Persefone
Riferimento: | S40914 |
Autore | Jan de BISSCHOP |
Anno: | 1670 ca. |
Misure: | 87 x 205 mm |
Riferimento: | S40914 |
Autore | Jan de BISSCHOP |
Anno: | 1670 ca. |
Misure: | 87 x 205 mm |
Descrizione
Acquaforte, 1670 circa, firmata in lastra con il monogramma. Una bella impressione, stampata su carta vergata coeva, con margini, ottime condizioni.
La tavola è tratta da Signorum veterum icones, una collezione di sculture e statue romane di Jan de Bisschop (Johannes Episcopius) pubblicata per la prima volta nel 1668.
Questa suite di 100 stampe di de Bisschop comprende sculture classiche conservate in collezioni olandesi e italiane nel XVII secolo. Le statue antiche erano molto apprezzate come opere d’arte, in particolare dagli artisti che ne ammiravano la loro rappresentazione di anatomia, drappeggi e pose. Questa suite comprende alcune delle sculture più importanti, da vari punti di vista, alle quali l’artista ebbe accesso.
Alcune delle sculture classiche riprodotte nel Signorum veterum icones provengono dalle collezioni seicentesche di Gerrit Uylenburgh e Hendrik Scholten, alle quali de Bisschop aveva accesso diretto. La sequenza dell’opera è rigorosamente conforme alla tradizione classica: le prime illustrazioni riguardano le parti del corpo (questa sezione è stata lasciata incompiuta alla morte prematura di de Bisschop): statue complete, seguite da pose e suggerimenti per composizioni con più di una figura. Le stampe avevano lo scopo di fornire agli artisti esempi di pose ideali. Dai dipinti di Adriaen van der Werrff e Nicolaes Verkolje, è chiaro quanto siano stati influenti questi studi nello sviluppo della pittura classica olandese alla fine del XVII secolo.
Bibliografia
Bibliografia: Universal Catalogue of Books on Art I, p. 117; Bibliothèque Nationale 150, 337; Thieme-Becker 22, 235; Hollstein, Dutch & Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700.6; Le Blanc, Charles, Manuel de l'Amateur d'Estampes 1550-1820.5.
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Jan de Bisschop era il figlio di Harmen Jansz, de Bisschop e Aaltje Adriaensz. van Noort. Jan preferiva chiamarsi Episcopius (termine latino per vescovo) poiché aveva una forte preferenza per la lingua latina. Si presume che fosse un apprendista di Bartolomeo Breenbergh, sebbene fosse un dillettante. Jan studiò legge a Leida, stabilendosi quindi come avvocato a L’Aia nel 1652, dove intrattenne stretti legami e amicizia con la famiglia Huygens, in particolare con Constantijn Huygens Jr.. Insieme a Jacob van der Does Sr., Maerten Lengele, Willem Doudijns e probabilmente Constantijn Huygens Jr., Jan de Bisschop fondò un’accademia di disegno per promuovere il classicismo. Le pubblicazioni più importanti sul claccisismo di De Bisschops sarebbero seguite diversi anni dopo con il “Signorum veterum Icones” e “Paradigmata Graphices Variorum Artificium”, opera con incisioni su disegni di maestri italiani. Jan de Bisschop morì di tubercolosi nel 1671, dopo di che i suoi disegni e stampe furono messi all'asta.
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Bibliografia
Bibliografia: Universal Catalogue of Books on Art I, p. 117; Bibliothèque Nationale 150, 337; Thieme-Becker 22, 235; Hollstein, Dutch & Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700.6; Le Blanc, Charles, Manuel de l'Amateur d'Estampes 1550-1820.5.
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Jan de Bisschop era il figlio di Harmen Jansz, de Bisschop e Aaltje Adriaensz. van Noort. Jan preferiva chiamarsi Episcopius (termine latino per vescovo) poiché aveva una forte preferenza per la lingua latina. Si presume che fosse un apprendista di Bartolomeo Breenbergh, sebbene fosse un dillettante. Jan studiò legge a Leida, stabilendosi quindi come avvocato a L’Aia nel 1652, dove intrattenne stretti legami e amicizia con la famiglia Huygens, in particolare con Constantijn Huygens Jr.. Insieme a Jacob van der Does Sr., Maerten Lengele, Willem Doudijns e probabilmente Constantijn Huygens Jr., Jan de Bisschop fondò un’accademia di disegno per promuovere il classicismo. Le pubblicazioni più importanti sul claccisismo di De Bisschops sarebbero seguite diversi anni dopo con il “Signorum veterum Icones” e “Paradigmata Graphices Variorum Artificium”, opera con incisioni su disegni di maestri italiani. Jan de Bisschop morì di tubercolosi nel 1671, dopo di che i suoi disegni e stampe furono messi all'asta.
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