Patria del Friuli olim Forum Iulii
Riferimento: | MS5209 |
Autore | Willem Janszoon BLAEU |
Anno: | 1640 ca. |
Zona: | Friuli |
Luogo di Stampa: | Amsterdam |
Misure: | 520 x 415 mm |
Riferimento: | MS5209 |
Autore | Willem Janszoon BLAEU |
Anno: | 1640 ca. |
Zona: | Friuli |
Luogo di Stampa: | Amsterdam |
Misure: | 520 x 415 mm |
Descrizione
Carta geografica tratta dal Toonneel des aerdrijcx oft Nieuwe Atlas edizione olandese del 1642.
Willem Janszoon Blaeu, started in 1599 his business as a builder of globes and astronomical instruments in Amsterdam. In 1630, after buying some plates of the Mercator atlas from Jodocus Hondius II, he was able to publish a volume of 60 maps under the title Atlantis Appendix. Five years later, he published the first two volumes of his atlas Atlas Novus or Theatrum Orbis Terrarum, in six books. After his death, Joan (Johannes) continued his father's work, completing the entire six-volume Atlas Novus series around 1655. He was also the author of an Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumes published in 1662 -72, one of which was devoted to Italy.
La carta compare per la prima volta nel terzo volume del Theatrum. Secondo Koeman viene pubblicata in primis nell'edizione francese del 1640, dal titolo Le Theatre du Monde ou Nouvel Atlas, Mis en lumiere par Guillaume & Jean Blaeu. Troisieme partie. A Amsterdam, Chez Iean & Corneille Blaeu MDCXL. Il terzo volume del Theatrum contiene 58 carte dell'Italia e 4 della Grecia (cfr. Koeman, Atlas Neerlandici, pp. 160-162, Bl 35A). Le carte dell'italia derivano tutte dall'opera di Giovanni Antonio Magini. Tuttavia, sembra più probabile che il Blaeu si basi sue quelle di Hendrick Hondius e Johannes Janssonius pubblicate nel Theatrum Italiae in quo Eius Regna, Domina, Ducatus, Et Speciatim Illorum Provinciae, Tabulis Accuratissimis, Iam, De Novo in Lucem Editio, Describunter, Quorum Sequens Pagina Indicabit, stampato ad Amsterdam da Hendrick Hondius nel 1636.
“Il Theatrum dell'Ortelio e l'Atlas del Mercatore (inspiegabile è la scomparsa dello Speculum) - ci segnala il Baldacci "si contendono il primato cartografico durante i primi decenni del secolo XVII; ma ben presto gli editori proprietari rinunziano a questa gara, scientificamente nobile ma commercialmente logorante. Il Theatrum passa in proprietà di Guglielmo Janszoon Blaeu (Blauw, Blaeuw), che omette il patronimico Janszoon per evitare pericolose omonimie commerciali con la ditta concorrente intestata a Giovanni Jansson. È opportuno dir subito che questi, invece (prima insieme con Enrico Hondius), era diventato il proprietario dell'Atlas.
Il Blaeu proseguì la pubblicazione col titolo Theatrum Orbis Terrarum, sive Atlas Novus; lo Jansson prosegui la pubblicazione col titolo Atlas Novus sive Theatrum Orbis Terrarum. Si noti la significativa diversità dei titoli. Ma la Ditta Blaeu finirà con l'adottare la designazione Atlas (sembra dopo il 1664 e cioè dopo la morte del rivale Jansson), collegandola con la chiarificazione sive cosmographia blaviana.
Evidentemente la floridezza della situazione finanzia- ria di ambedue le ditte e qualche segreto accordo commerciale hanno condotto verso il gigantismo editoriale, sia come dinamismo di pubblicazioni che come grandezza di formati. Infatti gli atlanti, moltiplicandosi di carte ed in maniera eccessiva di testo descrittivo, di orpelli decorativi e di varia colorazione, con rilegature meravigliose, diventano opere monumentali, più di pesante ornamento che di agevole consultazione. L'originario scopo, sia dell'Ortelio che del Mercatore, diretto a giovare agli studi e agli studiosi, va travisandosi anche per la sovrabbondanza del testo descrittivo (per cui l'atlante effettivamente diventa una cosmographia). Le tavole aggiunte, inoltre, non sempre sono scientificamente all'altezza delle altre; lo stesso dicasi per le tavole sostituite. La concorrente rapidità di emissione di edizioni aggiornate ha fatto sì che l'uno e l'altro editore, più o meno sistematicamente, applicassero nel frontespizio, incollandolo, il titolo e la data di pubblicazione... Scandalistico non è tanto il complessivo scadimento scientifico della copia (atlanti regionali interamente imitati, ad esempio dal Magini per l'Italia, o ripresi da proprie precedenti pubblicazioni, ad esempio, dello Speed per la Gran Bretagna), che perde persino il nome del suo autore, ma che i due editori di Amsterdam, con qualche variante, offrano al pubblico senza dichiararlo - materiale all'incirca identico. Ortelio e Mercatore sono traditi e la loro memoria e il loro insegnamento risultano profanati".
Aggiungiamo, per documentare meglio quanto avverrà nel nostro campo regionale, che delle rappresentazioni cartografiche prese a modello, questi stampatori nordici talora si limitavano a dare delle semplici riproduzioni, tal altra mutavano scala, altre volte, ancora, cambiavano l'inquadratura o procede- vano ad un diradamento degli oggetti geografici o delle nomenclature, ma, sempre, si impegnavano per ottenere dei prodotti nitidi e di una certa eleganza formale. Di conseguenza lo studioso trova difficoltà nell'orientarsi in quello che si può definire un vero e proprio labirinto cartografico. Spesso, infatti, una stessa carta appare diversa solo per qualche particola- re insignificante; altre volte all'Amstelodami sumptibus Henrici Hondii è sostituito semplicemente l'Amstelodami apud Ioannem o Sumptibus loannis lanssonii, o l'apud G. Blaeuw. Giovanni Jansson era, del resto, cognato di Enrico Hond, avendone sposato la sorella, figlia di Josse o Jodoco Hond, morto nel 1612. Sostanzialmente, però, essi rimanevano fedeli al modello prescelto, perché quasi mai erano in grado di correggerne gli errori; semmai, anzi, ne aggiungevano dei nuovi. E questo il motivo, per il quale i loro prodotti cartografici raramente costituiscono un progresso nella storia della cartografia.“ (Lago, Rossit "Theatrum Fori Iulii" vol. 2, p.38)
Sebbene pubblicate dopo la morte di Willem Janszoon Blaeu (1638) le carte spesso recano il suo imprint. Non è dato sapere se fossero tutte già pronte o se i figli Johannes e Cornelis le compilarono postume.
Incisione in rame, coloritura coeva, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia:
Lago, Rossit "Theatrum Fori Iulii" vol. 2, pp. 38-39, Tav. C; Keoman Bl 38A , 29.
Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)
Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695.
Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu
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Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)
Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695.
Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu
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