Pianta delle Fabbriche esistenti nella Villa Adriana
Riferimento: | S40511 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1781 |
Zona: | Villa Adriana |
Misure: | 3100 x 820 mm |
Riferimento: | S40511 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1781 |
Zona: | Villa Adriana |
Misure: | 3100 x 820 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino, 1781, firmata in lastra in basso da Francesco Piranesi, che ultimò la composizione dopo la morte del padre Giovan Battista nel 1778.
In basso, dentro l'immagine, troviamo la dedica di Piranesi al Re di Polonia: ALLA MAESTÀ DI STANISLAO AVGVSTO RE DI POLONIA PROMOTORE LIBERALISSIMO DELLE BELLE ARTI FRANCESCO PIRANESI ARCHITETTO ROMANO VMILIA E CONSAGRA.
Magnifica prova della rarissima prima tiratura, impressa su sei grandi fogli, uniti, di carta vergata coeva, applicati su tela del XIX secolo, leggera ed uniforme brunitura, alcune pieghe di carta. nel complesso in ottimo stato di conservazione.
Giovan Battista Piranesi dedica allo studio e al rilievo di Villa Adriana gran parte della sua vita, iniziando ad esplorare la celeberrima villa di Adriano a meno di un anno dal suo arrivo a Roma. Lo si ricava dalla firma a sanguigna e relativa data (1741) che Giovan Battista lasciò sulla volta della scala che conduce al criptoportico. Piranesi tornò nella villa numerose altre volte negli anni e nel 1763, in un muro della zona Ovest, lasciò di nuovo la firma col commento sulla "disperante e 'quasi impossibilè impresa" che lo occupò più di ogni altra negli ultimi anni. Alla fine, Piranesi, con l’aiuto dell'architetto Charles-Louis Clérisseau, Robert Adam e Claude Joseph Vernet, fu tra i primi a "tracciare e disegnare Villa Adriana" "facendosi largo 'a colpi d'ascia tra i rovi accendendo fuochi per 'scacciare serpenti e scorpioni'". Furono necessari 250 disegni di piante e alzati di Piranesi padre e dal figlio Francesco. Il disegno finale, preparatorio per l'incisione, è alto 64 centimetri e lungo oltre tre metri, fornisce la planimetria dell'intero complesso. La planimetria a stampa, che fu completata dal figlio Francesco nel 1781, è formata da sei tavole alte ciascuna 81 centimetri e lunghe 51, per un totale di oltre tre metri.
Il testo a corredo della tavola che si estende nella parte inferiore, include 434 numeri ed è basato sulle informazioni dedotte dagli studi precedenti di Pirro Ligorio e del Contini.
Sebbene alcuni cataloghi la elenchino tra le opere di Francesco Piranesi, la maggior parte degli studiosi assegna senza dubbio l’opera al Maestro.
Magnifico esemplare nella rara edizione coeva.
Bibliografia
J. Wilton-Ely, Giovan Battista Piranesi, The complete etchings (1994): n. 1009; Le Blanc C., Manuel de l'amateur d'Estampes, 6, V. 2 p. 207, 1854-59; C.A. Petrucci, Catalogo Generale Delle Stampe Tratte Dai Rami Incisi Posseduti Dalla Calcografia Nazionale, 1026, p. 301, tav. 15, 1953.
Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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