Carta dell'Italia Meridionale avanti il Dominio de' Romani
Riferimento: | S44356 |
Autore | Filippo CIRELLI |
Anno: | 1854 ca. |
Zona: | Italia Meridionale |
Misure: | 403 x 425 mm |
Riferimento: | S44356 |
Autore | Filippo CIRELLI |
Anno: | 1854 ca. |
Zona: | Italia Meridionale |
Misure: | 403 x 425 mm |
Descrizione
Sconosciuta carta storico-geografica del Regno delle Due Sicilie, relativa al periodo antecedente la dominazione dei Romani, realizzata a Napoli dalla litografia di Filippo Cirelli.
Appartiene ad un “corpus” di carte del Regno (2 generali e 10 raffiguranti 10 delle 14 province) che dovevano probabilmente costituire un mai pubblicato “Atlante” della regione.
Le due carte generali e quella della Calabria ulteriore sono firmate Lit. Cirelli. Le opere sono sconosciute a tutti i repertori bibliografici; non compaiono in nessuna delle pubblicazioni sulla cartografia napoletana dell’800 di Vladimiro Valerio, che ci ha personalmente confermato di non conoscerle.
È mia opinione, che le carte fossero destinate per illustrare ed integrare la più monumentale opera del Cirelli, Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, una storia dell’umanità vista attraverso le tradizioni, le abitudini, gli usi e i costumi degli abitanti, «sussidiata» da re Ferdinando II, che avrebbe dovuto illustrare ogni singolo paese del Regno. Essa, iniziata nel 1853 e pubblicata a fascicoli rimase incompiuta per la morte di Cirelli e forse anche per la fine del Regno delle Due Sicilie e di Ferdinando II.
Opinione condivisa dallo studioso di Filippo Cirelli, il prof. Giuseppe Pignatelli, che ci ha segnalato, come nella corrispondenza riguardante la pubblicazione del Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato pubblicata sul Poliorama Pittoresco, in una lettera di Leopoldo Pagano al Cirelli del 1854 si suggerisce di allegare all'opera “una carta corografica ogni tre mesi”. Secondo Pignatelli “un’altra ipotesi, più peregrina rispetto alla prima, potrebbe associare le cartografie a qualche incarico su commissione, consuetudine non secondaria del Cirelli soprattutto negli ultimi anni di attività quando ‘esplode’ letteralmente la mania editoriale per gli atlanti geografici”.
Se le 10 carte delle province sono tutte di evidente derivazione da Attilio Zuccagni Orlandini, con l’atlante stampato a Firenze nel 1844, le due carte del Regno (firmate anche Lit. Steeger) appaiono come prodotti “originali” - per quanto possibile in un’epoca in cui le numerose tipografie rivali erano uso copiarsi l’una dall’altra.
Il confronto con le carte delle provincie del Regno di Zuccagni Orlandini con le 10 in nostro possesso (Abruzzo Citeriore, Terra di Lavoro, Principato Ulteriore, Principato Citeriore, Molise, Basilicata, Terra di Bari, Terra d’Otranto, Calabria Citeriore e Calabria Ulteriore prima) ci indica la mancanza delle due sull’Abruzzo (Ulteriore primo e secondo), di quella della Capitanata e di quella della Calabria Ulteriore seconda. Ma, per quanto ipotizzato prima, queste carte potrebbero non essere mai state realizzate.
Per la datazione delle carte, la derivazione da Zuccagni Orlandini ci fornisce un terminus post quem del 1844; la lettera di Leopoldo Pagano sposta la datazione a dopo il 1854, mentre la presenza nel corpus della carta del Regno delle Due Sicilie le data a prima del 1860.
Come già accennato le 2 carte del Regno sono firmate anche da Vittorio Steeger, un modesto editore litografo attivo a Napoli nella seconda metà del XIX secolo, assieme al figlio Giuseppe. Non è chiaro il motivo di tale collaborazione.
