

Riferimento: | s30202 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1756 |
Zona: | Roma |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 590 x 840 mm |
Riferimento: | s30202 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1756 |
Zona: | Roma |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 590 x 840 mm |
Bella tavola topografica di Roma che riporta il tracciato degli antichi acquedotti romani.
Il contenuto della tavola è dichiarato in alto a sinistra: "Dichiarazione delle note della Tavola: A. Mura odierne di Roma B. Mura di Roma anteriori all'Imperatore Aureliano Aquedotto arcuato della Marcia, Tepula, e Giulia Aquedotto arcuato della Claudia e Anione Nuovo Archi Neroniani Archi Antoniniani Aquedotto sostruito Aquedotto sotterraneo Rivo sotterraneo, porzionario delle acque Circonferenza delle Regioni antiche di Roma Nota delle Vie antiche Le rimanenti note son dichiarate o nella Tavola, o nella Spiegazione consecutiva della medesima Piedi Antichi Romani".
Le tre "figure" sono disegni tecnici che rappresentano le sezioni e il funzionamento degli antichi acquedotti. La tavola è la n. XXXVIII del tomo I delle Antichità Romane, prima edizione del 1756 edita da Bouchard e Gravier.
In alto a sinistra (nel cartiglio): Fig. II Sezione del Bottino che riceveva par-/ te della Marcia per tramandarla nel rivo / Erculaneo e che si nota in pianta al num. / 22. A. Speco della Tepula. B. Speco della Mar-/ cia. C. Investitura del condotto riferita ai num. / 117, 118, 119, e 120 dell'Indice generale. D. Botti=/ no. E. Imbocco di una parte della Marcia * Bottino nel * / F. Discesa dell'acqua nel ricettacolo sottopos-/ to al Bottino. G. Altro imbocco corrisponden-/ te allo sgorgo H per dove l acqua entrava nel / rivo Erculaneo I. L. Piano moderno di Roma M / Rovine che ingomb.no il Bottino. N. Piano ant.co di Roma. In basso a sinistra (nel cartiglio): Fig. III, dimostrativa delle diverse costruzioni e / andamenti degli antichi aquedotti. A. Aquedot=/ to arcuato. B. Aquedotto sostruito. C. Superficie / del terreno. D. Aquedotto sotterraneo. E. Aquedot=/ to curvo inferiore all' aquedotto D. F. Aquedotto / o rivo che interseca inferiormente l'aquedotto E. / G. Altro aquedotto o rivo tendente in opposto. Sotto a destra: Piranesi Archit. dis. inc.
La grande tavola degli acquedotti nel suo insieme è l'esito della giunzione di due stampe derivanti da due distinte matrici di grande formato, l'una relativa alla metà superiore, l'altra alla metà inferiore della tavola. La risoluzione dell'autore di inserire nel primo tomo questa seconda topografia di Roma doveva rispondere al proponimento di un duplice obiettivo. La prima istanza era quella di conferire notevole risalto all'eccellenza dell'ingegneria idraulica romana, cui si deve la colossale opera pubblica degli acquedotti. Con straordinaria competenza tecnica, in parte derivante dalle cognizioni acquisite in giovane età presso il Magistrato delle acque a Venezia, egli ricostruì la rete idrica degli undici principali acquedotti innalzati dai romani per servire la città, dei quali rimanevano in vista sparse rovine restaurate da imperatori e pontefici nel corso dei secoli. Sullo studio dell'argomento Piranesi pubblicherà numerose tavole in altre opere di pochi anni successive, quali Della Magnificenza ed architettura de' Romani (1761), con l'illustrazione dell'antico acquedotto dell'Acqua Marcia e del particolare dello sbocco della Cloaca Massima nel Tevere, le Rovine del Castello dell'Acqua Giulia (1761), e Descrizione e Disegno dell'Emissario del Lago di Albano (1762).
Ma la stessa tavola topografica doveva servire anche come supporto grafico per la dimostrazione della sua ipotesi circa i limiti settentrionali dell'estensione del Campo Marzio (vedi Osservazioni sulla determinazione de' limiti del Campo Marzio, testo tipografico che segue la Spiegazione della Tavola degli Acquedotti nel primo tomo delle Antichità), con la quale egli si inseriva nel merito di un dibattito all'epoca aperto sostenendo, sull'interpretazione del quinto libro di Strabone, che il detto limite fosse da estendere fino al Ponte Milvio, contrariamente a quanto affermavano i “moderni Scrittori dell'Antichità” che fissavano come estremo nord il Mausoleo di Augusto. La posizione critica sarà ripresa più estesamente dall'autore ne Il Campo Marzio dell'antica Roma, opera alla quale lavorava contemporaneamente alle Antichità Romane, fino alla grande Pianta di Roma e del Campo Marzio dedicata a Clemente XIV, incisa alla fine della sua carriera (1774 ca.). Piranesi riferirà nelle Lettere di Giustificazione rivolte a Milord Charlemont che il compimento del lavoro per la tavola degli acquedotti gli costò – solo quello – più di sei mesi di lavoro, impiegati sia per i rilievi topografici sia nella revisione dei testi dell'antiquario Raffaele Fabretti (1680) e del matematico Giovanni Poleni (1722) sullo stesso tema (lettera del 25 agosto 1756, p. VII). L'affermazione trova riscontro sulle matrici, in particolare sulla matrice relativa alla metà inferiore della tavola, dove si evidenziano diverse abrasioni del rame, le cui coordinate topografiche in parte coincidono con quelle segnalate nella Pianta di Roma.
Meravigliosa prova, ricca di toni, impressa a inchiostro bruno su carta vergata coeva con la tipica filigrana del “doppio cerchio e giglio con lettere CB” (Robison 33), con pieni margini, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Petrucci, 1953, tav. 38, figg. 39 e 40, p. 243 ; Focillon, 1967, n. 217, p. 303; Wilton-Ely, 1994, n. 352, p. 402; Ficacci, 2000, n. 208, p. 208.
Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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