Magni Ducatus Lithuaniae Caeterarumque Regionum illi Adiacentium Exacta Descriptio
Riferimento: | S43953 |
Autore | Willem Janszoon BLAEU |
Anno: | 1613 |
Zona: | Lituania |
Misure: | 1100 x 775 mm |
Riferimento: | S43953 |
Autore | Willem Janszoon BLAEU |
Anno: | 1613 |
Zona: | Lituania |
Misure: | 1100 x 775 mm |
Descrizione
Bell'esemplare di questa importante carta murale della Lituania e di parti della Polonia, della Russia, dell'Ucraina, della Lettonia, che si estende fino a Cracovia, Kiev, Varsavia, Riga, Konigsberg, Danzica, e Leopoli.
La carta è stata incisa da Hessel Gerritsz da bozze originali preparate sotto le istruzioni del principe Nicolas Christophe Radziwill, e pubblicata per la prima volta nel 1613 da Willem Blaeu, con il suo marchio originale Guilhelmus Janssonis. Si tratta di una delle prime mappe pubblicate da Blaeu, che la inserì in un atlante solo dopo il 1630.
Esemplare del quinto stato di sette secondo Aliaksei Adamovitch (cfr. Map of the Grand Duchy of Lithuania at the Frankfurt Book Fair in 1613, 2021), pubblicato nell'edizione del 1640 dell'Appendix Theatri A. Ortelii et Atlantis G. Mercatoris.
“La nota carta del Granducato di Lituania, datata 1613, si diffuse solo con l'inizio della pubblicazione degli atlanti Appendix Theatri A. Ortelii et Atlantis G. Mercatoris di Willem Blaeu nel 1631 (Koeman 2:021). L'unica copia esistente dell'edizione originale è la carta murale che si trova a Weimar (Duchess Anna Amalia Library), tradizionalmente attribuita dai ricercatori a un periodo precedente. La seconda e più famosa copia conservata Biblioteca dell'Università di Uppsala è stata realizzata, invece, dopo il 1631. In ogni caso, gli studiosi del patrimonio cartografico di Blaeu si sono interrogati a lungo sulla tiratura della mappa, dal 1613 al 1631, e persino sulla datazione della mappa stessa al 1613” (cfr. Adamovitch).
La magnifica incisione di Gerard Hesselsz. include lo stemma lituano all'interno di un elaborato cartiglio, un titolo ornato di volte, una rosa dei venti e tre navi in piena navigazione sul Mar Baltico. Buczek osserva che "la carta ... occupa una posizione di rilievo nella ... della cartografia europea ... e ... fu anche un grande passo avanti nella mappatura delle terre che allora facevano parte della Polonia ... sulla carta si trovano 1020 città e villaggi e all'interno dei confini della sola Grande Olanda di Lituania ci sono 511 città, 31 villaggi e 1 monastero" (cfr. Buczek, The History of Polish Cartography from the 15th to the 18th Century, 1966, p. 58-63).
Acquaforte con bella colorazione a mano, solite pieghe di carta, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Aliaksei Adamovitch, Map of the Grand Duchy of Lithuania at the Frankfurt Book Fair in 1613, 2021; T. Buczek, The History of Polish Cartography from the 15th to the 18th Century, 1966, p. 58-63.
Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)
Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695.
Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu
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Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)
Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695.
Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu
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