CAPITOLII · ROMANII · VERA · IMAGO · VT · NUNC · EST ·
Riferimento: | S40588 |
Autore | Nicolas van AELST |
Anno: | 1600 ca. |
Misure: | 530 x 375 mm |
Riferimento: | S40588 |
Autore | Nicolas van AELST |
Anno: | 1600 ca. |
Misure: | 530 x 375 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino, 1600, firmata in basso a destra: «Nicolaus Van Aelst formis» (negli esemplari di primo stato). Iscritto in basso a sinistra: «Superiorum permissu 1600». Opera parte dello "Speculum Romanae Magnificentiae”.
Iscritto in alto: «· CAPITOLII · ROMANII · VERA · IMAGO · VT · NUNC · EST · ».
Esemplare nel secondo stato, con l’imprint “in Roma Per Gio. Jacomo Rossi alla Pace” che sostituisce quello di Van Aelst e con la data 1650 che segue l’indicazione del privilegio. Inoltre, la fontana raffigurata nella parte sinistra dell’edizione Van Aelst lascia spazio al completamento del palazzo Senatorio.
Nicola Van Aelst fu attivo a Roma tra il 1585 e l’anno della sua morte, il 1613. Nel 1588 ottenne il privilegio papale per stampare le grandi opere di Sisto V e fu in prima linea nella produzione incisoria che doveva propagandare Roma per il Giubileo del 1600. L’incisione qui rappresentata «non scende in particolari: le finestre di mezzanino non hanno festoni di stucco, il fregio non ha le imprese di Clemente VIII, ma il portale del palazzo è quello “ricco”, con le colonne inalveolate e l’iscrizione della presa di Ferrara del 1599-1600. Non sembrano esserci dubbi: l’ordine gigante è precedente il 1600 ed è opera di Giacomo Della Porta. Ma in questa stampa, datata, l’ordine gigante si trova solo al centro della facciata, non sulle torri, e mancano le specchiature; è presente, però, un grande stemma papale che chiude completamente la finestra centrale del secondo ordine di aperture, visibile anche nell’incisione di Greuter del 1618 senza che sia leggibile l’emblema. L’impresa del papa che lo fece porre è invece ben leggibile nell’incisione di Falda del 1676 si tratta del drago alato di Paolo V Borghese (1605-1621). La stampa di van Aelst, dunque nonostante il millesimo, non può essere del 1600 ma posteriore» (cfr. Anna Bedon, p. 295).
L’opera appartiene allo Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica.
Lo Speculum ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dello Speculum con copie di quelle “perdute” nella divisione ereditaria, che fece incidere al milanese Amborgio Brambilla. Alla morte di Claudio (1585) le lastre furono cedute – dopo un breve periodo di pubblicazione degli eredi, in particolare nella figura di Giacomo Gherardi - a Giovanni Orlandi, che nel 1614 vendette la sua tipografia al fiammingo Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, al contrario, cedette le proprie matrici all’editore Paolo Graziani, che si associò con Pietro de Nobili; il fondo confluì nella tipografia De Rossi passando per le mani di editori come Marcello Clodio, Claudio Arbotti e Giovan Battista de Cavalleris. Il restante terzo di matrici della divisione Lafreri fu suddiviso e scisso tra diversi editori, in parte anche francesi: curioso vedere come alcune tavole vengano ristampate a Parigi da Francois Jollain alla metà del XVII secolo. Diverso percorso ebbero alcune lastre stampate da Antonio Salamanca nel suo primo periodo; attraverso il figlio Francesco, confluirono nella tipografia romana di Nicolas van Aelst. Altri editori che contribuirono allo Speculum furono i fratelli Michele e Francesco Tramezzino (autori di numerose lastre che confluirono in parte nella tipografia Lafreri), Tommaso Barlacchi, e Mario Cartaro, che fu l’esecutore testamentario del Lafreri, e stampò alcune lastre di derivazione. Per l’intaglio dei rami vennero chiamati a Roma e impiegati tutti i migliori incisori dell’epoca quali Nicola Beatrizet (Beatricetto), Enea Vico, Etienne Duperac, Ambrogio Brambilla e altri ancora.
Questo marasma e intreccio di editori, incisori e mercanti, il proliferare di botteghe calcografiche ed artigiani ha contribuito a creare il mito dello Speculum Romanae Magnificentiae, la più antica e importante iconografia della città eterna. Il primo studioso che ha cercato di analizzare sistematicamente la produzione a stampa delle tipografie romane del XVI secolo è stato Christian Hülsen, con il suo Das Speculum Romanae Magnificentiae des Antonio Lafreri del 1921. In epoca più recente, molto importanti sono stati gli studi di Peter Parshall (2006) Alessia Alberti (2010), Birte Rubach e Clemente Marigliani (2016). Le nostre schede sono elaborazioni ispirate principalmente da queste quattro pubblicazioni, integrate da commenti e correzioni per quanto non ci convince e ci è noto.
Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, tracce di pieghe di carta, di colla al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Marigliani, Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento (2016), n. VI.8-9; C. D’Onofrio, 1973, p. 213; C. Marigliani, 2005, p. 45; A. Bedon, 2008, p. 295; C. Witcombe, 2008, pp. 366-67.
Nicolas van AELST (1585 – 1613)
Editore e commerciante di stampe, svolse la sua attività a Roma - con il suo studio a S. Maria della Pace, dove ebbe privilegi di stampa da Sisto V. Acquistò delle lastre già pubblicate, tra gli altri, da Facchetti, Orlandi, Salamanca e Gherardi. Si specializzò in stampe raffiguranti monumenti della Roma antica e moderna e di cerimonie. Pubblicò stampe per Tempesta, Brambilla e Alberti.
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Nicolas van AELST (1585 – 1613)
Editore e commerciante di stampe, svolse la sua attività a Roma - con il suo studio a S. Maria della Pace, dove ebbe privilegi di stampa da Sisto V. Acquistò delle lastre già pubblicate, tra gli altri, da Facchetti, Orlandi, Salamanca e Gherardi. Si specializzò in stampe raffiguranti monumenti della Roma antica e moderna e di cerimonie. Pubblicò stampe per Tempesta, Brambilla e Alberti.
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