

Riferimento: | S49957 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1762 |
Zona: | Frontespizio |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 270 x 425 mm |
Riferimento: | S49957 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1762 |
Zona: | Frontespizio |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 270 x 425 mm |
Acquaforte, 1762, firmata in lastra in basso a sinistra.
Frontespizio dell’opera Descrizione e Disegno dell’Emissario del Lago Albano di Gio Battista Piranesi.
Come il trattato dedicato al sistema idrico dell'Acqua Giulia, quest'opera è stata realizzata da Piranesi per celebrare un'importante realizzazione dell'ingegneria romana, in questo caso l'emissario o scarico del lago Albano. Secondo Livio, i Romani, mentre assediavano Veii nel 398 a.C., avevano risposto a un oracolo che richiedeva l'abbassamento del livello del lago per assicurarsi la vittoria. Nel giro di un anno avevano scavato uno sbocco sotto forma di tunnel, alto un metro e mezzo, largo un metro e mezzo e lungo circa 1.531 metri. Il fatto che questa epica impresa sia stata realizzata circa due secoli e mezzo prima della conquista della Grecia ha spinto Piranesi a dedicare tutte le sue capacità grafiche a rivelare l'ingegnosità della costruzione e la trionfale sopravvivenza di quest'opera, ancora in uso. Per questo motivo, egli fornì una sequenza di tavole che combinavano piante, sezioni trasversali, prospetti ricostruiti e viste moderne delle strutture di ingresso e di uscita. Molti di questi complessi schemi richiedevano grandi tavole pieghevoli, come quelle già utilizzate nell'opera polemica Della Magnificenza ed Architettura de'Romani del 1761, dove l'Emissario era stato presentato per la prima volta. Altri schemi indicano le varie fasi di scavo del canale di scolo al di sotto del livello originario dell'acqua e i problemi di rimozione del materiale di risulta per mezzo di una serie di pozzi trasversali. Tra questi dati tecnici sono incluse alcune delle vedute più drammatiche di Piranesi, che sfruttano la massima retorica a sostegno della sua appassionata fede nell'originalità romana.
Magnifico esemplare, impresso su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione
Bibliografia
H. Focillon, Giovanni Battista Piranesi (1918), n. 480; Wilton-Ely n. 613.
Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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