseppe acquisto i rami e i diritti di pubblicazione delle carte prodotte da Paolo Santini (Venezia 1729 - Belluno 1793). Santini era sacerdote cattolico presso la Chiesa di Santa Maria Formosa a Venezia, cartografo, incisore ed editore a Venezia, dove, nel 1776, pubblicò l’Atlas Universel dressé sur les meilleures cartes modernes. Sempre sulla base delle carte del Santini, Giuseppe Remondini stampa nel 1801 l'Atlas Géographique, dressé sur les meilleures Cartes de ces derniers tems, à l'usage des Ecoles, et de toute la Jeunesse des deux Sexes, un piccolo atlante di 60 tavole chee riprende nel formato, nel titolo e nel frontespizio figurato un analogo atlante realizzato da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736-1814) nel 1762.
I Remondini furono una famiglia di stampatori che operarono a Bassano del Grappa da metà del XVII a metà del XIX secolo, fondata da Giovanni Antonio Remondini (Padova nel 1634 – Bassano 1711), intorno al 1657, al quale succedettero il figlio Giuseppe (Bassano 1672 - ivi 1750 circa) e i suoi discendenti. Giuseppe impresse un deciso sviluppo all'impresa, assumendo la proprietà, o quantomeno il controllo, di diverse cartiere. Dai laboratori di Bassano iniziò a uscire una straordinaria varietà di prodotti il cui immaginario iconografico dipendeva molto dalle mode e delle loro evoluzioni: ventole, giochi da tavolo di ogni genere realizzati anche in lingue diverse, carte da gioco, vedute ottiche di città utilizzate negli spettacoli di mondo nuovo, stampe predisposte per essere incollate ai mobili detti «a lacca povera» o su altri oggetti, come scatole e tabacchiere, fogli con figure da ritagliare con gruppi di immagini quali presepi, soldatini, mestieri, biglietti da visita, carta da parati, tutti materiali puntualmente registrati nei ricchissimi cataloghi che dal 1729 iniziarono a essere regolarmente pubblicati e che costituiscono una delle fonti principali per lo studio della produzione dei Remondini (Remondini, 1990, pp. 77-81; Carnelos, 2008, pp. 37-39). Giuseppe curò anche la costituzione di un laboratorio affidato alle cure di Giuliano Giampiccoli e quindi di Antonio Baratti per la formazione pratica degli incisori necessari alla ditta, impropriamente definito «scuola di intaglio». Impiantò una tipografia anche a Venezia, e qui il figlio Giovan Battista (Bassano 1713 - Castello Tesino 1776) chiamò a collaborare i migliori incisori del tempo. Col figlio di Giovan Battista, Giuseppe (Bassano 1754 - ivi 1811) e il fratello Antonio Bartolomeo, la calcografia raggiunse un importante dimensione; la produzione aumentò fino a raggiungere un livello planetario.
Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, minime ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
A. Bertarelli, La Remondiniana di Bassano Veneto, in “Emporium”, LXVIII (1928), pp. 358-369; M. Infelise, I Remondini di Bassano. Stampa e industria nel Veneto del Settecento, Bassano del Grappa 1990; A.W.A. Boschloo, The prints of the Remondinis: an attempt to reconstruct an eighteenth-century world of pictures, Amsterdam 1998; L. Carnelos, I libri da risma. Catalogo delle edizioni R. a larga diffusione (1650-1850), Milano 2008; A. Milano, Selling prints for the R.’: Italian pedlars from the Tesino and Natisone Valleys travelling through Europe during the eighteenth century, in Not dead things the dissemination of popular print in England and Wales, Italy, and the Low Countries, 1500-1820, Amsterdam 2013, pp 75-96.
Giuseppe REMONDINI (1745 - 1811)
I Remondini furono una famiglia di stampatori che operarono a Bassano del Grappa da metà del XVII a metà del XIX secolo. Giovanni Antonio Remondini nacque a Padova nel 1634. Nel 1657, poco più che ventenne, prese casa nella piazza principale di Bassano. Aprì un negozio di telerie, lane, sete e attrezzi di ferro. In seguito, aggiunse alle sue merci anche xilografie di santi e di soggetti popolari, che i contadini acquistavano a protezione delle loro case. Remondini sviluppò una propria stamperia, acquistando un vecchio torchio, dal quale ebbe origine una delle più importanti calcografie d'Europa. Alle stampe dai colori vivaci si aggiunsero giochi, come il giro dell'oca o i soldatini di carta, e i libretti di storie per soddisfare i gusti del popolo minuto. Nel 1711, alla morte del fondatore, il patrimonio fu diviso tra gli eredi e la stamperia toccò al figlio Giuseppe (Bassano 1672 - ivi 1750 circa), e ai suoi discendenti. Giuseppe impresse un deciso sviluppo all'impresa, assumendo la proprietà, o quantomeno il controllo, di diverse cartiere.
