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Riferimento: | S46073 |
Autore | Abraham ORTELIUS |
Anno: | 1570 ca. |
Zona: | Scandinavia |
Luogo di Stampa: | Anversa |
Misure: | 490 x 365 mm |
Riferimento: | S46073 |
Autore | Abraham ORTELIUS |
Anno: | 1570 ca. |
Zona: | Scandinavia |
Luogo di Stampa: | Anversa |
Misure: | 490 x 365 mm |
La carta dell'Atlantico settentrionale di Abraham Ortelius, incisa da Frans Hogenberg, si estende dalla Scandinavia, alle regioni polari, alla Groenlandia, all'Islanda e al Nord America, e rappresenta un'affascinante convergenza di conoscenze, miti ed espressioni artistiche. La mappa mostra un eccellente profilo della costa scandinava, che confina con il Mare Congelatum e le acque ghiacciate dell'Artico. Si basa sulla carta murale del mondo di Gerard Mercator del 1569, sulla celebre mappa di Zeno del 1558 e, soprattutto, sulla Carta Marina di Olaus Magnus del 1539.
Uno degli aspetti intriganti della mappa di Ortelius è la rappresentazione di isole mitiche, che risuonavano nell'immaginario popolare dell'epoca: Frislandia, S. Brandain, Brasile, Icaria e Drogeo.
La carta di Ortelio non è solo un documento di esplorazione, ma una creazione artistica. È più di una semplice rappresentazione geografica. È un manufatto storico che racchiude le conoscenze scientifiche, i miti, le credenze e la sensibilità artistica dell'epoca. Fondendo la geografia reale con elementi fantastici, offre una finestra sulla mentalità rinascimentale e sullo zelo esplorativo di un'epoca in cui i confini del mondo erano ancora inesplorati. Sia come fonte di studio storico che come opera d'arte, questa mappa continua ad affascinare e ispirare, riflettendo l'impulso umano senza tempo di esplorare, capire e immaginare.
“Ortelius's map of Scandinavia, one of the fifty-three maps in the first edition of the atlas, is included in all subsequent editions. The "Catalogus auctorum tabularum geographicarum" in the first edition acknowledged eighty-seven cartographers as sources for the maps. Among those cited for the Scandinavia map are Ziegler, Olaus Magnus, Zeno (via the Ruscelli), Algoet, and Monachus (a map of the northern regions, now lost). The influence of both Magnus and Zeno is seen in the map of Scandinavia, particularly in some of the mythical islands in the north Atlantic (e.g., Frisland). Although Ortelius retained the imaginary isle of Icaria west of Iceland, he removed Estland. In other changes, Ortelius placed Estitoland clearly on the mainland of America and made Drogeo unequivocally an island, whereas on the Zeno map they simply run off into the margins. Estitoland may be associated with Labrador, in which case Drogeo may represent Newfoundland. Ortelius's map extends to about 85° N and does not cover the entire polar region. Nonetheless, the landmasses at the top are unmistakably parts of two of the four main islands that comprised the north pole according to contemporary belief. Mercator's representation of the Arctic on his eighteen-sheet wall map of 1569 influenced Ortelius, even to the extent of copying the words "Pigmei hic habitant" (Here Live the Pygmies) on the southeastern island between 30° and 40° east longitude and just below the 80° latitude line” (cf. William B. Ginsberg, Printed Maps of Scandinavia and the Artic 1482-1601, p. 91).
Esemplare nel sesto stato di otto descritto da Ginsberg, tratto dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e poi nel 1612.
Acquaforte con magnifica colorazione originale, ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
William B. Ginsberg, Printed Maps of Scandinavia and the Artic 1482-1601, pp. 91-110, VI/VIII; Van den Broecke #160; Burden #40.
Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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