Nova Descriptione del Friuli
Riferimento: | S32091 |
Autore | Paolo FORLANI |
Anno: | 1563 |
Zona: | Friuli |
Misure: | 385 x 290 mm |
Riferimento: | S32091 |
Autore | Paolo FORLANI |
Anno: | 1563 |
Zona: | Friuli |
Misure: | 385 x 290 mm |
Descrizione
Carta anonima e priva di dati editoriali, pubblicata per la prima volta nel 1561, e attribuita da David Woodward, nel suo saggio sull’incisore veronese, a Paolo Forlani.
Esemplare nel quinto stato di otto descritto da Bifolco-Ronca (2018), con la data M.D.LXIII. e la rappresentazione dell’isola di Grado.
In un cartiglio rettangolare, posto nel mare, è inciso il titolo: NOVA DESCRIPTIONE DEL FRIULI M.D.LXIII. Carta priva di orientazione, scala grafica e graduazione ai margini.
Prima replica in rame della carta di Giovanni Andrea Vavassore del 1550, la più antica carta a stampa dell’area e, insieme a quella manoscritta di Giovanni Antonio Cortona (ante 1554) fonte cartografica per il Friuli.
L’opera del Vavassore mostra un’accurata rappresentazione del rilievo montano, oltre ad un’evidente scrupolosità nella fitta riproduzione dei bacini dei tre fiumi maggiori, l’Isonzo, il Tagliamento e il Livenza. La toponomastica, però, riporta solo i grandi centri abitati, castelli, abbazie, santuari e punti strategici di chiara importanza militare ed economica. Appare palese che la mappa avesse dunque una funzione militare.
“La mappa deriva dalla carta del Vavassore, della quale rappresenta una buona replica in rame. Rispetto al modello propone numerose modifiche per quanto riguarda le linee costiere, l’idrografia e la toponomastica. Questa carta, priva di dati editoriali, appare per la prima volta nel 1561, con una prova di stampa priva della rosa dei venti e viene ristampata senza modifiche nel 1562 e nel 1563; ancora nel 1563, ne viene pubblicata un’altra ristampa che reca però il nome di Giovanni Francesco Camocio. Lago sostiene che la tiratura del 1561 non sarebbe la prima, sulla base di alcune cancellazioni notate sulla lastra in corrispondenza della costa tra Caorle e Marano. Sono note anche una ristampa con l’indirizzo del Camocio abraso, ed una con quello di Donato Bertelli, già citata da Almagià” (cfr. Bifolco – Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo (2018), pp. 1942-43, tav. 976, V/VIII).
“La reincisione operata dal Furlani o Forlani, come indifferentemente si trova, coincide perfettamente con le stampe precedenti nei limiti dell'area rappresentata, nel disegno delle coste e della rete idrografica, nella distribuzione delle masse montuose e in alcuni altri particolari. Altrettanto evidenti, già di primo acchito, appaiono le differenze stilistiche, soprattutto nel trattare il rilievo e nella grafia della nomenclatura. Diversi sono anche molti dei simboli che raffigurano gli abitati. Se poi si approfondisce il confronto, questa carta risulta essere poco curata anche perché si rilevano nuovi errori, come la doppia posizione di Vderzo (Oderzo), omissioni di toponimi (ad esempio, quello di S. Daniele del Friuli e delle Fonti del Timavo), o l'incompleta citazione dei Bagni di Monfalcone (Bagnide per Bagnide mo[n]te falcon), o del Passo di Monfalcone, o storpiature (Ciporpete per C-porpete, Castel Porpetto, Solonbergo per Solim- bergo, Zopolo per Zopola, cioè Zoppola, Brunаисса per Bruaucca (Broiavacca), e così via).” (Lago, Rossit "Theatrum Fori Iulii" vol. 2, p.119)
Magnifico esemplare, impresso su carta vergata coeva, rifilato al rame e con ampi margini bianchi aggiunti all’epoca (nel tipico stile degli atlanti compositi). In alto a destra numero in manoscritto “XLII”.
Opera di grande rarità ed importanza.
Bibliografia
S. Bifolco, F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo (2018), pp. 1942-43, tav. 976, V/VIII; Almagià (1948): p. 88, n. 12; Borroni Salvadori (1980): n. 47; Almagià (1929): p. 29, A-B; Bifolco-Ronca (2014): n. 59; Karrow (1993): n. 4/1.2; Lago-Rossit (1988): pp. 119-122, tavv. XXXV-XXXVII; Lago (1989): p. 254, nn. 118-119; Lago (1994): p. 326, fig. 15; Lago (2002): p. 374, figg. 369-370; Perini (1996): p. 85; Tooley (1939): nn. 224, 225, 227 & 228; Woodward (1990): n. 05.01-03; Woodward (1992): n. 14.
Paolo FORLANI (Attivo a Venezia seconda metà del XVI secolo)
Paolo Forlani (o Furlani) fu attivo a Venezia tra il 1560 e il 1574 come mercante di stampe e incisioni, in particolare di carte geografiche, vedute e piante. Le sue incisioni, in gran parte di soggetto geografico, risultano pubblicate dai principali editori e stampatori veneziani. Importante per il Forlani è la collaborazione con Giacomo Gastaldi del quale incise ben 13 carte. Le prime opere note risalgono al 1560 circa , e tra queste: un Globo (10 cm di diametro) in cui Forlani ricorda “Giacomo gastaldo cosmografo raro” che “ questi mesi addietro me ha dato un disegno, o descrittone universale di tutta la terra”; la carta della Germania, tratta dal Gastaldi, una carta dell’ Oceano Atlantico di Niccolò de Nicolai. Esclusa la carta della Germania, nelle altre il nome di Forlani è associato con quello di Giovanni Francesco Camocio che si firma proprietario dei rami “aereis formis” . Dotato di una considerevole capacità tecnica e di una velocità nella realizzazione delle incisioni, collaborò nello stesso momento con altri tipografi e stampatori veneziani: Ferrando Bertelli, uca Bertelli, Bolognino Zaltieri per il quale incise “Il Gran Consiglio”, una delle rare immagini figurative dell’incisore nella quale viene rappresentata la riunione del gran consiglio della Repubblica di Venezia, svoltasi nel palazzo Ducale l’8 luglio 1566. Tra gli autori da cui trasse le sue incisioni è da ricordare l’olandese Jacob van Deventer (Olanda 1566)e Girolamo Bellarmato (Toscana 1563).
