VRBIS·ÆTERNÆ·VESTIGIA E RVDERIBVS TEMPORVMQVE INIVRIIS VINDICATA ·ÆNEIS· TABVLIS·INCISA

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Riferimento: S50139
Autore Giovan Battista PIRANESI
Anno: 1756
Misure: 680 x 465 mm
2.800,00 €

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Riferimento: S50139
Autore Giovan Battista PIRANESI
Anno: 1756
Misure: 680 x 465 mm
2.800,00 €

Descrizione

In alto a destra: I.   Tom. I.; in basso a sinistra: Piranesi Archit. inv. e scult. Al centro della  lapide: VRBIS·ÆTERNÆ·VESTIGIA / E RVDERIBVS TEMPORVMQVE INIVRIIS VINDICATA ·ÆNEIS· TABVLIS·INCISA / I B PIRNAESI VENET ROMAE DEGENS AEVO SVO / POSTERIS / ET VTILITATI PUBLICAE.

Acquaforte e bulino, circa 1756, firmata in lastra in basso a destra. Esemplare nel terzo stato di quattro con la dedica utilitati publicae.

La matrice è stata incisa da Piranesi per il frontespizio del primo tomo de Le Antichità Romane.
L'intrigata composizione presenta ridondanti frammenti architettonici e scultorei provenienti dalle antiche fabbriche di Roma, alcuni riconoscibili, come la tazza scanalata con piedi in forma di grifi di Villa Albani, cui l'incisore riservò anche una tavola del primo volume dei Vasi,  candelabri, cippi, edito nel 1778; altri, come i rilievi con cataste di armi e il fregio con figure fitomorfe e candelabri, nell'angolo in basso a sinistra, ispirati rispettivamente ai rilievi del basamento della colonna Traiana e ai fregi decorativi della Domus Flavia riportati in luce – questi ultimi - dagli scavi condotti da Francesco Bianchini sul Palatino negli anni Venti del Settecento.


L'immagine sintetizza il progetto di tutta l'opera e esprime, su un piano ideale e fantastico, l'originale gusto antiquario piranesiano, al contempo filologicamente documentato, criticamente e stilisticamente autonomo.

La matrice denuncia estese abrasioni, delle quali le più considerevoli sono da mettere in relazione ai cambiamenti di stato occorsi per modificare la dedica delle Antichità inizialmente rivolta a Jacopo Caulfield. Della stampa conosciamo quattro stati. Il primo con la dedica inscritta nella grande lapide che occupa la metà destra della composizione: "NOBILISSIMO VIRO / VTILITATI PVBLICAE NATO / IACOBO CAVLFIELD/ ... ", e con le armi di Caulfield nell'ovale al centro; il secondo stato in cui Piranesi, dopo aver licenziato circa sessanta esemplari col nome del nobiluomo, si limitò all'eliminazione delle prime nove righe dell'iscrizione dedicatoria, ossia quelle strettamente riferite a Caulfield, e delle ultime due righe del testo “LVBENS DEVOTUSQUE / DEDICAVIT”, raffigurando scalpellature sulla lapide, e abradendo la parte centrale dello stemma; il terzo stato in cui, in una fase di poco successiva, Piranesi pensò di indirizzare l'opera “AEVO SVO / POSTERIS / ET VTILITATI PUBLICAE”, con l'incipit della dedica "VRBIS AETERNAE / VESTIGIA", e con la rappresentazione dello stemma fratturato. Infine, il quarto stato coincidente con la matrice, relativo alla seconda edizione delle Antichità del 1784, curata dal figlio Francesco, con la dedica a Gustavo III re di Svezia nella lapide e lo stemma del sovrano nell'ovale, al posto di quello di Caulfield.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “doppio cerchio e giglio con lettere CB” (Robison 33), tipica dell’edizione delle Antichità Romane del 1756. Consueta piega centrale verticale, pieni margini, in eccellente stato di conservazione.

Bibliografia

Petrucci, 1953, tav. 2, p. 241; Focillon, 1967, n. 144, p. 300; Ficacci, 2000, n. 139, p. 169; Wilton Ely 279. 

 

Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)

Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.

Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)

Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.