Veduta della Trinità de' Monti sul Monte Pincio

Riferimento: S45831
Autore Luigi ROSSINI
Anno: 1820
Zona: Trinità dei Monti
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 392 x 283 mm
Non Disponibile

Riferimento: S45831
Autore Luigi ROSSINI
Anno: 1820
Zona: Trinità dei Monti
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 392 x 283 mm
Non Disponibile

Descrizione

Veduta tratta dalla rara Raccolta di cinquanta principali vedute di antichità tratte dai scavi fatti in Roma in questi ultimi tempi.

“L'opera è la riedizione di una precedente raccolta intitolata Frontespizio delle Antichità di Roma divise in 40 vedute edita nel 1817 alla quale Rossini aggiunge dieci nuove tavole. La presenza di alcune incisioni datate al 1819 induce a ritenere che l'effettiva pubblicazione dell'opera risalga a questa data piuttosto che al 1818, anno del frontespizio. Con questa raccolta Rossini esordisce nell'attività di incisore, dopo l'abbandono degli infruttuosi tentativi di affermarsi come architetto; nel 1830 ne rievocherà, nell'autobiografia, il discreto successo, pur considerandola opera di secondaria importanza, tanto da non menzionarla nei suoi cataloghi e da tralasciarla nella ristampa delle sue raccolte, personalmente curata nel 1856. Tuttavia, le vedute di antichità presentano non pochi motivi di interesse documentario per la storia dei lavori di scavo e di restauro intrapresi nella città fra l'occupazione francese e i primi anni della restaurazione. In particolare, attraverso le tavole relative al Foro Romano e ai suoi monumenti vengono documentati i lavori alle pendici del Campidoglio per l'isolamento dei templi di Vespasiano e di Saturno; i primi interventi intorno all'Arco di Settimio Severo, lo scavo promosso dalla Duchessa di Devonshire alla Colonna di Foca e lo sterro del basamento delle colonne del Tempio dei Castori. Delle grandi trasformazioni urbanistiche previste dall'Amministrazione francese, l'opera documenta l'isolamento del tempio di Vesta e l'inizio dei lavori a Piazza del Popolo. In queste prime tavole, se da un lato è evidente una certa immaturità compositiva e tecnica, dall'altro è già presente quella che poi sarà una delle costanti del Rossini: l'accuratezza e la precisione dell'esposizione finalizzata all'intento documentario, che probabilmente gli derivano dal suo tirocinio di architetto e disegnatore. La costruzione dell'immagine si avvale di schemi già collaudati ed è organizzata secondo linee semplificate che tendono a contrarre lo spazio verso il primo piano. L'inquadratura è generalmente frontale e colta dal basso verso l'alto, mentre la riduzione del campo visivo evita la necessità di articolare diversi piani in successione; anche i pochi esemplari in diagonale o a veduta panoramica non si sottraggono a questi limiti. Non sfugge ad una certa elementarità neppure il gioco luministico costituito da netti contrasti di luci ed ombre ottenuti impiegando probabilmente una sola morsura che non permette la resa di gradualità tonali. Anche il segno, duro e schematico, condotto secondo linee rette e parallele, di derivazione architettonica, tende ad accentuare l'effetto di rigidezza. Nell'esecuzione delle figure, fuori scala rispetto al monumento, già si riconosce, in alcune tavole, la maniera di Bartolomeo Pinelli. Dell'opera esistono alcuni disegni preparatori, raccolti nell'Album di 52 vedute acquerellate e 27 disegni a matita di fregi e capitelli antichi, conservato nella biblioteca Civica di Forli” (cfr. M. E. Tittoni in Luigi Rossini incisore, p. 42).