Dai laboratori di Bassano iniziò a uscire una straordinaria varietà di prodotti il cui immaginario iconografico dipendeva molto dalle mode e delle loro evoluzioni: ventole, giochi da tavolo di ogni genere realizzati anche in lingue diverse, carte da gioco, vedute ottiche di città utilizzate negli spettacoli di mondo nuovo, stampe predisposte per essere incollate ai mobili detti «a lacca povera» o su altri oggetti, come scatole e tabacchiere, fogli con figure da ritagliare con gruppi di immagini quali presepi, soldatini, mestieri, biglietti da visita, carta da parati, tutti materiali puntualmente registrati nei ricchissimi cataloghi che dal 1729 iniziarono a essere regolarmente pubblicati e che costituiscono una delle fonti principali per lo studio della produzione dei Remondini (Remondini, 1990, pp. 77-81; Carnelos, 2008, pp. 37-39). Giuseppe curò anche la costituzione di un laboratorio affidato alle cure di Giuliano Giampiccoli e quindi di Antonio Baratti per la formazione pratica degli incisori necessari alla ditta, impropriamente definito «scuola di intaglio». Impiantò una tipografia anche a Venezia, e qui il figlio Giovan Battista (Bassano 1713 - Castello Tesino 1776) chiamò a collaborare i migliori incisori del tempo. Col figlio di Giovan Battista, Giuseppe (Bassano 1754 - ivi 1811) e il fratello Antonio Bartolomeo, la calcografia raggiunse un importante dimensione; la produzione aumentò fino a raggiungere un livello planetario. La vecchia rete dei venditori porta a porta fu sostituita da un'efficiente rete di distributori in proprio, organizzati per aree geografiche. I Tesini percorrevano l'Europa dalla Germania ai Paesi nordici, per poi spingersi a ovest verso le Americhe; gli Schiavoni, cui era affidato l'intero est del mondo, giungevano sino all'Oceano Pacifico. Con queste due grandi centrali distributive, la rete commerciale della stamperia era in grado di raggiungere quattro continenti.
Sotto la direzione del figlio di Giuseppe, Francesco Girolamo (1773-1820) fu, tuttavia, scossa da controversie giuridiche e dagli eventi politici; la decadenza cominciò nella prima metà dell'Ottocento, dopo le invasioni napoleoniche. All'inizio del secolo la stamperia dei Remondini contava 18 torchi per impressioni tipografiche e xilografiche, 24 per incisioni in rame, attrezzature per la stampa di carte speciali e le carte da parati, 4 cartiere e una fonderia per i caratteri in piombo, che davano lavoro ad oltre 1.000 operai. Nel 1840 la produzione era ancora notevole, ma già si accumulava l'invenduto. Nel 1848 cominciò il tracollo; i negozi furono chiusi, e tutto il materiale venduto (1859-60) e nel 1861 l'azienda chiuse i battenti.
Bibliografia
A. Bertarelli, La Remondiniana di Bassano Veneto, in “Emporium”, LXVIII (1928), pp. 358-369; M. Infelise, I Remondini di Bassano. Stampa e industria nel Veneto del Settecento, Bassano del Grappa 1990; A.W.A. Boschloo, The prints of the Remondinis: an attempt to reconstruct an eighteenth-century world of pictures, Amsterdam 1998; L. Carnelos, I libri da risma. Catalogo delle edizioni R. a larga diffusione (1650-1850), Milano 2008; A. Milano, Selling prints for the R.’: Italian pedlars from the Tesino and Natisone Valleys travelling through Europe during the eighteenth century, in Not dead things the dissemination of popular print in England and Wales, Italy, and the Low Countries, 1500-1820, Amsterdam 2013, pp 75-96.
