Carta Topografica dello Stato Pontificio e del Gran-Ducato di Toscana construtta sopra misure astronomico trigonometriche...
Riferimento: | CO-919 |
Autore | Istituto Geografico Militare Austriaco |
Anno: | 1851 |
Zona: | Lazio |
Luogo di Stampa: | Vienna |
Misure: | 3000 x 1860 mm |
Riferimento: | CO-919 |
Autore | Istituto Geografico Militare Austriaco |
Anno: | 1851 |
Zona: | Lazio |
Luogo di Stampa: | Vienna |
Misure: | 3000 x 1860 mm |
Descrizione
Grande carta del Lazio in 12 fogli, stampata a Vienna dal K.K.Militärisches Geographisches Institut (Istituto Geografico Militare Austriaco) nel 1851. DIsegnata da Giovanni Marieni.
I dodici fogli che raffigurano l’intero Lazio sono parte della più grande Carta Topografica dello Stato Pontificio e del Gran-Ducato di Toscana construtta sopra misure astronomico trigonometriche ed incisa sopra pietra a Vienna = Topographische Karte des Kirchenstaates und des Großherzogthums Toscana: nach astronomisch trigonometrischen Vermessungen bearbeitet und auf Stein gestochen zu Wien.
La celebre carta, realizzata dal K.K.Militärisches Geographisches Institut, venne edita per gli Stati dell'Italia centrale (Granducato di Toscana e Stato Pontificio) nel 1851 in 52 fogli (scala di 1:86.400), Cartograficamente si basa sulle carte catastali e su regolari triangolazioni eseguita nel 1840-43 dall'ingegnere Giovanni Marieni per lo Stato Pontificio e sui precedenti rilevamento di Giovanni Inghirami per il Granducato. Mostra gli abitati (distinti per importanza, i boschi, i prati e pascoli, gli oliveti, le risaie, le saline, le paludi, le strade di prima e seconda classe con le provinciali e le comunali, la viabilità minore, le ferrovie, gli acquedotti, i confini. L'orografia è resa a tratteggio. La carta è corredata di un quadro di unione, da notizie geografiche, storiche e statistiche, da valori di altitudine e di coordinate. I centri abitati sono geograficamente ben posizionati grazie all'utilizzo dei punti trigonometrici. La rete ferroviaria in fase di progetto e di esecuzione è già tracciata. La carta si compone di 52 fogli che non seguono una numerazione continua e sono contrassegnati da una lettera maiuscola seguita da un numero arabo.
Frutaz riproduce i soli fogli che riguardano il Lazio. La carta venne riprodotta in autografia nel 1860 dall'Ufficio topografico del Corpo Reale di Stato Maggiore di Torino dal titolo Carta topografica dell'Italia centrale alla scala 86.400 (Biblioteca della Società Geografica Italiana, Villa Celimontana, E. 2, III; B.M. Catalogue, VII, col. 1104) e in fotolitografia nel 1878 ingrandita al 75.000 dall'Istituto Topografico Militare dal titolo Carta topografica della Lombardia, del Veneto e dell'Italia Centrale, alla scala di 1 a 75.000.
Un esemplare completo della carta è conservato all’Università di Vienna.
https://goobi-viewer.univie.ac.at/viewer/toc/AC03849379/1/
Litografia, dodici fogli tagliati ed applicati su tela coeva, più volte ripiegata ad astuccio, leggere ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione. Bellissimo esemplare di questa assai rara carta geografica, con Ex-libris della libreria di Giovan Battista Maggi di Roma e Torino al verso di ciascun foglio e anche dell’astuccio.
Probabile che il Maggi vendesse la carta nei singoli fogli e colui che l’acquistò fosse solo interessato alla parte riguardante il Lazio, che si fece racchiudere in astuccio.
La carta non forma un classico rettangolo; la parte superiore si compone di 4 fogli (che misurano circa 3 metri) e si estende ad ovest fino a comprendere quasi interamente l’isola del Giglio. Due fila di “righe” centrali sono composte da 3 fogli ciascuna per una misura di 2250 mm; nella riga inferiore, a sinistra, troviamo il “Foglio d’insieme” di tutta la carta. La parte inferiore è composta da soli due fogli (1500 mm). L’ingombro totale della carta è di circa 3x1,86 metri.
