Itala nam tellus Graecia Maior erat

Riferimento: S38306
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1595 ca.
Zona: Magna Grecia
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 480 x 340 mm
775,00 €

Riferimento: S38306
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1595 ca.
Zona: Magna Grecia
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 480 x 340 mm
775,00 €

Descrizione

Splendida carta storico-geografica dell’Italia meridionale, la Magna Grecia, pubblicata nel Parergon di Abraham Ortelius.

Titolo: "Itala nam tellus" | GRAECIA MAIOR | "erat. Ovidio. 4 Fast.". Nel cartiglio in basso a sinistra: "Hanc Italiæ partem exteriorem sic de:|scribere conabar Abrahamus Ortelius. | cum | Priuilegio decennali, | 1595". Cartiglio in alto a destra: CL.V.DNO | D. IOACHIMO | CAMERARIO | R.P. NVRENBERG | MEDICO CELEBER:|RIMO, VERO ET VE:|TERI SVO AMICO, | ABRAHAMVS | ORTELIVS | DEDICAB. [Abraham Ortelius ha dedicato questa carta alla illustrissima signoria di Ioachim Camerarius di Nurnberg, medico celeberrimo, come suo vero e vecchio amico]. Inserto in alto a sinistra, diametro 70 mm: Diomedeæ | insulæ.

Le fonti cartografiche utilizzate da Ortelius sono numerosi autori classici, in particolare Trogo, Plinio, Festo, Servio, Vergilio, Seneca e Strabone. Le I. di Tremite sono descritte come isole Diomedeæ da Plinio, Strabone, Tolomeo e Festo Stefano.

Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.

Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.

To stimo, à niun esser oscuro, il qual non resti del tutto ignorante della Geografia, che la piu parte, se non tutta, della vera Italia, & Prisca, insieme con la Sicilia, à qualche tempo, sotto il nome di Magna Grecia non sia stata conosciuta” (p. xxiiij). Secondo la divisione di Augusto la terza regione aveva inizio dal fiume Sele e stando a quanto riportato da Plinio comprendeva la Lucania e il Bruzio. Nella carta, per quanto riguarda la Lucania si nota l'assenza di trattazione orografica del territorio in cui sono riportati solo alcuni toponimi, però viene indicato il confine Laus flu. Lucanie terminus. Da qui ha inizio la costa bruzia, con la città di Blanda, la quale corrisponde probabilmente all'attuale Maratea, che non si trova però a sud del fiume Lao ma una trentina di chilometri a nord di esso. Bisogna segnalare che nella descrizione di Plinio del Bruzio (attuale Calabria) si riscontrano numerose imprecisioni, ad esempio una seconda è che il golfo di Vibo e quello di Terineo non sono due golfi diversi, ma due nomi con i quali si designava l'attuale Golfo di Sant'Eufemia, allo stesso tempo è errata la collocazione del fiume Acheronte, oggi Caronte, che è in realtà un affluente del Crati, nel quale si getta a Cosenza, luogo lontano dalla penisola in cui lo colloca Plinio che seguendo l'ordine descrittivo dovrebbe corrispondere all'attuale Capo Vaticano, ed infine confonde la Sila con l'Aspromonte. A Locris Italiae frons incipit, Magna Graecia appellata (III. 95) e la città di Metaponto, nei pressi del fiume Siri, segna il confine della terza regione. Confinano questi luoghi con la seconda regione che comprende l'Apulia e la Calabria; per i latini la Calabria indicava il territorio della penisola salentina, comprendente le attuali province di Lecce e Brindisi e parte meridionale di quella di Taranto e solo nel Medioevo il nome sarà trasferito alla regione che i Romani chiamavano Bruzio La trattazione cartografica del territorio della Magna Grecia si conclude con una raffigurazione delle Isole Tremiti Diomedeae Insulae racchiusa entro decorativo cartiglio nell'angolo in alto a destra. Per Plinio erano solo due: Diomedea, con ogni probabilità la più grande delle cinque che compongono l'arcipelago, l'attuale San Domino et altera eodem nomine, a quibusdam Teutria appellata (III. 151), mentre Ortelio, in accordo con Tolomeo, ne riporta cinque. Purtroppo, questa è l'unica carta che riporta alcune aree dell'Italia meridionale, dal momento che a Ortelio vennero a mancare le carte che doveva avere dallo Stigliola a causa della rimozione di Stigliola stesso dall'incarico e per il divieto da parte di Filippo II di divulgare le carte del Regno. In qualche modo lo stesso Ortelio lo dice nel cartiglio in basso a sinistra: Hanc Italia partem exteriorem sic describere conabar Abrahamus Ortelius., cum Privilegio decennali. 1595. Nel cartiglio in alto a destra si legge la dedica: CL.V.DNO D.IOACHIMO CAMERARIO, R.P. NURENBERG. MEDICO CELEBERRIMO, VERO ET VETERI SUO AMICO, ABRAHAMUS ORTELIUS DEDICAB'. Nel cartiglio in basso a sinistra si legge: Hanc Italiae partem exteriorem sic describere conabar Abrahamus Ortelius cum Privilegio decennali 1595. La carta presenta un buon disegno per la Puglia, e meno buona per la Calabria, sicuramente derivante da Gastaldi, del quale ha però migliorato le coordinate geografiche che risultano per la latitudine da 39°05' a 43°20' N e per la longitudine da 37°29' a 42°26'. (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 82-83, n. 18).

Esemplare con coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani 29p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 210 II/II; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 7400H:31.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.