Acquaforte, leggere ossidazioni nei margini, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

M. E. Tittoni in Luigi Rossini incisore, Vedute di Roma 1817-1850, pp. 42-53.

Luigi ROSSINI (Ravenna 1790 - Roma 1875)

Dopo la formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove frequenta i corsi dell’incisore Francesco Rosaspina e del pittore di decorazioni Antonio Basoli, nel 1813 vince il premio del Regno Italico per l'Architettura, consistente in una pensione di tre anni a Roma presso Palazzo Venezia, determinante per la sua carriera artistica. Qui si accorse che i suoi tentativi di proporsi come architetto fallivano, scoprendo invece le incisioni di Giovan Battista Piranesi e, attraverso l'opera del grande incisore veneto, s'inserisce nella tradizione artistica della veduta incisa. Nel 1817 Rossini pubblica il Frontespizio delle antichità di Roma divise in 40 vedute disegnate dal vero dall'architetto Luigi Rossini, che più tardi ristamperà con l'aggiunta di nuove incisioni. In quegli anni inizia anche la collaborazione con Bartolomeo Pinelli, che popolerà le vedute del Rossini con i suoi caratteristici personaggi. Il proficuo rapporto tra i due artisti continuerà sino alla morte del Pinelli avvenuta nel 1835. Tra il 1819 e il 1823 incide, in 101 tavole, Le Antichità Romane ossia raccolta delle più interessanti vedute di Roma antica, disegnate ed incise dall'architetto Luigi Rossini. Tra il 1824 e il 1826 Rossini incide all’acquaforte Le Antichità dei contorni di Roma e, due anni dopo, pubblica I monumenti più interessanti di Roma dal decimo secolo fìno al secolo decimottavo. Nel 1829 torna al tema a lui caro delle antichità dando alla luce Le porte e le mura del recinto di Roma in 35 tavole. Nel 1837 Rossini viene nominato membro della Pontificia Accademia Romana di Belle Arti di San Luca, di cui poi diverrà accademico di merito nel 1843. A modo di moderna guida turistica per i viaggiatori che transitavano per la via Appia, nel 1839 stampa il Viaggio pittoresco da Roma a Napoli in 80 vedute. Morì a Roma, il 22 aprile del 1875, dopo una malattia che lo aveva costretto a letto paralizzato per cinque anni.

Luigi ROSSINI (Ravenna 1790 - Roma 1875)

Dopo la formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove frequenta i corsi dell’incisore Francesco Rosaspina e del pittore di decorazioni Antonio Basoli, nel 1813 vince il premio del Regno Italico per l'Architettura, consistente in una pensione di tre anni a Roma presso Palazzo Venezia, determinante per la sua carriera artistica. Qui si accorse che i suoi tentativi di proporsi come architetto fallivano, scoprendo invece le incisioni di Giovan Battista Piranesi e, attraverso l'opera del grande incisore veneto, s'inserisce nella tradizione artistica della veduta incisa. Nel 1817 Rossini pubblica il Frontespizio delle antichità di Roma divise in 40 vedute disegnate dal vero dall'architetto Luigi Rossini, che più tardi ristamperà con l'aggiunta di nuove incisioni. In quegli anni inizia anche la collaborazione con Bartolomeo Pinelli, che popolerà le vedute del Rossini con i suoi caratteristici personaggi. Il proficuo rapporto tra i due artisti continuerà sino alla morte del Pinelli avvenuta nel 1835. Tra il 1819 e il 1823 incide, in 101 tavole, Le Antichità Romane ossia raccolta delle più interessanti vedute di Roma antica, disegnate ed incise dall'architetto Luigi Rossini. Tra il 1824 e il 1826 Rossini incide all’acquaforte Le Antichità dei contorni di Roma e, due anni dopo, pubblica I monumenti più interessanti di Roma dal decimo secolo fìno al secolo decimottavo. Nel 1829 torna al tema a lui caro delle antichità dando alla luce Le porte e le mura del recinto di Roma in 35 tavole. Nel 1837 Rossini viene nominato membro della Pontificia Accademia Romana di Belle Arti di San Luca, di cui poi diverrà accademico di merito nel 1843. A modo di moderna guida turistica per i viaggiatori che transitavano per la via Appia, nel 1839 stampa il Viaggio pittoresco da Roma a Napoli in 80 vedute. Morì a Roma, il 22 aprile del 1875, dopo una malattia che lo aveva costretto a letto paralizzato per cinque anni.