Novella Italia
Riferimento: | S33972 |
Autore | Francesco Rosselli |
Anno: | 1482 ca. |
Zona: | Italia |
Luogo di Stampa: | Firenze |
Misure: | 515 x 400 mm |
Riferimento: | S33972 |
Autore | Francesco Rosselli |
Anno: | 1482 ca. |
Zona: | Italia |
Luogo di Stampa: | Firenze |
Misure: | 515 x 400 mm |
Descrizione
PRIMA "CARTA MODERNA" d’Italia, che raffigura la penisola basandosi sulle conoscenze cartografiche fiorentine de Rinascimento. Attribuita a Francesco Rosselli.
La carta, non datata e non firmata, fu pubblicata nell’edizione della Geografia di Tolomeo in terza rima, curata dall’umanista Francesco Berlinghieri e pubblicata a Firenze da Niccolò Todesco, senza data sul frontespizio.
Certamente l’opera doveva essere terminata nel 1480, perché un esemplare a stampa fu inviato in dono, con dedica autografa al sultano Maometto II, datata Firenze 1480.
Sembra che l’opera fu divulgata solo dopo la morte di Maometto II, verso la fine del 1481 e il principio del 1482, con dedica a Federico duca d’Urbino.
Il titolo dell'opera è: Geographia di Francesco Berlinghieri fiorentino in terza rima et in lingua toscana distincta con le sue tavole in varii siti et provincie secondo la Geographia et distinctione delle tavole di Ptolomeo. Cum gratia et Privilegio.
Questo titolo è presente solo su alcuni esemplari, stampato sul recto della prima pagina, mentre manca tuttavia altri, dove, sul verso della stessa pagina, è stampato il titolo: In questo volume si contengono septe giornate della Geographia di Francesco Berlinghieri fiorentino allo Illustrissimo Federigo duca durbino.
In fondo al volume, si legge in alcuni esemplari: Impresso in Firenze per Nicolo Todescho et emendato con somma diligentia dallo autore.
Si conoscono due codici e quasi ottanta esemplari della edizione a stampa. Dei due codici riccamente miniati da un artista della scuola dell'Attavanti e calligrafici, uno, posseduto dalla Biblioteca Vaticana, fu preparato per essere offerto a Federico di Montefeltro, duca d'Urbino, al quale è dedicato. Essendo però il duca morto il 10 novembre 1482 ed il codice non ancora presentato, il Berlighieri vi fece inserire una apologia in lode del defunto, pronunciata da Giunone, e dedicata al figlio e successore Guidobaldo di Montefeltro. L'altro codice, posseduto dalla Biblioteca Braidense a Milano, fu preparato per un Medici, forse Lorenzo, in occasione delle sue nozze con Clarice Orsini. Se le miniature e la grafia dei due codici sono della stessa mano ed il testo non presenta importanti varianti, le trentun carte, specie le moderne, hanno notevoli differenze.
L'edizione a stampa è unica, ma presenta quattro varianti, distinte sulla base dell'estensione e/o posizionamento del titolo, presenza nel colofon dei dati editoriali, colore dell'inchiostro del titolo (rosso in alcuni esemplari).
Per la prima volta, alle ventisette tavole della tradizione tolemaica, ne vengono aggiunte alcune tavole corografiche moderne, frutto della tradizione cartografica fiorentina: Novella Italia, Hispania Novella, Gallia Novella e Palestina Moderna et Terra Sancta. Tranne quest'ultima, che era già stata stampata nel Rudimentum Novitiorum (Lubecca 1475), sono le prime carte moderne a stampa dei tre rispettivi paesi.
Dopo questa data, a esclusione del Tolomeo stampato a Roma nel 1490, tutte le edizioni sono arricchite da queste "tabulae novae", che risultano notevolmente ritoccate, rispetto alle originarie, sia per la toponomastica che per altri dettagli.
Le quattro carte moderne sono basate su quelle manoscritte del miniaturista fiorentino Pietro Massaio.
Né le carte tolemaiche, né le moderne sono da attribuire al Berlinghieri, che non ebbe capacità di cartografo, ma alla scuola cartografica fiorentina.
La Novella Italia, è la prima carta d’Italia nella quale è stata introdotta la normale orientazione, con eliminazione di molti elementi imperfetti delle carte tolemaiche, (quali, ad esempio, l'errata configurazione dell'arco alpino, l'assottigliamento laterale e la torsione nell'Italia meridionale). La carta deriva dal Codice Laurentiano - manoscritto conservato alla Biblioteca Laurenziana di Firenze - e, quindi dalle carte manoscritte di Pietro Massajo (contorni ed idrografia), con evidente assorbimento delle caratteristiche delle carte nautiche dell'epoca (esagerazione della forma dei porti, notevole numero di nomi di località e promontori sulle coste, presenza di torri di guardia e di altri elementi utili soltanto ai naviganti).
