Piazza di Montecitorio - Veduta del Piedistallo dell'Apoteosi di Antonino Pio e di Faustina sua moglie…
Riferimento: | S39009 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1776 ca. |
Zona: | Montecitorio |
Misure: | 700 x 490 mm |
Riferimento: | S39009 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1776 ca. |
Zona: | Montecitorio |
Misure: | 700 x 490 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino, 1776-79 circa, firmata in lastra in basso a destra.
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con margini, in perfetto stato di conservazione.
L’incisione raffigura l’odierna Piazza Montecitorio, luogo nel quale, nell’antichità, era collocato l’Ustrinum, edificio dedicato alla cremazione degli imperatori e della loro famiglia: in particolare, questo apparteneva all’imperatore Antonino Pio ed alla moglie Faustina. Di fronte alla facciata nord dell’Ustrinum era situata la Colonna Antonina, la base della quale, in marmo bianco, è oggi collocata in Vaticano, insieme al frammento della colonna con l’iscrizione. La colonna fu rinvenuta nel 1703, durante il pontificato di Clemente XI, nei pressi dell’orto del convento dei Padri della Missione. Inizialmente il pontefice pensò di rialzarla e collocarla davanti alla Fontana di Trevi, ma poi l’idea venne abbandonata perché la colonna risultava troppo danneggiata ed i suoi resti accatastati accanto a palazzo Montecitorio, in via della Missione. Nel 1789, sotto il pontificato di Pio VI, venne deciso di utilizzare quanto rimaneva della colonna per restaurare l’obelisco solare di Augusto in piazza di Montecitorio. L’obelisco di Psammetico II, proveniente dalla città egiziana di Eliopoli, portato a Roma nel 10 a.C. dall'imperatore Augusto, e collocato come gnomone della meridiana in Campo Marzio. Crollato tra il IX e l'XI secolo, fu poi innalzato nella sede attuale dall'architetto Giovanni Antinori nel 1792, durante il pontificato di Pio VI.
L'opera fa parte del non comune lavoro Trofeo o sia Magnifica Colonna Coclide di marmo composta di grossi macigni ove si veggono scolpite le due guerre daciche fatte, da Trajano inalzata nel mezzo del Gran Foro eretto al medesimo imperadore per ordine del senato e popolo romano doppo i suoi trionfi, stampato da Piranesi tra il 1774 ed il 1779.
Bibliografia
H. Focillon, Giovan Battista Piranesi 1720-1778 (1918): n. 573; J. Wilton-Ely, Giovan Battista Piranesi, The complete etchings (1994): n. 713.
Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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