Il Forlani intreccia una relazione commerciala anche con Claudio Duchetti, editore romano, per il quale incide alcune carte tra cui l’Europa con il Mediterraneo, un planisfero, l’isola di Creta, la Morea e Rodi. Attraverso le dediche riportate sulle sue stampe è stato possibile avere delle interessanti informazioni circa la sua attività commerciale e appurare l’esistenza di una sua bottega per lo smercio delle stampe. L’opera più importante dell’incisore è la prima raccolta organica di cartografia urbana stampata in Italia, con incisioni datate 1566 e 1567 dal titolo Il primo delle città, et fortezze principali del mondo, pubblicata nel 1567 e venduta nella bottega “ al segno della colonna”. Opera dedicata ad Alfonso dal Corno, funzionario del duca di Ferrara. L’unica raccolta completa di tale volume è conservata nella Osterreichische Nationalbibliothek e consta di 32 vedute e piante urbane (21x29cm). Forlani non pubblicò mai la seconda parte in quanto egli consegnò i rami che furono utilizzati, nello stesso anno, da Domenico Zenoi in una raccolta senza titolo di immagini urbane , e da Bolognino Zaltieri, nel 1569, nel volume De’ disegni delle più illustri città, et fortezze del mondo, curato da Giulio Ballino. Dopo il 1574 si perdono le notizie di Paolo Forlani, il planisfero del 1581, la Germania del 1583 ed il Golfo di Venezia del 1585 sono tarde edizioni stampate da successivi proprietari dei rami. Molto probabilmente egli morì durante la pestilenza che afflisse Venezia tra il 1575 ed il 1576.
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Paolo FORLANI (Attivo a Venezia seconda metà del XVI secolo)
Paolo Forlani (o Furlani) fu attivo a Venezia tra il 1560 e il 1574 come mercante di stampe e incisioni, in particolare di carte geografiche, vedute e piante. Le sue incisioni, in gran parte di soggetto geografico, risultano pubblicate dai principali editori e stampatori veneziani. Importante per il Forlani è la collaborazione con Giacomo Gastaldi del quale incise ben 13 carte. Le prime opere note risalgono al 1560 circa , e tra queste: un Globo (10 cm di diametro) in cui Forlani ricorda “Giacomo gastaldo cosmografo raro” che “ questi mesi addietro me ha dato un disegno, o descrittone universale di tutta la terra”; la carta della Germania, tratta dal Gastaldi, una carta dell’ Oceano Atlantico di Niccolò de Nicolai. Esclusa la carta della Germania, nelle altre il nome di Forlani è associato con quello di Giovanni Francesco Camocio che si firma proprietario dei rami “aereis formis” . Dotato di una considerevole capacità tecnica e di una velocità nella realizzazione delle incisioni, collaborò nello stesso momento con altri tipografi e stampatori veneziani: Ferrando Bertelli, uca Bertelli, Bolognino Zaltieri per il quale incise “Il Gran Consiglio”, una delle rare immagini figurative dell’incisore nella quale viene rappresentata la riunione del gran consiglio della Repubblica di Venezia, svoltasi nel palazzo Ducale l’8 luglio 1566. Tra gli autori da cui trasse le sue incisioni è da ricordare l’olandese Jacob van Deventer (Olanda 1566)e Girolamo Bellarmato (Toscana 1563).
Il Forlani intreccia una relazione commerciala anche con Claudio Duchetti, editore romano, per il quale incide alcune carte tra cui l’Europa con il Mediterraneo, un planisfero, l’isola di Creta, la Morea e Rodi. Attraverso le dediche riportate sulle sue stampe è stato possibile avere delle interessanti informazioni circa la sua attività commerciale e appurare l’esistenza di una sua bottega per lo smercio delle stampe. L’opera più importante dell’incisore è la prima raccolta organica di cartografia urbana stampata in Italia, con incisioni datate 1566 e 1567 dal titolo Il primo delle città, et fortezze principali del mondo, pubblicata nel 1567 e venduta nella bottega “ al segno della colonna”. Opera dedicata ad Alfonso dal Corno, funzionario del duca di Ferrara. L’unica raccolta completa di tale volume è conservata nella Osterreichische Nationalbibliothek e consta di 32 vedute e piante urbane (21x29cm). Forlani non pubblicò mai la seconda parte in quanto egli consegnò i rami che furono utilizzati, nello stesso anno, da Domenico Zenoi in una raccolta senza titolo di immagini urbane , e da Bolognino Zaltieri, nel 1569, nel volume De’ disegni delle più illustri città, et fortezze del mondo, curato da Giulio Ballino. Dopo il 1574 si perdono le notizie di Paolo Forlani, il planisfero del 1581, la Germania del 1583 ed il Golfo di Venezia del 1585 sono tarde edizioni stampate da successivi proprietari dei rami. Molto probabilmente egli morì durante la pestilenza che afflisse Venezia tra il 1575 ed il 1576.
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