Graecia, Sophiani
Riferimento: | S46100 |
Autore | Abraham ORTELIUS |
Anno: | 1579 ca. |
Zona: | Grecia |
Luogo di Stampa: | Anversa |
Misure: | 500 x 355 mm |
Riferimento: | S46100 |
Autore | Abraham ORTELIUS |
Anno: | 1579 ca. |
Zona: | Grecia |
Luogo di Stampa: | Anversa |
Misure: | 500 x 355 mm |
Descrizione
Splendida carta storico-geografica della Grecia pubblicata nel Parergon di Abraham Ortelius.
Esemplare dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612.
Titolo: (in greco:) HEllas. | GRAE:|CIA, SO:|PHIA:|NI.|"Abrahamo Ortelio | descriptore. In basso, sulla sinistra della mappa "Cum Priuilegio".
Questa carta di Ortelius si basa su una mappa dell’erudito e cartografo greco Nikolaus Sophianos (circa 1500-1552) del 1540 circa, pubblicata da Johnnes Oporinus a Basilea nel 1545 come xilografia in otto parti e successivamente nel 1552 in quattro fogli (Meurer p. 241-242, Karrow 71/1 p. 495-498). Da qui il titolo della carta: Graecia "Sophiani".
La carta di Sofiano riunisce in un'unica immagine cartografica il Peloponneso, l'Achea, l'Epiro e la Macedonia con tutti i Balcani a sud del Danubio, insieme all'Anatolia occidentale e, inoltre, una piccola parte dell'Italia meridionale o Magna Grecia. La sua "tota Graecia" è un assemblaggio di dati geografici derivati dalla letteratura greca che può essere visto come un tentativo di visualizzare, cartograficamente, la complessa storia del mondo greco, dai primi tempi leggendari fino al periodo imperiale romano; spazia dai tempi mitici e omerici (invocati da luoghi come Troia e Micene) alla tarda storia romana e ai primi tempi bizantini (rappresentati da luoghi come Nicopoli, Adrianopoli e Costantinopoli).
Esemplare del secondo stato della lastra: tra il 1587 e il 1592 il tratteggio lungo le coste fu esteso da 3 a 5 mm; il tratteggio sul pilastro dietro la figura di destra nel cartiglio del titolo, in basso a sinistra, fu modificato da orizzontale a verticale.
Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.
Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.
“La prima Grecia & la vera è quella, che Tolomeo & Plinio nominano Achaia, & il Mela per terzo, nella qual sta Athene citta splendidissima... Libera citta, come la chiama Plinio...molte regioni comprendersi sotto l'Hellade ò Grecia: come la Macedonia, l'Epiro, il Peloponesso, ò Morea, & l'altre contrade sotto questi nomi contenute. Tal che la Grecia sia leccata ò bagnata da tre mari, cioè lonio, Egeo, & Libico: & inverso del continente della terra ha quelle montagne, che spartono la Macedonia dalla Thracia, & dalla Misia soprana, & dalla Dalmatia...” (p. xxix). Nella Naturalis Historia il terzo golfo d'Europa comincia dagli Acroceraunij Montes, nell'Epiro, e termina all'Ellesponto. In questo caso il sinus, in quanto grande spazio concavo, dovrebbe più correttamente cominciare dalla punta del Peloponneso, e non dall'Epiro; ma probabilmente Plinio abbandona il concetto di concavità per salvare l'unitarietà "storica" della Grecia, dallo Ionio sino all'Ellesponto: Omnis Graeciae fabulositas sicut et litterarum claritas ex hoc primum sinu effulsit.... (IV. 1). L'Epiro ha come terre confinanti la Macedonia e l'Achaia. Il Peloponneso, chiamato in precedenza Apia e anche Pelasgia, è sito fra due mari, l'Egeo e lo Ionio, ed ha forma simile alla foglia di un platano ed è tenuto attaccato alla Grecia da un istmo che determina due golfi, quello Coriantico e quello Saronico. "Tante sono le baie che squarciano la costa del Peloponneso, tanti i mari che contro di essa muggiscono: infatti, da nord si avventa lo Ionio, da ovest incalza il Siculo, da sud preme il Cretese, da nord-est l'Egeo, da sud-est il Mirtoo, che iniziando dal golfo Megarico va a bagnare tutta l'Attica" (IV. 19). Dalla strettoia dell'istmo, dall'Attica, ha inizio la Grecia. Qui si trova la città di Atene: Libera haec civitas nec indiga ullius praeconii amplius: tanta claritas superfluit. (IV. 24) Infine, troviamo la Macedonia, che un tempo era chiamata Ematia, la quale confina a settentrione con Illiria, Misia Superiore e Tracia (in corrispondenza del fiume Strimone), mentre verso ovest si estende sino all'Epiro, alle spalle di Magnesia e Tessaglia; Haec est Macedonia terrarum imperio potita quondam (IV. 39). Dal punto di vista cartografico la fonte utilizzata da Ortelius è il lavoro di Nikolaus Sophianos che fece una prima bozza della carta della Grecia intorno al 1540, poi pubblicata a Basilea nel 1545 da Johannes Oporinus in silografia su otto fogli, infine tradotta su rame nel 1552 in quattro fogli. Almagià ricorda che a Niccolò Sofiano era stato dedicato un trattato di geografia storica sulla Grecia, Pro declaratione picturae sive descriptionem Graeciae Sophiani libri septem, Basileae per Joannem Oporinum, con dedica del 1 giugno 1550. Sembra che la prima edizione della carta sia stata redatta a Roma. D'altronde nel cartiglio di sinistra si legge GRAECIA, SOPHIANI e in corsivo Abrahamo Ortelio descriptore, affermazione che indica chiaramente che l'Ortelio è stato unicamente colui che ha descritto la carta. Da notare nell'angolo in basso a destra un ampio e decorativo cartiglio dedicato alle scale grafiche: Stadia, Millia Germanica, Millia Gallica e Millia Italica. Le sue coordinate geografiche sono Latitudine da 34°30' a 45°55' N, mentre manca la longitudine” (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 92-93, n. 23).
Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani, n. 3p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 215 II/II; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 7800H:31; G. Zacharkis (1974) A Catalogue of printed maps of Greece and the Greek regions, "Map Collector's Circle" nrs. 98, 102; G. Tolias (2006) Nikolaos Sophianos' "Totius Graeciae Descriptio": The Resources, Diffusion and Function of a 16th Century Antiquarian Map of Greece; "Imago Mundi" 58(2):150-182.
Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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