Almae Urbis Divi Petri Veteris Novique Templi Descriptio

Riferimento: S43955
Autore Natale BONIFACIO
Anno: 1590
Misure: 435 x 570 mm
2.250,00 €

Riferimento: S43955
Autore Natale BONIFACIO
Anno: 1590
Misure: 435 x 570 mm
2.250,00 €

Descrizione

Bulino, 1590, da Tiberio Alfarano (1525-1596).

Indicazione di privilegio, firma e data nella parte inferiore: Cum Privilegio Sum[m]i Po[n]tific[e] per An[n]os X/ & Sub Excommunicationis Poena./ Romae Anno Domini M.D.L.XXXX./ Tiberii Alpharani Hieracen. Authoris/ Natalis Bonifacius Sibenicen. Incidebat/ Cum Licentia Superiorum.

Pianta della nuova basilica di San Pietro, sovrapposta all’antica struttura, ideata come illustrazione per il De basilicae Vaticanae antiquissima et nova structura, del chierico Tiberio Alferano. Sebbene il manoscritto fosse stato completato nel 1582, il libro fu pubblicato solo nel 1914. L’opera estremamente dettagliata, tuttavia, fu progettata e pubblicata da Alfarano, che ingaggiò l'incisore Natale Bonifacio, famoso per l'intaglio di alcune mappe geografiche, e ottenne un privilegio papale per la produzione nel 1589. L'immagine deriva da un disegno preparato da Alfarano, che aveva raccolto documentazione sulla Basilica di San Pietro e ne aveva registrato le misure. Il titolo è inciso in alto, mentre ai lati dell'immagine sono riportate 171 identificazioni. La stampa è dedicata a Giovanni Evangelista, cardinale Pallotta, in una tavoletta decorativa a destra della pianta, sormontata dallo stemma cardinalizio.

La stampa è approfonditamente descritta nel saggio di Michael Bury, del quale trascriviamo una traduzione: “Fin dal tempo di Giulio II (1503-13), all'inizio del XVI secolo, la nuova chiesa di San Pietro stava sorgendo. All’inizio dei lavori furono demolite ampie parti della venerabile chiesa paleocristiana, lasciando in piedi la navata centrale e altre parti a est dei bracci del transetto originario. Man mano che i lavori procedevano, tutto il resto era minacciato di demolizione. Tiberio Alfarano era uno dei chierici beneficiati di San Pietro dal 1567, ma probabilmente era stato legato alla chiesa a vario titolo fin dalla metà degli anni '40; morì nel 1596. Aveva iniziato a raccogliere informazioni su San Pietro alla fine degli anni 1550 o 1560, nel contesto delle controversie sul primato relativo delle basiliche lateranensi e vaticane, controversie che furono risolte solo da una bolla di Pio V nel 1569. Nell'ambito di questo lavoro, aveva iniziato a preparare una pianta, prendendo misure accurate ed elaborando i rapporti tra le parti. Nel 1571 completò una pianta disegnata a mano, confrontando la vecchia e la nuova basilica, utilizzando come base l’incisione di Etienne Dupérac del 1569. Egli ha dichiarato di aver prestato questa pianta a Martino Lunghi, che la copiò e volle pubblicarla. La presente incisione deriva da un disegno più piccolo che Alfarano aveva fatto, che fece stampare e che poi pubblicò ("io fece un'altra pianta piccola in un foglio imperiale et la feci stampare et mandai a luce. Deo gratias"; M. Cerrati, Fonti per la Storia dell'Antica Basilica Vaticana, in “Archivio della reale società romana di storia patria”, XLIV, 1921, p. 265). Questo passaggio conferma che Alfarano ha realizzato personalmente i disegni. Conferma anche che era lui l’editore. Nel 1582 aveva completato il manoscritto del suo libro De Basilicae Vaticanae, che è una descrizione dettagliata di tutte le cappelle, gli altari, le tombe e altri elementi significativi della Basilica. Il 13 settembre 1589 gli fu concesso un privilegio di 10 anni per il libro e per la pianta (Motu proprio di Sisto V, Cerrati, pp.xli-xlii). La pianta fu pubblicata nel 1590, ma il libro, De Basilicae Vaticanae, rimase manoscritto e fu pubblicato solo nel 1914. Il privilegio chiarisce che la pianta fu realizzata a spese di Alfarano, che presumibilmente assunse Natale Bonifacio per incidere la lastra. Il disegno della pianta attuale fu corretto per i cambiamenti avvenuti nel 1588 - come, ad esempio, lo spostamento della tomba di Pio V a S. M. Maggiore. Fu pronto per Natale Bonifacio alla fine del 1589 e pubblicato nel 1590. Nella dedica all’arciprete della Basilica, il cardinale Evangelista Pallotto, Alfarano chiarisce di essere mosso dal desiderio di registrare con precisione la forma e le misure degli spazi sacri dell’antica basilica in relazione alla nuova, al fine di conservare il senso della pietà e della devozione dovuta a una chiesa così venerabile. La lastra di rame dell’opera è conservata nell’Archivio della Basilica di San Pietro" (cfr. Michael Bury, "The Print in Italy 1550-1620", BM 2001, cat. 63).

Buona prova, impressa su carta vergata, con margini, in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Michael Bury, 'The Print in Italy 1550-1620', BM 2001, cat. 63.

Natale BONIFACIO (Sebenico 1537- ? 1592)

Incisore, acquafortista, progettista, stampatore, editore e cosmografo originario di Sebenico. Attivo a Venezia all’incirca tra il 1570 e il 1574 e successivamente a Roma tra il 1575 e il 1591. Il 9 Febbraio 1578 venne candidato come membro della confraternita dei Virtuosi del Pantheon, segnalato come “intagliatore in rame” (Orbaan). Nel 1578 era però membro della Confraternita di San Girolamo degli Illirici. L’epitaffio sulla sua tomba ricorda la sua attività come incisore e cosmografo (“aeris caelator divinus ac optimus geographus”). A Venezia le sue opere vennero pubblicate da Camocio, Ferrando Bertelli, Luca e Donato Bertelli, Borgaruccio Borgarucci e Nelli. I suoi editori romani furono Lafrery, Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Nicolas van Aelst. Tra le sue opere ci sono mappe, antichità, soggetti didattici e devozionali. Lastre per Della trasportatione dell’obelisco Vaticano 1590 di Domenico Fontana.

Natale BONIFACIO (Sebenico 1537- ? 1592)

Incisore, acquafortista, progettista, stampatore, editore e cosmografo originario di Sebenico. Attivo a Venezia all’incirca tra il 1570 e il 1574 e successivamente a Roma tra il 1575 e il 1591. Il 9 Febbraio 1578 venne candidato come membro della confraternita dei Virtuosi del Pantheon, segnalato come “intagliatore in rame” (Orbaan). Nel 1578 era però membro della Confraternita di San Girolamo degli Illirici. L’epitaffio sulla sua tomba ricorda la sua attività come incisore e cosmografo (“aeris caelator divinus ac optimus geographus”). A Venezia le sue opere vennero pubblicate da Camocio, Ferrando Bertelli, Luca e Donato Bertelli, Borgaruccio Borgarucci e Nelli. I suoi editori romani furono Lafrery, Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Nicolas van Aelst. Tra le sue opere ci sono mappe, antichità, soggetti didattici e devozionali. Lastre per Della trasportatione dell’obelisco Vaticano 1590 di Domenico Fontana.