|
Giuseppe REMONDINI (1745 - 1811)
I Remondini furono una famiglia di stampatori che operarono a Bassano del Grappa da metà del XVII a metà del XIX secolo. Giovanni Antonio Remondini nacque a Padova nel 1634. Nel 1657, poco più che ventenne, prese casa nella piazza principale di Bassano. Aprì un negozio di telerie, lane, sete e attrezzi di ferro. In seguito, aggiunse alle sue merci anche xilografie di santi e di soggetti popolari, che i contadini acquistavano a protezione delle loro case. Remondini sviluppò una propria stamperia, acquistando un vecchio torchio, dal quale ebbe origine una delle più importanti calcografie d'Europa. Alle stampe dai colori vivaci si aggiunsero giochi, come il giro dell'oca o i soldatini di carta, e i libretti di storie per soddisfare i gusti del popolo minuto. Nel 1711, alla morte del fondatore, il patrimonio fu diviso tra gli eredi e la stamperia toccò al figlio Giuseppe (Bassano 1672 - ivi 1750 circa), e ai suoi discendenti. Giuseppe impresse un deciso sviluppo all'impresa, assumendo la proprietà, o quantomeno il controllo, di diverse cartiere.
Dai laboratori di Bassano iniziò a uscire una straordinaria varietà di prodotti il cui immaginario iconografico dipendeva molto dalle mode e delle loro evoluzioni: ventole, giochi da tavolo di ogni genere realizzati anche in lingue diverse, carte da gioco, vedute ottiche di città utilizzate negli spettacoli di mondo nuovo, stampe predisposte per essere incollate ai mobili detti «a lacca povera» o su altri oggetti, come scatole e tabacchiere, fogli con figure da ritagliare con gruppi di immagini quali presepi, soldatini, mestieri, biglietti da visita, carta da parati, tutti materiali puntualmente registrati nei ricchissimi cataloghi che dal 1729 iniziarono a essere regolarmente pubblicati e che costituiscono una delle fonti principali per lo studio della produzione dei Remondini (Remondini, 1990, pp. 77-81; Carnelos, 2008, pp. 37-39). Giuseppe curò anche la costituzione di un laboratorio affidato alle cure di Giuliano Giampiccoli e quindi di Antonio Baratti per la formazione pratica degli incisori necessari alla ditta, impropriamente definito «scuola di intaglio». Impiantò una tipografia anche a Venezia, e qui il figlio Giovan Battista (Bassano 1713 - Castello Tesino 1776) chiamò a collaborare i migliori incisori del tempo. Col figlio di Giovan Battista, Giuseppe (Bassano 1754 - ivi 1811) e il fratello Antonio Bartolomeo, la calcografia raggiunse un importante dimensione; la produzione aumentò fino a raggiungere un livello planetario. La vecchia rete dei venditori porta a porta fu sostituita da un'efficiente rete di distributori in proprio, organizzati per aree geografiche. I Tesini percorrevano l'Europa dalla Germania ai Paesi nordici, per poi spingersi a ovest verso le Americhe; gli Schiavoni, cui era affidato l'intero est del mondo, giungevano sino all'Oceano Pacifico. Con queste due grandi centrali distributive, la rete commerciale della stamperia era in grado di raggiungere quattro continenti.
Sotto la direzione del figlio di Giuseppe, Francesco Girolamo (1773-1820) fu, tuttavia, scossa da controversie giuridiche e dagli eventi politici; la decadenza cominciò nella prima metà dell'Ottocento, dopo le invasioni napoleoniche. All'inizio del secolo la stamperia dei Remondini contava 18 torchi per impressioni tipografiche e xilografiche, 24 per incisioni in rame, attrezzature per la stampa di carte speciali e le carte da parati, 4 cartiere e una fonderia per i caratteri in piombo, che davano lavoro ad oltre 1.000 operai. Nel 1840 la produzione era ancora notevole, ma già si accumulava l'invenduto. Nel 1848 cominciò il tracollo; i negozi furono chiusi, e tutto il materiale venduto (1859-60) e nel 1861 l'azienda chiuse i battenti.
Bibliografia
A. Bertarelli, La Remondiniana di Bassano Veneto, in “Emporium”, LXVIII (1928), pp. 358-369; M. Infelise, I Remondini di Bassano. Stampa e industria nel Veneto del Settecento, Bassano del Grappa 1990; A.W.A. Boschloo, The prints of the Remondinis: an attempt to reconstruct an eighteenth-century world of pictures, Amsterdam 1998; L. Carnelos, I libri da risma. Catalogo delle edizioni R. a larga diffusione (1650-1850), Milano 2008; A. Milano, Selling prints for the R.’: Italian pedlars from the Tesino and Natisone Valleys travelling through Europe during the eighteenth century, in Not dead things the dissemination of popular print in England and Wales, Italy, and the Low Countries, 1500-1820, Amsterdam 2013, pp 75-96.
|