Stato della Chiesa con la Toscana
Riferimento: | CO-279 |
Autore | Willem Janszoon BLAEU |
Anno: | 1640 ca. |
Zona: | Stato della Chiesa |
Luogo di Stampa: | Amsterdam |
Misure: | 500 x 385 mm |
Riferimento: | CO-279 |
Autore | Willem Janszoon BLAEU |
Anno: | 1640 ca. |
Zona: | Stato della Chiesa |
Luogo di Stampa: | Amsterdam |
Misure: | 500 x 385 mm |
Descrizione
Carta geografica dell'Italia centrale tratta dall'edizione latina del Theatrum Orbis Terrarum, sive Atlas Novus di Willelm e Johannes Blaeu.
Secondo stato della carta dello Stato della Chiesa di Willelm J. & Johannes Blaeu, con la rosa dei venti in alto a destra aggiunta.
“Graduata ai margini di 2' in 2', ma soltanto nel senso della latitudine (da 41° 16' a 45°). Orientata con la rosa dei venti. Presenta la scala in miglia italiche disegnata verticalmente in una colonna-cartiglio, contenente anche il nome dell'Autore (inciso alla base) e sormontata da due putti alati sorreggenti una lunga asta con stendardo papalino. In un secondo stato della carta, all'angolo in alto a destra compare un'altra rosa dei venti; vengono aggiunti quattro velieri due in basso a sinistra, due in alto a destra. In una seconda raffigurazione ornamentale, diretta certamente ad onorare il pontefice qui affiancato dalle figure dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, è il titolo della carta. Di evidente derivazione maginiana porta i confini delle partizioni interne, Granducato di Toscana compreso, ma non manca di raffigurare parte del confinante Regno di Napoli e lo Stato di Lucca. È carta assai pregevole per l'accurata rappresenta- zione dell'idrografia e dei centri abitati (la cui diversa importanza si evidenzia attraverso i caratteri tipografici e i rispettivi segni convenzionali per sedi arcivescovili, vescovili ecc.) e di altri particolari elementi geografici (dalle isole dell'arcipelago toscano, ad es., all'area Nursino, per la quale sono riportati il Lago di Pilato - detto Lago di Norcia, il M. Vittore e la Grotta della Sibilla), così da far perdonare alcune storpiature toponimiche. Oggetto di raffigurazione sono anche i ponti (quattro sull'Arno e otto per la Chiana, uno sul fiume Nera in corrispondenza della città di Terni) e alcune aree boscose, come quella a nord della conca ternana tra Strettura e Acquasparta, disegnate con alberelli stilizzati” (cfr. "Le antiche terre del Ducato di Spoleto", p. 64).
Willem Janszoon Blaeu, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam. Nel 1630, dopo aver comprato alcune lastre dell’atlante del Mercator da Jodocus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Dopo la sua morte, Joan (Johannes) continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati nel 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia.
La carta compare per la prima volta nel Novus Atlas stampato da W. J. Blaeu nel 1634 (cfr. Koeman, Atlas Neerlandici, pp. 88-89, Bl 4).
Incisione in rame, coloritura coeva, in buono stato di conservazione.
Bibliografia
F. Ronca e A. Sorbini (a cura di) "Le antiche terre del Ducato di Spoleto", p. 64, 18.
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Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)
Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695.
Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu
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Bibliografia
F. Ronca e A. Sorbini (a cura di) "Le antiche terre del Ducato di Spoleto", p. 64, 18.
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Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)
Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695.
Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu
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