Pannoniae, et Illyrici Veteris Tabula

Riferimento: S46141
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Croazia
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 455 x 355 mm
700,00 €

Riferimento: S46141
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Croazia
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 455 x 355 mm
700,00 €

Descrizione

Splendida carta storico-geografica dell'antica Pannonia e dell'Illiria [corrispondente all'incirca alle odierne Slovenia, Croazia, Ungheria meridionale, Romania occidentale, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Montenegro], pubblicata nel Parergon di Abraham Ortelius.

Esemplare dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612.

Titolo: “PANNONIAE, | ET ILLYRICI VE:|TERIS TABVLA. | Ex conatibus geographicis Abra:|hami Ortelij Antverpiani".

Cartiglio in alto a sinistra: "Vis consili expers mole ruit sua". [La violenza senza giudizio crolla sotto il suo stesso peso. Da: Orazio Odi Libro III, ode iv, riga 65]. "Dño | Ludovico Hal:|lero ab Hallerstein, | stemmate, eruditione, | & animi candore, vere nobili, Ab. Orte:|lius hoc amicitiæ | mnemosynon de:|dicabat". [Abraham Ortelius dedica questa carta in memoria della sua amicizia al signor Ludovicus Hallerus di Hallerstein come corona di fiori per la sua erudizione, il suo candore d'animo e la sua vera nobiltà]. In basso al centro: "Cum Gratia et Priuilegio | decennali 1590".

Realizzata da Ortelius sulla base della carta dell'Europa sud-orientale di Gastaldi del 1560 (Meurer p. 153) e su informazioni tratte da fonti antiche, in particolare Plinio, Livio, Bonfinio, Dione e Aurelio Vittore.

Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.

Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.

Leggo in Dione autor molto degno di fede, come colui, il quale à qualche tempo stette al governo di queste contrade; che li Pannoni son chiamati cosi, peroche compongano le loro tonache ò vesti con le maniche di panni, al modo loro tagliate & cucite...” (p. xix). "Cominciano di là le terre ricche di ghiande della Pannonia, [approssimativamente le attuali Ungheria e Slovenia] nel punto in cui la catena delle Alpi, tagliando in due l'Illirico, attenua la sua pendenza e si svolge in direzione nord-sud, scendendo con dolce declivio dai lati destro e sinistro. La parte rivolta a verso il mare Adriatico si chiama Dalmazia e Illirico... quella rivolta a nord è la Pannonia, che si estende sino al Danubio.". (III. 147) Confina con la Pannonia la provincia chiamata Mesia, che comprende l'attuale Bulgaria e una parte della Iugoslavia sudorientale, che ha inizio dalla confluenza del Sava con il Danubio e seguendo il corso di quest'ultimo si estende sino al Ponto (Mar Nero). Le coste dell'Illirico brulicano di numerose isole, e secondo Plinio sarebbero il risultato dell'opera di scavo compiuta dal mare in un fondale poco profondo. Segnala come famose le isole alla foce del Timavo, per le sorgenti d'acqua calda che aumentano con l'innalzarsi della marea, delle quali però non si ha più notizia. Plinio cita nel territorio istriano le isole di Clissa, Pullaria e le Absirtidi, quest'ultime così chiamate dai Greci a causa del fratello di Medea, Absirto, che qui fu ucciso e che potrebbero essere l'insieme formato dalle due isole contigue di Cherso e Lussino. (III. 151, 152) La carta dei territori della Pannonia e dell'Illiria venne realizzata da Ortelio sulla base della mappa di Gastaldi del Sud-Est europeo realizzata nel 1560, più precisamente con il novo Dissegno della Dalmatia et Crovatia, stampato per la prima volta a Venezia tra il 1563 da Francesco Camocio con la Nova discrittione dela Dalmatia et Crovatia M.D.L.X.V completandola con informazioni storiche tratte dagli antichi autori quali: Plinio, Livio, Bonfini, Dione etc. Nell'angolo in basso a sinistra, in decorativo cartiglio, sono elencati Loca incertae positionis, mentre nell'angolo in alto a sinistra viene riportata la dedica all'amico Ludwig Haller von Hallerstein Dño Ludovico Hallero ab Hallerstein, Stemmate, eruditione, & animi candore, vere nobili, Ab. Ortelius hoc amicitiae mnemosynon dedicabat. sormontata dalla locuzione latina Vis. Consili expers, mole ruit sua. La dedica della carta da parte di Ortelio è al Sig. Ludovico Hallero di Hallerstein, una nobile famiglia di Norimberga. Nella descrizione delle isole dell'Adriatico, Ortelio cita anche le sue fonti: LIBURNICUS SINUS, ha48 bet sexaginta insulas. Strabo. Illyrici ora mille amplius insulis frequentantur. Plinius et Martianus. Dalmaticum Mare, Tacito e anche per tante altre località. Nella tavola il Danubio segna un confine tra la Pannonia e la Dacia. Il Mare Adriatico nell'area prossima alla costa è diviso in due, nella parte centrale viene chiamato: Liburnicus sinus, mentre più a sud prende il nome di Dalmaticum mare. Le sue coordinate sono: 41°20' - 48°30' N. e 34°49'-47°30' E. (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 72-73, n. 13).

Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani 23p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 203; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 7600H:31.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.