La carta si ispira ad una delle numerose carte che da tempo circolavano manoscritte, mutuando da esse molto elementi orografici, idrografici e toponomastici; ebbe notevole fortune all'epoca e ad essa si ispirarono le successive 'carte nuove'."
Hind ha proposto, non infondatamente né senza seguito, l'attribuzione di questa carta, e di tutte le "tabulae novae" dell'edizione del Berlinghieri, all'abile mano del fiorentino Francesco Rosselli.
Bulino, irregolarmente rifilati i margini, con parziale perdita di inciso lungo il margine superiore destro e i margini laterali nella parte superiore; al verso, rinforzo lungo la piega centrale, restauri integrativi perfettamente eseguiti, nel complesso in ottimo stato di conservazione.
La maggior parte degli esemplari dell'atlante del Berlinghieri da noi consultati nelle raccolte pubbliche mostrano le carte tagliate ai lati; il fatto dipende che molti di questi atlanti sono stati successivamente restaurati e legati, spesso nella seconda metà del XIX secolo. Purtroppo la scarsa attenzione e professionalità (o forse solo scarso interesse) di chi eseguì il lavoro di legatura, fa si che le carte siano rifilate con parziale perdita di parte incisa.
Buon esemplare di un'opera di rarità assoluta (10 su 10 secondo la scala di Borri).
Bibliografia
Suzanne Boorsch, The Case for Francesco Rosselli
as the Engraver of Berlinghieri’s Geographia, in
“Imago Mundi” n. 56, Londra 2004; Borri, 6; Nordenskiöld, 198; R. Almagià, Monumenta Italiae cartographica, Firenze 1929, pp. 9-10.
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Miniaturista ed incisore attivo a Venezia e Firenze, dove aveva bottega in San Giorgio. Francesco Rosselli fu uno dei primi grossisti e venditori di mappe conosciuti ed anche un importante cartografo la cui perizia abbraccia i decenni delle grandi scoperte geografiche. Attivo a Firenze prima del 1480 per poi lasciare l’Italia per circa due anni, prima di tornare definitivamente nella sua città natale dove fu attivo fino alla sua morte, avvenuta dopo il 1513. Trascorse alcuni anni in Ungheria, dal 1476 al 1484, presso la corte di Mattia Corvino, dove da semplice miniaturista divenne anche un abile cartografo, come provano le mappe che lui disegnò, incise e stampò a Firenze. La sua bottega, già avviata nel 1489, fu particolarmente attiva tra il 1506 e 1527. Della sua produzione si è conservato poco, ma nell’Inventario della bottega, redatto dopo la sua morte dal figlio Alessandro nel 1527, sono elencati diversi suoi lavori cartografici, oggi perduti. Del 1506 è la Carta del mondo l’unica sua opera firmata. Dall’Inventario si ricava, inoltre, che nella sua bottega si vendevano non solo carte geografiche, ma anche globi, carte nautiche, piante e vedute di città. Le sue carte a stampa sono tutte rarissime o note in un solo esemplare.
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Bibliografia
Suzanne Boorsch, The Case for Francesco Rosselli
as the Engraver of Berlinghieri’s Geographia, in
“Imago Mundi” n. 56, Londra 2004; Borri, 6; Nordenskiöld, 198; R. Almagià, Monumenta Italiae cartographica, Firenze 1929, pp. 9-10.
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Miniaturista ed incisore attivo a Venezia e Firenze, dove aveva bottega in San Giorgio. Francesco Rosselli fu uno dei primi grossisti e venditori di mappe conosciuti ed anche un importante cartografo la cui perizia abbraccia i decenni delle grandi scoperte geografiche. Attivo a Firenze prima del 1480 per poi lasciare l’Italia per circa due anni, prima di tornare definitivamente nella sua città natale dove fu attivo fino alla sua morte, avvenuta dopo il 1513. Trascorse alcuni anni in Ungheria, dal 1476 al 1484, presso la corte di Mattia Corvino, dove da semplice miniaturista divenne anche un abile cartografo, come provano le mappe che lui disegnò, incise e stampò a Firenze. La sua bottega, già avviata nel 1489, fu particolarmente attiva tra il 1506 e 1527. Della sua produzione si è conservato poco, ma nell’Inventario della bottega, redatto dopo la sua morte dal figlio Alessandro nel 1527, sono elencati diversi suoi lavori cartografici, oggi perduti. Del 1506 è la Carta del mondo l’unica sua opera firmata. Dall’Inventario si ricava, inoltre, che nella sua bottega si vendevano non solo carte geografiche, ma anche globi, carte nautiche, piante e vedute di città. Le sue carte a stampa sono tutte rarissime o note in un solo esemplare.
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