Descrizione della Valetelina et Chiavena con suoi confini

Riferimento: S34089
Autore Catarino DOINO
Anno: 1618 ca.
Zona: Valtellina
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 347 x 270 mm
8.500,00 €

Riferimento: S34089
Autore Catarino DOINO
Anno: 1618 ca.
Zona: Valtellina
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 347 x 270 mm
8.500,00 €

Descrizione


- 2 ESEMPLARI NOTI -

Rarissima carta, che copre il territorio della Valtellina e parte dei territori limitrofi: Stato di Milano a ovest, Grigioni a nord, Contado del Tirolo a est e Signoria di Venezia a sud.

Sulla mappa sono segnate la "Strada di S. Venetiani" che conduce da Morbegno al passo della Casa di San Marco e quella di "Ciapei de uriga/Stradon de Venetiani", che conduce al passo dell'Aprica, particolare di grande rilievo perché mostra con chiarezza gli itinerari degli eserciti e dei traffici commerciali dell'epoca.

Orientata con il Nord in alto, non datata, la carta non è molto accurato sotto il profilo orografico e idrografico.

Altro particolare interessante e utile ai fini della datazione della mappa, è il fatto che sulla mappa sia segnato il paese di Piuro, che fu colpito e cancellato da una frana il 4 settembre del 1618.

Pertanto, si può ipotizzare che o la carta sia stata incisa prima del settembre 1618 o che, se anche incisa dopo, abbia seguito un modello cartografico in cui Piuro era ancora legittimamente riportato.

La Bianchi ritiene verosimile che il modello sia la famosa carta di Klüver e Sprecher del febbraio 1618.

Nel cartiglio in basso al centro, è contenuta la dedica a Giambattista Gambara, uomo di lettere e mecenate, condifente della Repubblica Veneta ma anche del Marchese di Bedmar, ambasciatore di Spagna.

La carta è di estrema rarità: i soli esemplari censiti nelle raccolte pubbliche sono quelli conservati presso la Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli", a Milano (mutilo della parte infeirore) e quello nella raccolta cinquecentesca della Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, che ha una coloritura coeva molto simile a questo esemplare.

Incisione su rame, coloritura coeva, restauro perfettamente eseguiot all'angolo inferiore sinistro, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Almagià, p. 57; Perini, p. 71; S. Bianchi, Valtellina Valchiavenna e Grigioni sotto la lente , n. 38 p. 131. Sconosciuta allo Schaffer.

Catarino DOINO (att. Prima metà del XVII sec.)

Incisore ed editore di libri e stampe, documentato secondo lo Zani (1821) fino dal 1596, iniziò probabilmente la sua attività nella bottega che Francesco Valesio teneva a Venezia in Spadaria. È del 1606 la prima opera nota firmata insieme a Francesco Valesio ("Franc. Vallegio / et Catar. Doino"): una pianta di Padova inclusa nell'opopra manoscritta di Andrea Cittadella, Descrittione di Padova, licenziata in quell'anno, e in seguito nel libro di G. Rosaccio, Descrittione della Geografia universale. Nella prima fase della sua ttività, collabora a Venezia con il Valesio, come provano una pinata di Venezia e almeno altre opere. Intorno agli anni '20 Il Doino lavorava a contatto con il gruppo di editori di area veneto-trentina attivo a Brescia, fra cui si citano anche Ruffoni, Dalla Via, Giacomo e Isabella Piccini. Nel 1640 era attivo a Ferrara, dove sembra risiedesse già da lungo tempo. In quell'anno pubblicò le Imagini de'prencipi d'Este signori di Ferrara, opera dedicata al conte Fulvio Testi, segretario del duca di Modena; la prefazione è firmata dal Doino il 20 ag. 1640 e non aggiunge alcuna notizia biografica utile. L'anno seguente (1641) dedicò al "Ser.mo, Alfonso IV principe di Modona" l'opera sua più famosa, i Ritratti de' Ser.mi Principi d'Este Sig.ri di Ferrara con l'aggiunta de' loro fatti più memorabili ridotti in sommario dal s.r Antonio Cariola. L'opera (un esemplare era conservato nella biblioteca del Cicognara), considerata di estrema rarità negli Analecta litteraria, stampati a Lipsia nel 1750 (p. 214), ha il frontespizio inciso con l'aquila che regge un cartiglio con il titolo e con il nome dell'editore, mentre nel colophon si legge: "Per Francesco Suzzi stampator camerale".

Bibliografia

Almagià, p. 57; Perini, p. 71; S. Bianchi, Valtellina Valchiavenna e Grigioni sotto la lente , n. 38 p. 131. Sconosciuta allo Schaffer.

Catarino DOINO (att. Prima metà del XVII sec.)

Incisore ed editore di libri e stampe, documentato secondo lo Zani (1821) fino dal 1596, iniziò probabilmente la sua attività nella bottega che Francesco Valesio teneva a Venezia in Spadaria. È del 1606 la prima opera nota firmata insieme a Francesco Valesio ("Franc. Vallegio / et Catar. Doino"): una pianta di Padova inclusa nell'opopra manoscritta di Andrea Cittadella, Descrittione di Padova, licenziata in quell'anno, e in seguito nel libro di G. Rosaccio, Descrittione della Geografia universale. Nella prima fase della sua ttività, collabora a Venezia con il Valesio, come provano una pinata di Venezia e almeno altre opere. Intorno agli anni '20 Il Doino lavorava a contatto con il gruppo di editori di area veneto-trentina attivo a Brescia, fra cui si citano anche Ruffoni, Dalla Via, Giacomo e Isabella Piccini. Nel 1640 era attivo a Ferrara, dove sembra risiedesse già da lungo tempo. In quell'anno pubblicò le Imagini de'prencipi d'Este signori di Ferrara, opera dedicata al conte Fulvio Testi, segretario del duca di Modena; la prefazione è firmata dal Doino il 20 ag. 1640 e non aggiunge alcuna notizia biografica utile. L'anno seguente (1641) dedicò al "Ser.mo, Alfonso IV principe di Modona" l'opera sua più famosa, i Ritratti de' Ser.mi Principi d'Este Sig.ri di Ferrara con l'aggiunta de' loro fatti più memorabili ridotti in sommario dal s.r Antonio Cariola. L'opera (un esemplare era conservato nella biblioteca del Cicognara), considerata di estrema rarità negli Analecta litteraria, stampati a Lipsia nel 1750 (p. 214), ha il frontespizio inciso con l'aquila che regge un cartiglio con il titolo e con il nome dell'editore, mentre nel colophon si legge: "Per Francesco Suzzi stampator camerale".