Filippo Cirelli, figura poliedrica di inventore ed editore, elaborò una raffinata elaborazione della scoperta di Moritz Hermann Von Jacobi, la galvanoplastica, che ha come fine la riproduzione di disegni mediante matrici grafiche: ideò la «galvanotipia», o «elettrotipia», per la cui scoperta c’è l’encomio ed una speciale menzione da parte dell’Istituto di Francia, una citazione «con onore» nel Nuovo Dizionario Tecnologico, edito a Venezia, ci sono elogi da parte della stampa, anche estera, mentre «il Reale Istituto d’Incoraggiamento e la Consulta Generale del Regno di Napoli», scrive Pasquale Mastroianni, «proposero ed ottennero dal re, a favore del novello inventore, il privilegio di privativa della invenzione per dieci anni, tanti quanti richiesti dal Cirelli». A Cirelli è riconosciuta anche l’invenzione della “Litotipia” con cui si riproducevano, attraverso preparati chimici su pietra litografica, disegni già stampati. Cirelli si dedica anche all’attività editoriale: nel suo stabilimento poligrafico a Napoli cura la pubblicazione di opere rare e con un innegabile valore artistico, scientifico, letterario e storico. Stampa il Poliorama Pittoresco un’opera periodica con svariati argomenti con il pregio di rendere accessibile il sapere al popolo. L’opera che gli dà più lustro è Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, una storia dell’umanità vista attraverso le tradizioni, le abitudini, gli usi e i costumi degli abitanti, «sussidiata» da re Ferdinando II.
“Il primo marzo del 1853, l’editore e litografo Filippo Cirelli (1796-1867) diede alle stampe in Napoli il primo fascicolo del Il Regno delle Due Sicilie descritto e illustrato [...]: un ambizioso progetto editoriale a carattere scientifico-divulgativo articolato in saggi monografici su «tutt’i Comuni fin al più piccolo villaggio del Regno» […] Le litografie finora censite sono sessanta, aventi a soggetto cinquantuno città del regno ritratte, nella maggior parte dei casi, nella cornice naturalistica del paesaggio contermine. […] Contrariamente a quanto accadde per il Poliorama – nel quale le illustrazioni sono parte integrante del testo – nel Il Regno delle Due Sicilie descritto e illustrato, Cirelli decise di distribuire le iconografie (litografie a colori su carta pregiata) separatamente dai fascicoli. In questo modo, risolse i problemi di impaginazione e di stampa delle illustrazioni nel testo – impostato su due colonne e impresso ad un colore – e incentivò la diffusione e la vendita dell’Opera miscellanea attraverso una tecnica di marketing che rimanda sorprendentemente alla più recente moda dei gadget. Queste scelte editoriali così innovatrici per l’epoca però, comportano una più complessa ricomposizione ex post dell’intera Opera: le cartografie, le corografie, i quadri sinottici, le vedute, i disegni di architettura e di costume – vista la mancata conclusione della pubblicazione – non sono stati riuniti come promesso da un Indice che avrebbe consentito oggi una più semplice collazione delle molte iconografie classificate in ordine sparso nei Cataloghi di biblioteche ed archivi”. […] In tutte le riproduzioni litografiche è riportata in calce l’indicazione “Lit. Cirelli” oppure “Lit. Poliorama”: marchi riconducibili alla produzione editoriale del Nostro” (cf. Argenziano, Il Molise descritto e illustrato. Una fonte per l’analisi multidimensionale del territorio a metà Ottocento).
Litografia, o litotipia, 1854/60, impressa su carta coeva, coloritura coeva dei contorni, in perfetto stato di conservazione.
Bibliografia
cfr. Vladimiro Valerio, Atlanti napoletani del diciannovesimo secolo (1806-1860), 1980; cfr. Vladimiro Valerio, Società uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia, 1993; cfr. Pasquale Argenziano, Il Molise descritto e illustrato. Una fonte per l’analisi multidimensionale del territorio a metà Ottocento, in “Molise. Usi civili e paesaggio”, 2008; Giuseppe Pignatelli, Città e paesaggi nuovi del Regno delle Due Sicilie nelle pagine del «Poliorama pittoresco» (1836-1860), in “Delli Aspetti de Paesi Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio Old and New Media for the Image of the Landscape”, 2016.
