Regno di Napoli

Riferimento: S40997
Autore Giovanni Antonio MAGINI
Anno: 1604 ca.
Zona: Italia Meridionale
Luogo di Stampa: Bologna
Misure: 440 x 375 mm
Non Disponibile

Riferimento: S40997
Autore Giovanni Antonio MAGINI
Anno: 1604 ca.
Zona: Italia Meridionale
Luogo di Stampa: Bologna
Misure: 440 x 375 mm
Non Disponibile

Descrizione

In alto, nel cartiglio al centro, con ai lati le immagini di S. Tommaso d’Aquino, S. Francesco da Paola e gli stemmi delle dodici province del Regno, [ABRUZZO UL[TRA], ABR[ZZO] CITRA, TERRA DI BARI, TERRA DI OTRANTO, CALABRIA ULTRA, CALABRIA CITRA, TERRA DI LAVORO, PRINCIPATO CITRA, PRINCIPATO ULTRA, BASILICATA, CAPITANATA, CONTADO D’MOLISE], troviamo impresso il titolo REGNO DI NAPOLI. A destra la scala grafica Scala di Miglia Cinquanta (50 miglia pari a mm 50) e nel piccolo ovale sottostante la firma Beniamin Wright Londinensis Anglus Fecit Bononiae. A sinistra una sirena sostiene lo stemma del Regno con i simboli angioini. Nel cartiglio in basso a destra è incisa la dedica: All’ Ill.mo et Ecc.mo mio S.r et P[at]ron[us] Col.mo il S.r D. Antonio de Medici. Fabio di Gio[vanni] Ant.o Magini. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, il nord in alto. Graduazione ai margini di 5’ in 5’ da 37° 33’ a 43° di latitudine, e da 36° 15’ a 44° 40’ (35° 53’ a 44°33’ lato in alto) di longitudine. Acquaforte e bulino, dimensioni mm 379x438.

La carta del Regno di Napoli di Giovanni Antonio Magini si basa sull’Atlantino manoscritto di Niccòlo Antoni Stigliola e Mario Cartaro. Scrive Almagià: “La fonte principale che il Magini ha — direttamente o indirettamente —utilizzato è una carta ufficiale del Reame di Napoli, eseguita dallo studioso nolano Niccolò Antonio Stigliola o Stelliola (1547-1623) in un lungo volger d’anni, certo tra il 1583 e il 1594, con l’aiuto anche del cartografo viterbese Mario Cartaro. La prima notizia di questo lavoro si ha da una lettera dello Stigliola stesso all'Ortelio in data 16 giugno 1588, nella quale costui scriveva che aveva sperato di potergli mandare la corografia del Reame di Napoli, che doveva esser finita presto “sed communi quadam rerum calamitate concidit, praeterito iam quinquennio”; dalle quali ultime parole si ricava che lo Stigliola attendeva a quest’opera per lo meno dal 1583, ma non risulta che avesse allora un incarico governativo. Ma nel maggio 1591 troviamo lo Stigliola insieme con Mario Cartaro occupati a riconoscere la descrittione del Regno, mediante un viaggio di due mesi, per il quale entrambi ricevono una indennità speciale. Anzi il Cartaro sin dal novembre 1590 si trova impiegato presso la Regia Corte con l’incarico di disegnare e ponere in pianta qualsivoglia silo e pianta del Regno; dal 1593 egli figura poi tra gli ingegneri della Regia della Corte, lo Stigliola tra gli ingegneri municipali, come successore di Pompeo Basso. Nel 1595 lo Stigliola perde l’ufficio, perché, accusato di idee eretiche, è incarcerato dal Sant’Uffizio a Roma e sottoposto a processo. […] A noi rimangono una carta generale del Regno di Napoli, misurante cm. 69.2 X 40.3 e dodici cartine delle singole province — tutte a un dipresso dello stesso formato (circa cm. 51 X 36) e alla stessa scala e perciò formanti nell' insieme una carta unica — manoscritte, a colori, con la firma Mario Cartaro F. 1613 conservate in un volumetto della Biblioteca Nazionale di Napoli. La data tarda, e meglio altri caratteri già altrove segnalati, ci attestano che si tratta di una copia o comunque di una derivazione. […] La rappresentazione dell'Italia meridionale offertaci dalle dodici cartine costituisce sotto ogni riguardo e per ogni elemento un progresso così enorme rispetto a tutti i prodotti precedenti, che non trova spiegazione se non, appunto, nella considerazione che si tratta lavoro eseguito in lungo periodo di tempo, da persone di particolare competenza, e per incarico governativo. Ora è certo che il Magini ebbe sott'occhio i materiali derivanti da questo lavoro cosa pregevole […] la grandissima somiglianza con l’Atlantino napoletano del Cartaro, sia nel disegno dei contorni, sia nella rete idrografica fondamentale, i due elementi pei quali appunto il progresso rispetto a qualunque prodotto precedente appare più evidente. […] Anche per il rilievo vi sono somiglianze sostanziali nella rappresentazione della catena principale appenninica, la quale peraltro nell'Abruzzo passa ad est del Fucino nella carta del Magini, mentre nell'Atlantino del Cartaro corre ad ovest. La forma e la rappresentazione dei principali bacini lacustri è pure comune. La rappresentazione maginiana è tuttavia, per gli elementi finora esaminati più ricca e più completa” (cfr. R. Almagià, L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII (1922). pp. 75-76.

Carta geografica tratta dal L’Italia a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre.

Composta da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright.

Bibliografia

R. Almagià, L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII (1922): pp. 73-78, n. 20; Principe (1989): p. 51.

Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)

Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.

Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)

Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.