Genova

Riferimento: MS5142
Autore Matteo CADORIN
Anno: 1713
Zona: Genova
Luogo di Stampa: Padova
Misure: 200 x 140 mm
180,00 €

Riferimento: MS5142
Autore Matteo CADORIN
Anno: 1713
Zona: Genova
Luogo di Stampa: Padova
Misure: 200 x 140 mm
180,00 €

Descrizione

Veduta prospettica della città preparata per il "Itinerario d'Italia […] di Francesco Scoto" edito a Padova da Matteo Cadorin nel 1654.

Franz Schott (1548-1622), italianizzato come Francesco Scoto, era originario di Anversa. Giureconsulto e grande viaggiatore, fratello del più noto Andreas, gesuita, filologo e antiquario, redasse "Itinerario overo decrittione de' viaggi principali in Italia". L’opera apparve per la prima volta ad Anversa in occasione del Giubileo del 1600, con il titolo di Itinerari Italiae rerumq[ue] romanarum libri tres, stampata nell'Officina Plantiniana da Joannes Moretus. Priva dell'apparato iconografico, era intesa a servizio dei pellegrini che si recavano in Italia ed espressione di una particolare forma di scrittura odeporica che abbracciava tutti quei testi che assumono il carattere di guida per il viaggio e si offrono come strumento rivolto ad orientare il viaggiatore nel suo percorso. Ebbe un grande successo e venne poi pubblicata in numerose edizioni successive in latino, italiano, francese e inglese.

L'Itinerario d'Italia ebbe il suo pieno sviluppo nelle numerose edizioni italiane, che furono riccamente illustrate da vedute prospettiche e piante delle città. La prima edizione italiana illustrata fu curata da Pietro Bertelli e Francesco Bolzetta (Vicenza o Venezia 1601); seguirono diverse edizioni di Bolzetta con un sempre crescente numero di illustrazioni cartografiche. Il testo di Schott venne usato per le proprie edizioni dell’Itinerario d’Italia anche da Matteo Cadorin (Padova 1654 e successive) e Pietro Bigonci (Venezia 1665). Anche a Roma, nell’anno giubilare 1650, l'editore Filippo de Rossi stampa l'Itinerario overo Nuova Descrittione de' Viaggi Principali d'Italia. Le stampe sono 19 a cui si aggiunge la mappa dell'Italia e risultano leggermente più accurate.

Questo esemplare è tratto dall'opera Universus terrarum orbis scriptorum calamo delineatus ... qui de Europae, Asiae, Africae, & Americae regnis, provinciis, populis, civitatibus.... pubblicata a Padova nel 1713, presso Matteo Cadorin, da Raffaello Savonarola, sotto lo pseudonimo di Lasor a Varea (o Varela).

L'opera era una sorta di enciclopedia che conteneva notizie sulle varie località del mondo disposte in ordine alfabetico, arricchita da mappe e vedute di tutto il mondo che appartengono a celebri raccolte cartografiche del passato – Bertelli, Valegio, Camocio, Bonifacio, Nelli, Magini e altri – del quale probabilmente l’editore Cadorin era in possesso delle matrici originali.

Incisione su rame, finemente colorata a mano, ampi margini, in ottimo stato di conservazione.

 

Matteo CADORIN (attivo a Padova dal 1639)

Editore, libraio e stampatore, documentato a Padova dal 1639, di cui quasi nulla si conosce dalla letteratura dei repertori. E' qualificato erroneamente incisore dal Bénézit, mentre già il Mariette e lo Heinecken lo dicono più esattamente editore. Anche lo Zani scrive di lui "pittore, incisore, mercante". Lo Heinecken specifica che "secondo la consuetudine dei mercanti di stampe, egli incise sulle stampe dei suoi fondi solo il proprio nome, creando così molta confusione nella storia dell'incisione". Il soprannome Bolzetta gli derivò dall'aver sposato la figlia di Francesco Bolzetta, della nota famiglia di editori e librai padovani. Troviamo documentato il C. nella carica di "stimador da libri" presso il Monte di pietà di Padova negli anni 1647, 1658, 1662, con il compito di stimare i libri che, soprattutto dagli "scolari" dello Studio patavino, venivano impegnati al Monte. Questo attesta che egli era libraio ed editore. L'equivoco sulla sua attività di incisore fu soprattutto ingenerato dall'avere contrassegnato solo con il proprio nome sette acqueforti del Carpioni: i sei fogli componenti il fregio con gli Dei del Mare e l'Orazione di Cristo nell'Orto (altre recano il nome dell'artista e del Cadorin). Quasi tutti i contrassegni sono accompagnati dalla parola "forma", il che lascia intravvedere il ruolo del padovano come stampatore oltre che, s'intende, di mercante. Accanto ai rami del Carpioni, che rappresentano a tutt'oggi la parte più qualificata dell'attività di stampatore del Cadorin, egli licenziò una serie di opere di non alto livello artistico, piante, vedute, carte geografiche, vignette e ritratti. Tutte recano la firma dell'incisore ed un contrassegno che quasi generalmente suona così: "In Padova per Matteo Cadorin" (a significare il ruolo di stampatore).

Matteo CADORIN (attivo a Padova dal 1639)

Editore, libraio e stampatore, documentato a Padova dal 1639, di cui quasi nulla si conosce dalla letteratura dei repertori. E' qualificato erroneamente incisore dal Bénézit, mentre già il Mariette e lo Heinecken lo dicono più esattamente editore. Anche lo Zani scrive di lui "pittore, incisore, mercante". Lo Heinecken specifica che "secondo la consuetudine dei mercanti di stampe, egli incise sulle stampe dei suoi fondi solo il proprio nome, creando così molta confusione nella storia dell'incisione". Il soprannome Bolzetta gli derivò dall'aver sposato la figlia di Francesco Bolzetta, della nota famiglia di editori e librai padovani. Troviamo documentato il C. nella carica di "stimador da libri" presso il Monte di pietà di Padova negli anni 1647, 1658, 1662, con il compito di stimare i libri che, soprattutto dagli "scolari" dello Studio patavino, venivano impegnati al Monte. Questo attesta che egli era libraio ed editore. L'equivoco sulla sua attività di incisore fu soprattutto ingenerato dall'avere contrassegnato solo con il proprio nome sette acqueforti del Carpioni: i sei fogli componenti il fregio con gli Dei del Mare e l'Orazione di Cristo nell'Orto (altre recano il nome dell'artista e del Cadorin). Quasi tutti i contrassegni sono accompagnati dalla parola "forma", il che lascia intravvedere il ruolo del padovano come stampatore oltre che, s'intende, di mercante. Accanto ai rami del Carpioni, che rappresentano a tutt'oggi la parte più qualificata dell'attività di stampatore del Cadorin, egli licenziò una serie di opere di non alto livello artistico, piante, vedute, carte geografiche, vignette e ritratti. Tutte recano la firma dell'incisore ed un contrassegno che quasi generalmente suona così: "In Padova per Matteo Cadorin" (a significare il ruolo di stampatore).