“È capitato altre volte, sfogliando queste pagine, di incontrare esemplari dalle dimensioni generose, a volte persino molto grandi. Incontri non casuali, ma scelti in ragione del materiale disponibile. Qui però siamo di fronte a un vero e proprio gigante cartografico, la cui presenza in queste pagine ha richiesto tutta l'abilità e la pazienza del grafico e del fotografo e la comprensiva disponibilità dell'editore. Avete letto bene le dimensioni, siamo infatti in presenza di una superficie di stampa di 20,48 m², ragione per la quale, se la si vuole vedere nella sua interezza, occorre liberare il pavimento di una stanza abbastanza grande. È facile quindi immaginare quanto sia stata complicata la scelta per rendere al meglio la fruibilità della riproduzione. La domanda che sorge spontanea, a partire mica: litografia dal doppio titolo in italiano e in tedesco, separati dalla pregevole allegoria di personaggi che richiamano l'arte della stampa e le scienze astronomica e cartografica, è quale interesse abbia ispirato I'I. R. Istituto Geografico Militare di Vienna a realizzare un siffatto imponente lavoro. In realtà l'interesse, prima ancora degli austriaci, era stato dei francesi, i quali, riconquistata la Lombardia dopo la vittoria di Marengo, costituirono all'inizio dell'Ottocento un bureau cartografico a Milano, appoggiandolo a un preesistente ufficio della Repubblica Cisalpina e denominandolo, sull'analogo modello di quello parigino, Deposito della Guerra. Qui, insieme agli ingegneri militari francesi, lavoravano cartografi e incisori italiani quali Carlo Brioschi, i cugini Giacomo e Giovanni Marieni, Antonio Campana, che aveva combattuto a Marengo, i fratelli Benedetto e Gaudenzio Bordiga. L'obiettivo era quello di realizzare una carta topografica dell'Italia, proprio sotto la direzione del capitano Campana, in collaborazione con l'Officio Topografico di Napoli, fondato nel 1781 da Antonio Rizzi Zannoni. Dopo la restaurazione austriaca e la costituzione del Regno Lombardo-Veneto, il Deposito non solo non venne smantellato, ma, trasformato e ampliato, acquisì il nome di Istituto Geografico Militare dell'I.R. Stato Maggiore Austriaco, conservando la preesistente tecnostruttura italiana, compresa la direzione affidata al Campana, nel frattempo divenuto generale, che la mantenne fino alla morte nel 1841. L'attività geodetica e topografica dell'Istituto perseguiva l'obiettivo politico del governo asburgico di una carta in scala 1:86.400 di tutta la penisola e degli Stati presenti. Nel 1833 viene data alle stampe la Carta del Regno Lombardo-Veneto, alla quale faranno seguito, in forma analoga, quelle del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, del Ducato di Modena e Reggio e, nel 1851, dello Stato Pontificio e del Granducato di Toscana. Quest'ultima venne incisa a Vienna, dove nel 1839, era stata attivata la nuova sede dell'I. R. Istituto Geografico Militare, che assunse la denominazione di K. K. Militärischen Geographischen Institute, denominazione riportata sotto il titolo in tedesco del medesimo esemplare. Il suo autore Giovanni Marieni è un giovane, brillante cartografo, che fa il suo ingresso nell'Istituto nel 1815, ancor prima di laurearsi con lode in ingegneria all'università di Pavia, divenendo il pupillo di Antonio Campana, che gli affida numerosi lavori scientifici. Fra questi quello di coadiuvare l'astronomo Giovanni Brioschi nelle operazioni trigonometriche e di triangolazione dell'Italia Superiore. Nel 1831 pubblica un atlante di geografia moderna in 36 tavole, destinato ai licei del Lombardo-Veneto, e nello stesso periodo collabora con il cugino Giacomo Marieni alla realizzazione di un importante e voluminoso portolano del Mare Adriatico, uscito in prima edizione nel 1830 e riedito nel 1845. Con lo spostamento a Vienna dell'I. R. Istituto Geografico, gli fu chiesto di trasferirsi nella capitale austriaca, per proseguire i lavori in cantiere e, nel 1841, gli fu affidato l'incarico di realizzare la grande carta della Toscana e dello Stato della Chiesa. Egli riprese le triangolazioni avviate dal Deposito della Guerra durante il Regno Italico, condotte fino alle Marche, le uni con quelle dell'Officio Topografico di Napoli e con quelle della Toscana da lui eseguite e collegò questa rete con gli osservatori astronomici di Roma, Firenze e Pisa. Uno straordinario lavoro scientifico su cui si basa la realizzazione della carta, prevedendo il collegamento trigonometrico degli osservatori astronomici italiani e delle basi misurate nei diversi Stati dello stesso esemplare. L'impresa, di grande valore scientifico e tecnico-professionale, fu premiata dalla Santa Sede con il conferimento dell'onorificenza di Cavaliere della Milizia Aurata di San Silvestro. Insomma, un personaggio di rilievo nella cartografia della prima metà del XIX secolo, del quale tuttavia non siamo stati in grado di reperire i luoghi e le date di nascita e di morte, anche se la sua vita trascorre prevalentemente tra Milano e Vienna. L'incisione su pietra è sinonimo di un numero di copie più alto di quello realizzabile con altre tecniche, anche se in questo caso la nostra ricerca ci dice che sono pochi i fondi storici pubblici e privati che dispongono di esemplari completi di tutti i 52 fogli di cui la carta si compone” (cfr. P. Giorgi, C. Cicioni, L’Italia di Mezzo. La cartografia storica del Centro Italia dal XVI al XIX secolo pp. 228-231, n. 95).
Bibliografia
A. P. Frutaz, Le carte del Lazio, Roma 1972, III, LXIII.1, 280; P. Giorgi, C. Cicioni, L’Italia di Mezzo. La cartografia storica del Centro Italia dal XVI al XIX secolo pp. 228-231, n. 95; 12 fogli da 750x465 mm.
Istituto Geografico Militare Austriaco
Istituto Geografico Militare Austriaco