Filippo CIRELLI (Campoli Appennino 1796 - Napoli 1867)
Filippo Cirelli fu inventore, editore, professore, scultore, pittore originario di Campoli Appennino. Cirelli proviene da una famiglia piuttosto agiata: il padre, Francesco, era un notaio locale, mentre la madre, Rosa Orlandi, era di nobile origine. Compie gli studi nel seminario di Sora quindi parte per Napoli dove si dedica alle scienze fisiche, matematiche e chimiche sotto la guida del prof. Lorenzo Fazzini di cui diventa presto assistente. Nel 1827 diventa insegnante di disegno nelle scuole secondarie del Reale Istituto di Belle Arti, del quale diventa professore onorario. Intuendo gli sviluppi della galvanoplastica, scoperta da Jacobi, vuole applicarla al suo stabilimento poligrafico riuscendo ad ottenere la riproduzione di disegni per mezzo di clichès. È l’inventore della “Galvanotipia” o “Elettrotipia” e riscuote dall’Istituto di Francia una menzione onoraria. A Cirelli è riconosciuta anche l’invenzione della “Litotipia” con cui si riproducevano, attraverso preparati chimici su pietra litografica, disegni già stampati. Cirelli si dedica anche all’attività editoriale: nel suo stabilimento poligrafico a Napoli cura la pubblicazione di opere rare e con un innegabile valore artistico, scientifico, letterario e storico. Stampa il “Poliorama Pittoresco” un’opera periodica con svariati argomenti con il pregio di rendere accessibile il sapere al popolo. Dà alle stampe altri giornali quali: Giornale Scientifico, artistico e industriale, Il Lucifero, Moda, La medicina pittoresca. L’opera che gli dà più lustro è “Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato”, ovvero una “Descrizione tipografica, storica, monumentale, industriale, economica e commerciale delle province al di qua e al di là del Faro e di ogni singolo paese di esse” dedicata al Re Ferdinando II. Si tratta di una storia dell’umanità vista attraverso le tradizioni, le abitudini, gli usi e i costumi degli abitanti. Questa serie di monografie era quanto di meglio esisteva allora nel Mezzogiorno d’Italia e venne lodata dai migliori storiografi, fra i quali il Marinelli. Essa rimase incompiuta per la morte di Cirelli, avvenuta nel 1867.
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Filippo CIRELLI (Campoli Appennino 1796 - Napoli 1867)
Filippo Cirelli fu inventore, editore, professore, scultore, pittore originario di Campoli Appennino. Cirelli proviene da una famiglia piuttosto agiata: il padre, Francesco, era un notaio locale, mentre la madre, Rosa Orlandi, era di nobile origine. Compie gli studi nel seminario di Sora quindi parte per Napoli dove si dedica alle scienze fisiche, matematiche e chimiche sotto la guida del prof. Lorenzo Fazzini di cui diventa presto assistente. Nel 1827 diventa insegnante di disegno nelle scuole secondarie del Reale Istituto di Belle Arti, del quale diventa professore onorario. Intuendo gli sviluppi della galvanoplastica, scoperta da Jacobi, vuole applicarla al suo stabilimento poligrafico riuscendo ad ottenere la riproduzione di disegni per mezzo di clichès. È l’inventore della “Galvanotipia” o “Elettrotipia” e riscuote dall’Istituto di Francia una menzione onoraria. A Cirelli è riconosciuta anche l’invenzione della “Litotipia” con cui si riproducevano, attraverso preparati chimici su pietra litografica, disegni già stampati. Cirelli si dedica anche all’attività editoriale: nel suo stabilimento poligrafico a Napoli cura la pubblicazione di opere rare e con un innegabile valore artistico, scientifico, letterario e storico. Stampa il “Poliorama Pittoresco” un’opera periodica con svariati argomenti con il pregio di rendere accessibile il sapere al popolo. Dà alle stampe altri giornali quali: Giornale Scientifico, artistico e industriale, Il Lucifero, Moda, La medicina pittoresca. L’opera che gli dà più lustro è “Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato”, ovvero una “Descrizione tipografica, storica, monumentale, industriale, economica e commerciale delle province al di qua e al di là del Faro e di ogni singolo paese di esse” dedicata al Re Ferdinando II. Si tratta di una storia dell’umanità vista attraverso le tradizioni, le abitudini, gli usi e i costumi degli abitanti. Questa serie di monografie era quanto di meglio esisteva allora nel Mezzogiorno d’Italia e venne lodata dai migliori storiografi, fra i quali il Marinelli. Essa rimase incompiuta per la morte di Cirelli, avvenuta nel 1867.
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