Le Rovine del Castello dell'Acqua Giulia Situato in Roma presso S. Eusebio e Falsamente detto dell'Acqua Marcia…
Riferimento: | S10112 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1761 |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 290 x 450 mm |
Riferimento: | S10112 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1761 |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 290 x 450 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino, 1761, firmata in lastra in basso a destra. Frontespizio dell’operaLe Rovine del Castello dell'Acqua Giulia situato in Roma presso S. Eusebio, e falsamente detto dell'Acqua Marcia colla dichiarazione di uno de celebri passi del commentario Frontinano e l'esposizione della maniera con cui gli antichi Romani distribuivano le acque per uso della città.
La data e il luogo di pubblicazione, 'In Roma MDCCLXI', sono indicati nel colophon.
Il libro descrive le rovine in Piazza Vittorio Emanuele che costituiscono l'unica reliquia sopravvissuta di un antico 'castellum aquarum' romano o la parte terminale di un acquedotto - in questo caso l'Aqua Julia, costruita da Agrippa nel 33 a.C. Nel terzo secolo questo fu trasformato in un magnifico ninfeo dall'imperatore Alessandro Severo; di cui alcune sculture superstiti - conosciute come 'i trofei di Marius' - furono rimosse nel 1590 da Papa Sisto V sulla balaustra del Campidoglio, dove possono ancora essere viste.
Fortunatamente furono fatte delle incisioni dei resti così come si trovavano nel XVI secolo. Esse diedero agli architetti di Sisto V e Paolo V un'indicazione di come fosse un'antica fontana terminale, e influenzarono i progetti della Fontana di Mosè, la fontana terminale dell'Acqua Felice, l'Acqua Paola sul Gianicolo e la Fontana di Trevi.
Una bella impressione, stampata su carta vergata contemporanea, con margini, condizioni perfette.
Bibliografia
National Gallery (Washington), Mark J. Millard, 4 (2000), 89; RIBA, Early printed books, 3 (1999), no.2565; Giovanni Battista Piranesi: the complete etchings, ed. J. Wilton-Ely (1994), 529-552; J. Wilton-Ely, Piranesi [exhibition catalogue] (1978), 147; A.M. Hind, Giovanni Battista Piranesi (1922 repr. 1978), 85; H. Focillon, Giovanni-Battista Piranesi (1918 repr. 1964), 396-420.
Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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